Il progetto editoriale dell'ex direttore di British Vogue dimostra come la percezione delle pagine pubblicitarie sulle riviste sia sensibilmente cambiata nel corso degli anni.
Lo aveva fatto capire negli scorsi mesi e con questa sfilata parigina lo ha dimostrato: Blazy vuole rischiare tutto, vuole re-immaginarsi l’universo e il mito di Chanel.
Citando Pasolini e guardando a quello che succede nel mondo fuori, alla fashion week di Parigi Michele ha regalato uno degli spettacoli più emozionanti visti sulle passerelle negli ultimi anni.
La sfilata di Dior era una delle più attese della settimana della moda di Parigi. Il figlio prediletto della moda contemporanea ha ampiamente rispettato le aspettative, non senza qualche intoppo, però.
Al di là degli schieramenti, che non sono mai sembrati così polarizzati e incapaci di comunicare tra loro, quello che resta interessante da chiedersi è cosa vogliamo oggi dagli abiti, e questa settimana di sfilate ce l'ha dimostrato.
Giustissima la decisione, dopo l’addio di Matthieu Blazy a dicembre dello scorso anno, di prendersi il tempo che serviva per tornare in passerella con il debutto di Louise Trotter.
E potrebbe non essere un male: finalmente un po' di coraggio in una fashion week a cui mancava ormai da diverse stagioni.
La lista dei debutti in questa settimana della moda è notevole, ma basterà a ravvivare l'immagine dei brand e la curiosità di appassionati e compratori?
Quando ha iniziato, lo stilista era una figura ancora indecifrabile, il Made in Italy appena agli albori, e nessuno avrebbe mai immaginato che un "creatore di vestiti" potesse arrivare fin dove è arrivato lui.