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I trucchi psicologici dei social network sono gli stessi delle slot machine

Si sente spesso dire che i social media danno dipendenza, un po’ come il gioco d’azzardo. Alcuni esperti però vanno oltre: i social network dicono, utilizzano gli stessi meccanismo psicologici delle slot machine. Ci ha scritto un pezzo sul Guardian Mattha Busby, che cita le opinioni, tra gli altri, dell’antropologa Natasha Schüll, che ha pubblicato un saggio importante sul gioco d’azzardo, dello psicologo Mark Griffiths, specializzato proprio nel curare le dipendenze da gioco d’azzardo, dell’ex designer di Google Tristan Harris, e di un altro psicologo, Daniel Kruger, specializzato nelle dinamiche sociali.

I social media, «stanno utilizzando le stesse tecniche delle sale da gioco per creare dipendenze psicologiche e radicare i loro prodotti nelle nostre vite» riassume Busby, «Questi metodi sono così efficaci che possono attivare nel cervello meccanismi simili a quelli della cocaina, creando sindrome di astinenza psicologica». Che si tratti dello scroll di Facebook o di giocare con CandyCrush, il concetto è quello di un «loop ludico», come lo definisce Schüll, l’antropologa: una serie di cicli ripetuti di incertezza, anticipazione e feedback, a cui si aggiunge quel minimo di ricompense necessari a mandarci avanti.

È precisamente lo stesso meccanismo che utilizzano le slot machine, ha fatto notare Harris, l’ex designer di Google che alcuni hanno definito come «la coscienza della Silicon Valley. «Si tira una leva, e d’un tratto ottieni un premio o il nulla». Per capire il «loop ludico» tipico dei social media e delle slot machine, aggiunge Griffiths, l’esperto di dipendenze, bisogna partire da come funziona il meccanismo delle ricompense come gratificazioni variabili ma ricorrenti: «I social media sono pieni zeppi di ricompense imprevedibili. Cercano di attirare l’attenzione degli utenti e di fare in modo che controllare lo schermo diventi un’abitudine».