Attualità

Guerre da salotto

Cosa ci aspetta dalla nuova generazione di console? Punti forti e punti deboli dei due principali competitor, XBox One e Ps4.

di Lorenzo Fantoni

Dopo uno psicodramma collettivo a base di illazioni, paragoni, fantasiosi, fughe di notizie vere, fughe di notizie false e voci di corridoio diffuse dall’amico che pulisce i pavimenti nella sede di Microsoft, e dopo le conferenze di annuncio più noiose che si siano mai viste, le carte sono praticamente tutte sul tavolo.

Playstation 4 e Xbox One sono state presentate (anche se la prima si nasconde ancora pudicamente gli occhi dei fotografi), e si può finalmente cominciare la valutazione sulle armi che verranno utilizzate nella prossima console war, che come sempre sarà uno scontro a due, con Nintendo a prosperare, si fa per dire, viste le vendite deludenti, in un mercato a sé stante.

Le console sono diventate sostanzialmente delle scatole in cui inserire pc di fascia media, spostando la contesa sul campo dei servizi e sul pubblico di riferimento

Se nella scorsa generazione la guerra è stata combattuta sul campo della pura potenza grafica, con sistemi sviluppati ad hoc che puntavano a un pubblico molto simile, questa volta, vuoi perché ci sono meno soldi, vuoi perché chi sviluppa ha chiesto a gran voce sistemi più semplici, vuoi perché il mercato è cambiato, le console sono diventate sostanzialmente delle scatole in cui inserire pc di fascia media, spostando la contesa sul campo dei servizi e sul pubblico di riferimento.

È chiaro infatti che PS4 e Xbox One, pur facendo girare gli stessi giochi, salvo esclusive clamorose, e pur utilizzando tecnologie cloud e di condivisione di spezzoni di gioco, hanno imboccato due percorsi totalmente diversi. Sony, infatti, ha deciso di schierare una console “ortodossa”, dedicata esclusivamente ai giocatori e con molte possibilità di integrazione con PS Vita. Sony non ha cercato di proporre un sistema integrato per il salotto, ma il miglior ecosistema possibile per chi ama i videogiochi. Microsoft invece ha deciso di guardare alle famiglie, all’intrattenimento globale, creando un sistema in cui si può “anche” giocare, ma che punta, collegandosi a un qualunque decoder, a diventare il centro nevralgico da cui passa tutto l’intrattenimento familiare. Un luogo virtuale in cui acquistare serie tv (magari prodotte in esclusiva, come accade già per Netflix), parlare su Skype, guardare programmi on demand.

Questo se vivete negli Stati Uniti, in Italia è molto probabile che l’integrazione televisiva si riveli decisamente inferiore.

Il suo intento è chiaro, dare tutto ciò che viene fornito da PS4, con qualcosa in più, un computer ricco di app, un media center, un lettore blu-ray e una console che faccia girare gli stessi giochi della concorrente.

Primo round a Microsoft dunque? Sì e no, ci sono un paio di scelte che rischiano seriamente di alienare lo zoccolo duro dei gamer dall’Xbox One, che Sony potrebbe sfruttare abbastanza facilmente.

Per prima cosa, la questione dell’usato. Prima del lancio si vociferava che entrambe le console avrebbero richiesto una connessione permanente a internet e avrebbero impedito lo scambio di giochi. La prima affermazione si è fortunatamente rivelata falsa (ma senza connessione scordatevi i servizi cloud), la seconda invece è assolutamente vera per Xbox One, che legherà i giochi all’account dell’utente e chiederà il pagamento di una quota tutta da decidere a chi vorrà giocare un titolo usato.

Un’altra scelta che ha fatto storcere il naso a molti è stata l’ingombrante presenza di Kinect 2.0 la videocamera 3D di Microsoft che sarà inclusa nella confezione di Xbox One e che dovrà essere sempre collegata, con buona pace di chi non è interessato ai comandi vocali, alle gesture in stile Minority Report e non ha intenzione di giocare all’ennesima iterazione di Zumba Fitness.

Sony non è ancora stata del tutto chiara per quanto riguarda l’usato, ma questa potrebbe essere l’occasione giusta per annunciare una politica meno restrittiva, sempre che le grandi case produttrici non facciano pressione in senso contrario.

È impressione di molti che l’era delle esclusive stia per tramontare, con due architetture così simili sarebbe impensabile per un produttore non sfruttarle entrambe

Senza dubbio parte della comunità di videogiocatori ha preferito la conferenza Sony, pur non avendo ancora visto la console, dove non si è parlato di media center e di conquista all’arma bianca del salotto casalingo, ma si sono visti moltissimi giochi. La cosa che non si è ripetuta per la console Microsoft la quale ha preferito sfruttare l’imminente E3 di Los Angeles come palcoscenico per i titoli in arrivo, e poco importa se molti dei titoli PS4 saranno disponibili anche per la concorrente, i giochi non c’erano il malcontento è stato palese. È impressione di molti che l’era delle esclusive stia per tramontare, con due architetture così simili sarebbe impensabile per un produttore non sfruttarle entrambe, a meno che uno dei due contendenti non decida di ricoprirlo d’oro. Non è improbabile che nel lungo termine i cataloghi dei due sistemi tenderanno a essere molto simili, privi della cosiddetta “killer application” in grado di decretare una vittoria netta.

Al momento entrambe le console appaiono molto simili, e non sembrano aver generato lo stupore e l’effetto novità che abbiamo avuto nelle ultime tre generazioni, più che una rivoluzione sembrano un’evoluzione, e ancora devono dimostrare concretamente la propria esistenza.

L’E3 e alle porte e c’è tutto il tempo di smentire questi sentori con qualcosa di veramente importante, mentre solo con a Natale potremmo capire chi ha scelto bene il suo pubblico. Xbox One sembra avere qualcosa in più, ma riuscirà quel qualcosa in più a fare breccia nei cuori di chi, come noi italiani, non può sfruttarlo?