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I ritiri yoga sono come un film horror

La mania della rigenerazione spirituale: per ritrovare una “saggezza femminile” che si è persa nel tempo, non si sa bene quando e dove.

di Valeria Montebello

foto di Li Suren/Vcg

Anche senza vedere Midsommar i ritiri yoga nelle comuni per sole donne sono un horror. A differenza del film di Ari Aster, ambientato in una comune svedese, nei ritiri reali non c’è la parte più divertente e sfrenata: psilocibina, rituali, sangue su capelli biondissimi. C’è, invece, tanta “consapevolezza di sé”, tanta “natura spirituale delle cose” e tanto avocado importato. Siamo nel bel mezzo di un revival hippie – per andare di moda oggi l’hippie si è dovuto mescolare con un po’ di new age e un po’ (tanto) wellness. Un revival che va dai ritiri yoga&meditazione (meglio mindfulness, meglio un termine inglese) sempre più popolari anche in Italia, alle Stories su Instagram di Tony effe (e molti altri/e): non più droghe e vida loca, adesso che sta con la top Vittoria Ceretti solo rehab, detox, maglie scolorite dalla candeggina e cetriolini sugli occhi. La cosa che dice più spesso: ho la pelle pulita bitch. A seguire la sua beauty routine: lui che si cala pillole di magnesio, vitamina c, omega3. E, per non perdersi niente, il commento che fa più spesso sotto le foto della sua bella è: “CLEAN”. Non più bona, ma clean! Quanto può piacere ad una donna sentirsi dire “Come sei clean” al posto di “Come sei bona” o, per le studiose, intelligente? Ora molto, pare. Le protagoniste di questo revival, però, a parte Tony effe, sono le donne, anzi, le sorelle.

Sorelle che si trasformano in streghe dai caftani damascati (1000 euro) e che si sentono empowered ad indossarli senza sotto niente, nei boschi, a mo’ di sacerdotessa greca, quelle che recitavano davanti al fuoco strani mantra e poi correvano nei boschi, di notte, a sbranare caprioli. Seminari per ritrovare la “saggezza femminile” (500 euro l’uno) che si è persa nel tempo, non si sa bene quando e dove; massaggio ayurvedico a più mani al seno (200 euro): essere toccata da più mani, tipo otto, è più inquietante del sacrificio dei capri. Cerimonie di iniziazione alla femminilità affumicate da incenso e palo santo (150 euro): ogni azione è scandita dal gong che diventa una specie di martello mentale che ti fa uscire di testa. Analista quando torni a casa (altre 90 euro). Poi c’è la lezione sulle mestruazioni (questa gratis) e non è come negli anni Sessanta tipo impariamo a conoscere e gestire il nostro corpo, no, è adoriamo il nostro ciclo mestruale come una divinità, chiamiamolo “cascate della luna” e santifichiamolo. Ma anche: sedute di meditazione con scopo ultimo svenimento (300 euro). Certo, pago per svenire e per la pace interiore, o per un attacco di panico (dipende dai casi). Appena rinvenuta posso postare una foto e scrivere sotto «Ce l’ho fatta, ho superato i miei limiti borghesi». Non come al Barry’s Bootcamp: le sorelle milanesi sono troppo prese dalle sfilate canine negli spogliatoi e dall’abbinare la stuoia alle sneakers per svenire ritualmente, al massimo vomitano per il troppo sforzo dopo lo spinning. Le sorelle che vanno ai ritiri sono tutte un acciacco guarito dal rafano: applicare estratto di rafano su naso e gote prima di andare a dormire e via l’insonnia, ma anche la sinusite. È tutto un “La natura spirituale delle cose”, “Ho preso l’influenza perché ho un buco nello spirito”.

La cura di un malessere fisico, sempre qualcosa di blando o d’inventato quindi incurabile – la voce che diventa roca se parli con la persona che ti piace o un leggero tremolio percepito alla mano quando bevi l’ennesimo frullato di aloe – non è altro che una copertura. La cosa più bella da fare ad un ritiro yoga? Guardarsi una serie spazzatura con la connessione scroccata di nascosto mangiando cibo spazzatura portato di nascosto nella tua yurta. E i selfie. Circondate da giardini di cristalli come quello di Kylie Jenner. Molti selfie iridescenti assicurati. La spiritualità new age è molto instagrammabile, questo sì. Sarà una reazione al tempo veloce, occupato ogni secondo, al tempo incasellato dentro la griglia di Google Calendar? Chi può dirlo. In posti del genere si cerca qualcosa di straordinario, una rivelazione, ma qualcosa di straordinario non si cerca, arriva. E un frullato di aloe è solo un frullato di aloe, una seduta di yoga solo una seduta di yoga

Alla fine, dopo tutta quella natura e quel santificare, dopo le regole passivo-aggressive, i sarebbe meglio chiamarsi sorelle, i bisognerebbe parlare a bassa voce ed essere gentili con le altre sorelle, ci si può sempre riscoprire occidentali, incazzate e conservatrici. In città, semmai si volessero provare le sensazioni provate nei ritiri yoga, ci sono centri benessere che, fra i servizi, hanno le vasche di deprivazione sensoriale (200 euro) come quella di Unidici in Stranger Things: sono più prenotate dei massaggi thailandesi con happy ending. Anche le vasche, senza più il fascino degli anni Sessanta: almeno loro si drogavano molto prima e incontravano l’animale guida, qui si mangia solo una mela, prima. Lettini pieni di sostanza salina, semi-chiusi, bui, con cromoterapia per i più timorosi. Ti immergi, stai una o due ore et voilà: come nuove. Rigenerazione spirituale. Pare sia diventata più importante di quella strettamente fisica. Più deprivazione sensoriale, meno bocche rifatte. Più sedute di meditazione “inutili” perché “fanno bene allo spirito”, meno lampade. Dopo una “guarigione spirituale” che comprende vasca di deprivazione, lettura intuitiva, estrazione di spirito femminile, puoi sentirti rilassata, pulita, ma anche più povera. Spendere soldi solo per lo spirito, questo è il vero lusso. Ed è anche un lusso etico! – perché è un auto-miglioramento, lo stai facendo per il tuo benessere, ti stai prendendo cura di te, una cura fisica, emotiva, spirituale. Niente più borse Hermès, meglio una #Spaweek.