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Chi era XXXTentacion, il rapper di 20 anni ucciso a Miami

Ieri notte (negli Stati Uniti era pomeriggio) i suoi fan hanno inondato di commenti l’unica foto che appare sul suo profilo Instagram, domandandosi se XXXTentacion fosse ancora vivo e pregando ardentemente per lui. La prima notizia che si è diffusa online, infatti, annunciava soltanto che a Miami, alle 4 pm, due persone incappucciate a bordo di un Suv avevano sparato al rapper ventenne mentre usciva da una concessionaria di moto, e che il ragazzo era stato portato d’urgenza al pronto soccorso. Ma la notizia della morte di Jahseh Dwayne Onfroy (vero nome di XXXTentacion) non si è fatta attendere troppo.

Chi era Jahseh Dwayne Onfroy, il secondo giovanissimo rapper americano a morire nel giro di pochi mesi (il primo è stato il ventunenne Lil Peep, ucciso da un’overdose accidentale di Xanax e fentanyl il 15 novembre 2017)? Il Guardian ha provato a riassumere la sua breve ma travagliata storia, terminata per quello che, si pensa, sia stato un tentativo di rapina (gli assassini non sono stati identificati). Nato nel 1998 a Plantation, Florida, a 17 anni Onfroy aveva già avuto diversi problemi con la legge a causa del possesso di armi da fuoco, rapina a mano armata, possesso di Xanax. Era stato in un carcere minorile due volte, la seconda facendo notizia per aver picchiato un compagno di cella che, a suo dire, aveva tentato di approcciarlo sessualmente. Dopo il carcere la sua carriera ha iniziato a decollare grazie ad alcune tracce caricate su SoundCloud.

Ma la sua vita in libertà non è durata molto. Ormai maggiorenne, Jahseh viene di nuovo arrestato per aver picchiato brutalmente (e ripetutamente) la sua fidanzata incinta. Ed è proprio mentre è in prigione che che la sua fama cresce in maniera esponenziale. Quando torna a casa (ai domiciliari), inizia a registrare. Il suo ultimo disco, ?, uscito a marzo, si è posizionato immediatamente al numero 1 della classifica Billboard e ha ricevuto il plauso di Kendrick Lamar e Kanye West, che oggi ha twittato: «Non ti ho mai detto quanto mi hai ispirato quando eri qui, grazie per essere esistito».