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Hanno trovato il sequel di Arancia meccanica

L’ha annunciato ieri alla Bbc l’International Anthony Burgess Foundation e oggi diversi magazine stanno diffondendo la notizia (noi, ad esempio, l’abbiamo letta su Dazed). Il sequel di Arancia meccanica, pubblicato nel 1962 e trasformato in film cult da Stanley Kubrick (1971) è stato ritrovato tra le carte della casa di Burgess sul lago di Bracciano, vicino a Roma. L’archivio fu trasferito a Manchester nel 1993, poco dopo la morte del romanziere, dove è stato riscoperto di recente.

Il manoscritto è lungo 200 pagine, si intitola A Clockwork Condition ed è giunto fino a noi in forma di bozza incompiuta, con tanto di annotazioni in margine scritte a mano. Secondo il professor Andrew Biswell, esperto di Burgess e direttore della International Anthony Burgess Foundation di Manchester, il libro è nato come una risposta alle polemiche e alle discussioni scatenate dall’adattamento cinematografico del 1971 di Stanley Kubrick.

«L’unico riferimento pubblico di Burgess a The Clockwork Condition», racconta Biswell, «risale un’intervista del 1975». Nell’intervista lo scrittore parlava di un’idea che aveva intenzione di sviluppare ma alla quale non aveva ancora messo mano. Prima della sua morte Burgess stesso descrisse The Clockwork Condition come «un’importante dichiarazione filosofica sulla condizione umana contemporanea». Il libro sviluppa i temi esplorati nel suo capolavoro: le minacce della tecnologia, delle immagini e della cultura visiva, in particolare in riferimento al cinema e alla televisione.

Originariamente destinato a essere pubblicato insieme a una serie di citazioni di scrittori contemporanei, il libro avrebbe dovuto contenere anche una serie di immagini. Strutturato intorno all’inferno di Dante, The Clockwork Condition mescola la riflessione filosofica all’autobiografia. Non ci resta che sperare in un’imminente pubblicazione. Secondo il professor Biswell, unendo le bozze e le note a margine «c’è abbastanza materiale dare un’impressione ragionevolmente chiara di ciò che potrebbe essere stato questo libro di Burgess andato perduto».