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Yahoo! Answers ci mancherai

Chiude a maggio il popolare sito di domande e risposte che ha fatto la storia di internet.

di Corinne Corci

Proprio nel momento in cui nessuno è più in grado di fornire risposte certe, il luogo in cui sono confluite tutte quelle che ci siamo dati negli anni chiude definitivamente. Yahoo! Answers, terra di confine tra giusto e sbagliato, lo spazio in cui potevamo trovare una soluzione dannosa per ogni nostra ipocondria, fobia, curiosità e paranoia sessuale, smetterà di esistere dal prossimo 4 maggio. Il portale di domande e risposte partito come raccolta ponderata di opinioni su qualsiasi cosa e poi divenuto il fratello scemo di Quora, dopo aver fatto la storia di internet chiuderà a causa di un presunto anacronismo e di ovvie problematiche relative alla responsabilità degli utenti. Non ne resterà più nulla, nemmeno l’archivio. Rimarrà disponibile in modalità lettura per un po’ e chiunque ne abbia voglia avrà la possibilità di scaricarsi tutto il proprio materiale entro il 30 giugno 2021.

Se ti piacevano le freddure, non poteva non piacerti Yahoo! Answers che ne è stato il generatore virtuale involontario per tantissimo tempo. «Se mi cade un dente, arriva davvero la fatina dei denti?», «dipende se hai 7 o 70 anni». Questo, nonostante sia nato nel 2005 in America (è arrivato in Italia l’anno successivo) con un fine nobile: permettere agli utenti di aiutarsi tra loro, che ottima idea, attraverso una forma di crowdsourcing, ovvero “fare rete”, su cui si basava il mondo del web nei primi anni 2000. E laddove la piattaforma mostrava qualche debole mancanza nel suo apporto alla conoscenza mondiale, compensava con i suoi contenuti assurdamente ridicoli (nel corso degli anni BuzzFeed ha raccolto interi elenchi di domande idiote poste sul sito, soprattutto a sfondo sessuale).

Metaverso, Biblioteca di Alessandria, astuto stratagemma per il traffico SEO, sito in cui potevi trovare tutti gli esercizi svolti dei compiti di matematica e fisica del manuale delle medie e del liceo, anche gioco (considerando che gli utenti ottenevano un punteggio per le proprie risposte), catalizzatore di “XD”, emoji prima di tutte le emoji, e di storie meravigliose come quella di Was W, «Help my GF is a pregnant Virgin!», (su YouTube c’è un video che raccoglie tutte le volte che gli utenti hanno sbagliato a scrivere “pregnant”), che stava osservando il principio di castità con la sua ragazza ma a un certo punto lei è rimasta incinta e lui non capiva come potesse essere successo. Valeva tutto, qualsiasi tipo di punteggiatura, qualsiasi tipo di periodo sintattico («La capriola nell’acqua l’acqua entra nel cervello attraverso il naso??»), perché nelle domande scritte male ci intravedevi tutta l’angoscia, qualsiasi quesito («Se scoreggio in russo mangio le scarpe?», «Perché i ricercatori Oral-B non amano mangiare i fagioli?»). Ci si ricercava pericolosamente il nome del farmaco giusto, e quello di artisti che non venivano in mente, è il caso della richiesta dell’utente Sailor, inserita più di un decennio fa nella categoria “Arte e cultura”, su chi siano gli angioletti usati nel logo di Fiorucci. Risposta più bella: Davide Louise, ancora non sappiamo chi sia. Risposta più accreditata: Raffaello, è sbagliata. Poi anche esperti glottologi: «Stavo chattando con un ragazzo veneto, a un certo punto dice un verbo in inglese, “to mare”. Cosa vuol dire?». Se volevi sapere se si potesse addomesticare una mosca c’era un solo posto in cui avresti potuto chiedere.

Yahoo! Answers era la sua sezione musica. Tanto stupenda quanto irragionevole, perfetta se come l’utente Paradiso Del Bigodino volevi imparare qualcosa anche riguardo alla trash-music made in Italy anni ’80, se volevi sapere «come si chiama quella canzone che fa», seguito da una figura onomatopeica come duba dubabba duba dubabba (“Dopo Uap”, di Gabin), sciura scero sciura go (“Should I Stay or Should I go”, The Clash). E poi le domande dedicate al sesso su cui Cruciani potrebbe costruire almeno quattro anni di trasmissione, la storica richiesta su come calcolare l’area del pene che iniziava così: «Immaginando di sviluppare un pene su un piano». Perché Yahoo! Answers è stato tutto quello che Wikipedia non è e pretende di non essere, così intriso di quella beata ignoranza italiana dei primi anni Duemila quando su Internet tra un punteggio e un altro abbiamo stretto persino delle amicizie. Intorno al 2009-2010 persi dei giorni nella sezione “Salute mentale” che era in realtà un covo di stronzate e di haiku sui massimi sistemi che regolano il mondo. Ricordo uno che chiedeva «è peggio l’ignoranza o l’apatia?» e poi la risposta «non lo so e non mi importa».

Eppure, come tutte le cose più belle, Yahoo! Answers è finito gradualmente, prima che se ne decretasse la fine ufficiale. Negli ultimi tempi era peggiorato, la funzione “anonimo” aveva fatto scadere il sito nel degrado più completo, tra spam, troll, bot, utenti che lo utilizzavano come mero sfoggio di immaginazione con risposte volutamente ironiche, e quindi tristissime, anche l’interesse per il sito stesso aveva iniziato a scemare. Così ora Yahoo, che adesso fa parte di Verizon Media Group, ha spiegato che il suo portale Q&A è diventato anacronistico e scarsamente utilizzato, anche a causa dell’avvento dei social network e dei recenti sticker per le domande da inserire nelle storie di Instagram e Facebook che avrebbero inferto il colpo finale. A noi che già da tempo siamo rimasti orfani di risposte, di speranze e d’ingenuità, non sarebbe servito più. Intanto su Reddit, il suo sostituto moderno, alcuni hanno iniziato a condividere i loro scambi preferiti, che tanto «all good things come to an end», come cantava Nelly Furtado nel 2006. Non l’ho scritto io. È il modo in cui Katnip ha risposto alla domanda di Light: «Perché tutte le cose belle finiscono?». Si trova su Yahoo! Answers.