I nostri capelli stanno diventando un problema

In quale stato usciremo dalla quarantena, lo sa solo il destino.

16 Aprile 2020

Delle pagine e delle pellicole che, lette e guardate attraverso la lente dell’attualità, potrebbero aver predetto quanto stia accadendo oggi, ci sono liste lunghissime, eppure non è mai apparso il nome dell’eroina femminista icona pop del secolo scorso: Cindy Lauper. Allora era il 1986, Cindy cantava «I see your true colors», vedo i tuoi veri colori. Che è esattamente quello che succederà quando questa quarantena sarà finita, e riveleremo al mondo le nostre naturali, tremende, floride chiome.

Ci è stato chiesto di distanziarci da tutti, e questo ci ha condotti spietatamente ad avvicinarci a qualsiasi forma di specchio domestico, sia esso quello del bagno, o lo schermo dei nostri telefoni e pc durante le videochiamate. Ci guardiamo spesso da remoto, e giorno dopo giorno abbiamo iniziato a notare che quanti a febbraio portavano i capelli medio corti ormai si sono tramutati in Lord Farquaard. Che alcuni hanno rispolverato involontariamente l’acconciatura da cacatua di Rod Stewart; che anche quelli che auspicavano per i loro capelli una crescita vigorosa in assenza di piastra o trattamenti eccessivi, da quando hanno smesso di ritoccare la decolorazione vagabondano per le stanze chiedendosi “quanto sono gialli da uno a Nino D’Angelo?”. Perché se dalle prime settimane di lockdown, con le persone barricate dentro casa e il mondo fuori, hanno iniziato a circolare online le immagini dei due germani reali nella Fontana dell’Acqua Paola a Roma, delle lepri a Milano o dei tassi tra le strade di Firenze, per capire che la natura stesse per prendere il sopravvento a noi è bastato vederci riflessi da qualche parte.

Ed è stato allora che alcuni hanno preso coraggio, o almeno ci hanno pensato, a fare da sé. Tingere, tagliare, accorciare – che ogni mattina, a Padova, come sorge il sole, un Diego Dalla Palma si sveglia, e sa che dovrà correre più veloce, fare una storia Instagram più in fretta, per evitare che da qualche parte accada una catastrofe. Lo ha fatto Haley Colbath su TikTok, una sedicenne del Texas che il 28 marzo ha afferrato un paio di forbici per tagliarsi la frangia in diretta. «Pensavo, tanto sono in quarantena, anche se sbaglio nessuno mi vede», ha detto a Vox, «ma non so come, ho tagliato d’impulso una ciocca davanti alla faccia. È stato tremendo, ma anche liberatorio». Il video è diventato virale dopo un’ora. «Le persone hanno sempre tagliato o tinto i loro capelli in momenti di crisi, sia nel tentativo di superare una rottura, sia per eliminare quel “vecchio me” che non volevano più», ha spiegato all’Atlantic Amy Flowers, psicologa specializzata nella gestione dello stress.

 Un aspetto che sta toccando tutti, influencer e celebrità comprese, da Miley Cyrus che ha rasato il fidanzato, a Georgia May Jagger che ha creato un “Hair party”, invitando i follower nel suo salone virtuale a colorarsi insieme i capelli. E poi Jennifer Lopez che ha iniziato a mettersi in testa l’ombretto marrone per coprire la ricrescita bianca, e Armie Hammer, lo splendido studente americano giunto nel Cremasco a sconvolgere gli animi in Call Me by Your Name, che adesso pare un misto tra Joe Exotic e un metallaro di Danzica. I nostri padri che ci inviano la foto in balcone e vediamo come abbiano raggiunto lo status di fungo atomico, le nostre madri che la foto non ce la inviano.

Intanto sui siti i consigli per non causare disastri si sprecano, e gli esperti hanno iniziato a rispondere alle domande di tutti i clienti su Instagram, dovere morale, formulando nel caso tinte calibrate da spedire. Prima di tutto, inumidire i capelli. Per favore, se non sei riuscito a trovare una decolorazione, non usare la candeggina. «Non c’è niente da fare, letteralmente. In questo momento l’unico modo per provare una forte emozione è stravolgere la nostra acconciatura», mi ha detto il mio parrucchiere (non è un caso che stando ai dati di acquisto su Ebay, la vendita dei prodotti per la cura dei capelli sia aumentata del 20 per cento da inizio marzo). «L’importante è essere pronti alla possibilità che i nostri esperimenti non vadano bene», ha aggiunto. E so che se dovessi cercare online troverei “quando penso di essere in grado di tagliarmi la frangia da sola” e sotto una bella fotografia di Roberto Carlos. Perché lo sappiamo, che almeno per i nostri capelli non andrà bene. Ma sentiamo l’esigenza di aggiustarli, di vederci un po’ diversi, di provare qualcosa di nuovo o semplicemente di provare qualcosa. Che come diceva Phoebe Waller-Bridge in Fleabag 2 «i capelli sono tutto. Fanno la differenza tra una buona e una cattiva giornata», anche quando sono diventate tutte uguali.

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