Il nuovo film Kelly Reichardt, presentato a Cannes e distribuito in Italia da Mubi, non rientra davvero in nessuna delle tante definizioni che ne sono state date. Ed è proprio per questo che è così sorprendente.
Che l’arte contemporanea in Lituania fosse in ottima forma lo sapevamo già da anni, e cioè almeno dal 2019, quando nei giorni dell’inaugurazione della Biennale Arte di Venezia di Ralph Rugoff, May You Live in Interesting Times, la domanda che tutti facevano era: «L’hai visto il Padiglione Lituania?». L’opera, premiata con il Leone d’oro, era “Sun & Sea (Marina)” di Lina Lapelyte, Vaiva Grainyte e Rugile Barzdziukaite: letteralmente un’opera, nel senso proprio di opera lirica (per 13 voci), uno spettacolo intenso, toccante e “invecchiato” benissimo, soprattutto per il modo in cui parlava di consumismo e crisi ambientale. Sei anni dopo, mi è bastato trascorrere un paio di giorni tra Vilnius e Kaunas per riprovare quel tipo di stupore, scoprendo artisti, curatrici, opere e storie dotate di un’energia nuova e potente. Un’energia che non si limita alla scena delle arti visive: proprio qualche giorno prima di partire avevo visto Toxic, il bellissimo film d’esordio della regista Saule Bliuvaite vincitore al festival di Locarno e disponibile su Mubi. È sicuramente un momento di grande fermento nel cinema, nelle arti visive, nella musica (dove la maggior parte delle compositrici sono donne, ci ha detto la direttrice generale della Filarmonica di Vilnius, Rūta Prusẽvičienė). Le parole che accompagnano il programma di Cultura Lituania in Italia, progetto nato con l’obiettivo di rafforzare lo scambio interculturale tra Lituania e Italia con una programmazione che valorizza il dialogo, la creatività e la cooperazione internazionale, spiegano molto bene questo clima di sperimentazione creativa libera e trasversale: «Le opere degli artisti lituani danno forma a una geografia culturale che unisce il cinema poetico e sperimentale lituano, le narrazioni transdisciplinari tra arti performative, visive e letteratura, e le composizioni musicali di autori visionari. La scena artistica lituana è sempre stata un laboratorio in cui passato e presente vengono trattati come materiale di trasformazione: arte, sperimentazione, ibridazione dei media, archivi, memoria, film, fotografia, documentazione, centralità del tempo, paesaggio, natura, immaginazione, corpi, performance, suono».
Che si tratti di cinema, teatro, letteratura, musica, performance o arti visive, gli artisti lituani stanno mettendo in discussione i concetti di identità e appartenenza, rivendicando un loro spazio nella mappa culturale europea. Spazio che, tra l’altro, hanno appena rivendicato anche nel loro stesso Paese, con un movimento di protesta nato in opposizione all’elezione di un Ministro della Cultura gravemente inadeguato (e poi costretto a dimettersi, proprio a causa delle proteste) che ha creato un senso di unione inedito nella scena culturale lituana. Neringa Kulik, direttrice della Biennale di Kaunas, ci ha raccontato di come queste proteste abbiano risvegliato anche le coscienze politiche più assopite, mettendo d’accordo tutti, dagli artisti indipendenti dei piccoli paesi e ai direttori delle più prestigiose istituzioni culturali lituane, che si sono mossi insieme, ognuno nelle sue possibilità, per difendere e proteggere il diritto a una cultura libera e di qualità. Il simbolo del movimento, un cartello stradale con la scritta “kultūra”, era disseminato per le città e ben visibile in tutti i musei e le gallerie, mentre si iniziavano a organizzare riunioni e incontri per ragionare collettivamente su come sfruttare questo momento di unità politica nel mondo culturale per ottenere cambiamenti concreti, ad esempio spingendo i giovani a votare.
- “The Festival of Songs”, foto di Ilmė Vyšniauskaitė
- Il simbolo del nuovo movimento per la cultura, foto di Ilmė Vyšniauskaitė

“The Festival of Songs”, foto di Ilmė Vyšniauskaitė
Oltre a essere una delle più forti voci di questo movimento, l’artista Karolis Kaupinis è anche l’autore di un’opera che ho avuto la fortuna di vedere al Noa Festival di Vilnius e che speriamo arriverà presto anche in Italia: si chiama “The Festival of Songs”, dura 80 minuti ed è composta da una colonna sonora live suonata da un piccolo gruppo di musicisti e la proiezione di video di famiglia (raccolti dall’artista con un’open call) che vanno dagli anni ’90 al 2004. Un’opera che mi ha fatto ripensare proprio a “Sun & Sea (Marina)”, per il modo in cui la musica, parte integrante dell’opera, viene sfruttata per trasmettere emozioni fortissime. Un consiglio per quando la vedrete qui: portatevi dei fazzoletti. Nel frattempo, ci sono già tante altre opere di artisti lituani che possiamo vedere in giro per il nostro Paese grazie al programma di Cultura Lituania in Italia. Alla Biennale Arte di Venezia troveremo l’artista Eglė Budvytytė, protagonista del Padiglione Lituania che sarà curato da Louise O’Kelly e presieduto da Lolita Jablonskiene, la direttrice del Lithuanian National Museum of Art. Dal 16 ottobre, al Museo MAMbo di Bologna è in corso una mostra dell’artista Kipras Dubauskas, che a Vilnius ha occupato un’isola che sta trasformando in un centro di aggregazione e sperimentazione artistica galleggiante, mentre da Eastcontemporary a Milano il 5 novembre inaugura una mostra dell’artista e compositore Andrius Arutiunian (due esaltanti indizi su cosa aspettarsi: bitume e “Toxic” di Britney Spears). Arutiunian sarà anche a Torino, nei giorni di Artissima, con la performance itinerante Armen (ne parliamo qui). Proprio durante Artissima verrà presentato ufficialmente il programma di Cultura Lituania in Italia 2025-2026, che include anche una collaborazione, prevista per il 2026, con la Biennale Val Gardena. Un programma che, oltre a far conoscere al pubblico italiano il meglio dell’arte contemporanea Lituana, presentando artisti come Anastasia Sosunova, Emilija Škarnulytė e Augustas Serapinas (protagonista della mostra alla Fondazione Ica di Milano che si è conclusa a marzo e presto di nuovo in Italia con altri progetti) celebrerà anche i grandi maestri: a Čiurlionis, ad esempio, è dedicata una settimana alla Fondazione Arturo Toscanini di Parma, una delle istituzioni musicali più importanti d’Italia, ma anche un’esperienza con la realtà virtuale al Museo Nazionale del Cinema di Torino. E poi tanti altri eventi che fanno parte di un programma ricchissimo, da tenere d’occhio per tutto l’anno (anche su Instagram).

Biennale di Kaunas, foto di Gražvydas Jovaiša

Biennale di Kaunas, foto di Gražvydas Jovaiša
Immagine in evidenza: Kipras Dubauskas, Firestarter, Film still 2024, in mostra al MAMbo di Bologna.
 
    
  Il nuovo film Kelly Reichardt, presentato a Cannes e distribuito in Italia da Mubi, non rientra davvero in nessuna delle tante definizioni che ne sono state date. Ed è proprio per questo che è così sorprendente.



 
     
     
     
    