Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

Gli istinti omicidi di Carla Bruni, la confusione toponomastica di Sangiuliano, l'eredità di Gaetano Pesce e le altre notizie degli ultimi giorni.

Esteri – Sparare sulla Croce Rossa
Forse quella, la Croce Rossa, manca all’appello tra quelli che Netanyahu chiamerebbe i “tragici errori” dell’Idf. Ma dopo gli attacchi sulle persone in fila ad aspettare gli aiuti umanitari, all’inizio di questa settimana l’obiettivo sono stati direttamente gli operatori che si occupano di aiutare la popolazione civile palestinese. Sono stati uccisi, lunedì 1 aprile, sette lavoratori dell’associazione umanitaria World Central Kitchen a Gaza. E, al di là della tragedia immediata, ci sono anche altre conseguenze. Tutte le associazioni umanitarie, per questo, stanno lasciando Gaza. Anche Anera, un’altra associazione fondamentale che aiuta i rifugiati in tutto il Medio Oriente, ha dichiarato che sospenderà le operazioni a Gaza. Inoltre, il 24 marzo Israele aveva anche annunciato il blocco delle spedizioni di aiuti da parte dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu deputata all’assistenza umanitaria dei profughi palestinesi – che esiste dal 1949. Il direttore, Philippe Lazzarini, ha detto che la decisione di Israele causerà la morte di molte persone per «fame, disidratazione e mancanza di riparo».

Personaggi – La ragazza Carla
Noi non lo sapevamo, ma la voce di Carla Bruni, la stessa con cui ci aveva incantato cantando “Quelqu’un m’a dit” al festival di Sanremo del 2003, ci era mancata molto. È stato un vero piacere ascoltarla rispondere alle domande di Francesca Fagnani durante la puntata di Belve. Sempre sorridendo e scegliendo con cura le parole, coi suoi occhi meravigliosi e gli zigomi che puntano verso le stelle, l’ex modella e première dame ha parlato del diavoletto che la invita a continuare a bere dopo il primo bicchiere di vino, del suo amore per i gatti (il video in cui ripete “gatti” mille volte è diventato virale), di quando lei e Trump si sono dati dei pazzi a vicenda. E poi cita con grande naturalezza Jean Cocteau («i francesi sono degli italiani di cattivo umore») e fa il gesto di “sgozzare” (per scherzo, occorre specificarlo, altrimenti gli uomini dicono: eh ma allora anche le donne sgozzano) quando le viene chiesto cosa farebbe se suo marito si innamorasse di un’altra, poco dopo aver detto «l’adulterio per me non è un peccato, io sono figlia di quell’amore»: una contraddizione perfettamente sensata.

Politica – London calling
Tutti quanti avevamo una materia che ci metteva in difficoltà, quando andavamo a scuola. Il ministro Sangiuliano siamo sicuri eccellesse in storia e letteratura, come ha dimostrato in quella volta in cui espose la peculiare teoria secondo la quale la cultura destrorsa italiana comincia con Dante Alighieri. In questi giorni abbiamo scoperto che pure lui, pure un futuro ministro della Cultura, aveva il suo punto debole nel curriculum scolastico. Quando il ministro ha detto che lui, come tutti, dice Londra e pensa a Times Square, noi, come tutti, abbiamo inizialmente pensato che a scuola andasse maluccio in geografia. Ma poi, pensandoci meglio, abbiamo capito che il suo problema in realtà era probabilmente con l’inglese: nella stessa frase, infatti, il ministro geolocalizzava correttamente gli Champs-Élysées a Parigi. Deve essere uno di quelli che alle superiori hanno fatto francese, Sangiuliano.

Arte – Un Pesce di nome Gaetano
Il 2 aprile Ssense ha pubblicato una bella intervista a Gaetano Pesce, maestro del design italiano, genio del colore e delle forme morbide. Titolo: “Gaetano Pesce pensa che i calzini possano essere arte”. Nell’intervista, Pesce dice che sta molto bene, favorisce una serie di dati (quanto è alto, quanto pesa, numero di scarpe), parla dell’importanza dell’incoerenza come «forma di libertà da se stessi» e di quello che, purtroppo, resterà il suo ultimo progetto, una linea di calzini – ovviamente coloratissimi – di nome “Calzacuore”, realizzata in collaborazione con Doublesoul. Per lanciare la collezione il brand ha realizzato anche un video, pubblicato su Instagram proprio il giorno prima della morte del designer (e architetto e scultore), avvenuta giovedì 4 aprile, nella sua casa di New York. Nato l’8 novembre del 1939 a La Spezia, Pesce aveva 84 anni e nell’ultima fase della sua incredibile carriera aveva consolidato il suo lungo e fruttuoso rapporto con la moda grazie alla sua collaborazione con Matthieu Blazy, direttore creativo di Bottega Veneta (che gli ha dedicato un affettuoso post) firmando il meraviglioso set della sfilata Primavera/Estate 2023.

Letteratura – La fine della strada
Il 2 aprile, a 93 anni, è morto John Barth. È stato uno dei più grandi romanzieri del Novecento americano (e non solo), autore di romanzi considerati oggi come testi sacri della letteratura postmoderna. Facile ricordarselo per L’opera galleggiante o La fine della strada, però. Per il nerd letterario, Barth è soprattutto l’autore di un saggio – “The Literature of Exhaustion”, pubblicato nel 1967 su The Atlantic Monthly – che viene discusso e studiato ancora oggi, sulle convenzioni che hanno fatto la storia della letteratura e sulle innovazioni che ne avrebbero scritto il futuro. Dunque il romanziere e il saggista, ma non è da sottovalutare nemmeno il battutista. Nella sua vita Barth ha prodotto aforismi in gran quantità e di gran qualità, uno su tutti è quello con il quale spiegava il suo rapporto con la tecnica in letteratura e nelle arti in generale. «Penso che abbia la stessa importanza della tecnica nel sesso», diceva.