Attualità

I fantasmi di Ozpetek

Magnifica Presenza e la commedia horror all'italiana: da Mastroianni alla Buy, passando per Gloria Guida

Lo scriveva giustamente pochi giorni addietro l’amico e blogger Kekkoz: Ferzan Özpetek o lo si ama o lo si odia. Il regista di origini turche naturalizzato italiano è effettivamente uno dei più discussi in circolazione. Ogni sua pellicola è fonte di innumerevoli discussioni in cui pochi, pochissimi, riescono a mantenere una posizione che non sia incredibilmente rigida. C’è chi si prepara a demolire il film aprioristicamente, basando i propri commenti sull’odio maturato dopo le visioni delle sue precedenti pellicole, e chi invece lo elogia a spada tratta, indicandolo come un genio “senza se e senza ma”. Tra pochi giorni il suo ultimo film, Magnifica Presenza, invaderà i nostri cinema in ben 400 sale. E ovviamente sono già tutti sul piede di guerra. Noi abbiamo la fortuna (dipende ovviamente dai punti di vista) di aver già visto il film, per cui possiamo darvi qualche indicazione su come comportarvi nelle prossime settimane nelle vostre dotte dissertazioni cinematografiche tra un salotto buono e l’altro. Chi scrive – me ne rendo conto, osservazione che lascia il tempo che trova – è un detrattore dell’operato di Özpetek. Anzi, per rispettare in pieno quanto scritto dal già citato Kekkoz, il sottoscritto ha apprezzato Il Bagno Turco, il suo primo film, ma poi ha gettato la spugna di fronte a titoli come Cuore SacroSaturno Contro, Mine Vaganti. Eppure posso dirvi che questo Magnifica Presenza, non è male.

Capite? “Non è male”. Anni di studi e letture critiche, una passione sfegatata per il mezzo, decenni di chiacchiere e discussioni, per poi sintetizzare il giudizio su di un film con un debolissimo: “Non è male”. Il duro mestiere del sedicente critico cinematografico. Eppure vi posso assicurare che mi sono recato in sala già pregustando in cuor mio la possibilità di sbeffeggiare il film di Özpetek e invece, quando le luci si sono riaccese, non me la sono sentita di infierire. Certo, Magnifica Presenza ha molti difetti (tutti sintetizzati perfettamente da Guia Soncini, alla cui lista mi permetto di aggiungere “Dei fantasmi che prendono il tram numero 8” e “un medico che si chiama tipo Cuccuruddu solo per far ridere il pubblico”), ma c’è anche del buono.

Raccontiamo brevemente – e senza rivelare nulla di particolarmente sconveniente – la trama del film Magnifica Pesenza. Si narra la storia di Pietro, un pasticciere omosessuale che vorrebbe fare l’attore (interpretato da Elio Germano) che si trasferisce in una vecchia e fatiscente casa romana. Lo stabile è però infestato dai fantasmi di un’intera compagnia teatrale, rimasti intrappolati lì proprio a causa delle loro morte avvenuta nel lontano 1943. Germano inizialmente è terrorizzato dai fantasmi, ma col tempo impara a conviverci, instaurando con loro un rapporto di reciproca amicizia. Certo, si può ridere pensando che alla sfortuna di vivere in una casa infestata, si aggiunge la spiacevole circostanza di avere tra i piedi un fantasma interpretato da un serissimo Beppe Fiorello, ma come dicevo c’è anche altro.

Vediamo dunque di svelare al lettore cosa di buono nasconde Magnifica Presenza. Il film in questione ha il pregio, soprattutto nella prima parte, di strizzare l’occhio stilisticamente a certo cinema horror particolarmente attuale, mettendosi sulla scia dellle tante ghost story che abbiamo visto ultimamente su grande schermo. Come si diceva qualche settimana fainfatti, l’horror gotico, fatto di porte scricchiolanti e fantasmi che si aggirano per polverosi corridoi, va al momento per la maggiore e ovviamente i titoli di riferimento non mancano. Citiamo almeno The Woman in Black, deludente pellicola con Daniel Radcliffe diretta da James Watkins, tutte le ultime produzioni di Guillermo Del Toro, da El Orfanato fino ad arrivare a Don’t Be Afraid of the Dark e il curioso The Awakening – 1921: Il mistero di Rookford dell’inglese Nick Murphy. Va ovviamente anche detto che il nostro cinema ha una lunga tradizione di horror gotici, grazie a registi mai troppo osannati come Mario Bava, Riccardo Freda e Antonio Margheriti. Ma la cosa interessante è notare come Magnifica Presenza faccia parte di un piccolissimo sottogenere che tenta di mettere insieme la commedia con le case stregate.

Cominciamo con Fantasmi a Roma di Antonio Pietrangeli del 1961. In questo straordinario film oggi troppo poco citato, si racconta una storia simile a quella di Magnifica Presenza.Fantasmi a Roma racconta di un vecchio nobile, interpretato da Eduardo De Filippo, che vive da solo in un antico palazzo patrizio. Gli unici che gli fanno visita sono il nipote (Marcello Mastroianni) e la sua compagnia. Diciamo che questi ultimi due, sono gli unici “viventi” che lo vanno a trovare. De Filippo infatti, vive circondato da vecchi fantasmi: questi sono i suoi avi, la vecchia famiglia Roviano che non vuole abbandonare l’abitazione. Come nel nuovo film di Özpetek, tutte le “presenze” del film di Pietrangeli – tra cui uno straordinario Vittorio Gassman nella parte del pittore Il Caparra – interagiscono con i vivi. Addirittura, e anche in questo caso non sveliamo niente di essenziale, dopo poco anche De Filippo muore e si andrà ad aggiungere agli altri fantasmi che dovranno poi vedersela con dei palazzinari senza scrupoli che vogliono abbattere la vecchia casa per costruire delle nuove abitazioni. A questi punto sarà proprio Mastroianni, con l’aiuto dei suoi nuovi amici defunti, a proteggere le vecchie mura di Palazzo Roviano, ultimo lascito della sua famiglia. Fantasmi a Roma, scritto da Ruggero Maccari, Ennio Flaiano e da Ettore Scola, riesce utilizzare materiale gotico per mettere in scena ciò che all’epoca venne definito una “commedia fantastica”. Lo stesso che tenta di fare oggi Özpetek conMagnifica Presenza. Certo, non si può fare a meno di notare che avere nel proprio cast Mastroianni, De Filippo e Gassman sia leggermente meglio che avere Beppe Fiorello, Margherita Buy e Vittoria Puccini, ma abbiamo già detto.

Altro strano esempio tutto italiano di commedia con fantasmi è La Casa Stregata scritto da Bruno Corbucci, Mario Amendola ed Enrico Oldoini e diretto dallo stesso Corbucci nel 1982. In questo caso è Renato Pozzetto, in compagnia della bellissima Gloria Guida, a trasferirsi in una casa romana piena zeppa di fantasmi. Qui i due piccioncini tenteranno di abbandonarsi alla passione, ma verranno sempre fermati da un fantasma (Yorgo Voyagis, attore greco, vecchia presenza di tanti film italiani) che tenta di spezzare un vecchio incantesimo legato a due amanti che hanno vissuto proprio in quella stessa casa. Tra cani parlanti, contrabbassi che suonano da soli e la straordinaria verve comica quasi surreale del Pozzetto di un tempo, La Casa Stregata rimane un esempio quasi unico di commedia horror all’italiana. Cosa che, dispiace dirlo, ma pur con tutte le differenze e i distinguo del caso, Magnifica Presenza non è.