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Se i leoni scompaiono è anche perché non ci sono abbastanza soldi

I parchi nazionali in Africa sono vittime di numerose attività illegali. Soggetti a caccia, estrazioni di minerali e raccolta di legno di contrabbando. Ma c’è un altro, grande problema che ne mette a rischio la sopravvivenza: non ci sono abbastanza soldi per un’adeguata manutenzione. Lo ha rivelato uno studio pubblicato sul Proceedings of the National Academy of Sciences, dove si legge che il 90 percento delle quasi 300 aree protette del continente non dispone di fondi sufficienti. Per un deficit che, in totale, sfiora il miliardo di dollari.

Se la falla non verrà colmata, i parchi sono destinati a scomparire, così come le specie che li abitano. Basti pensare ai leoni, il cui numero è diminuito del 43 percento negli ultimi 20 anni. Oggi, si ritrovano solo nell’8 percento dell’habitat che occupavano in origine. La maggiorparte di loro vive all’interno di aree protette che, però, non riescono a fornire loro la protezione necessaria. Eppure, i parchi potrebbero persino quadruplicare il numero di leoni superstiti, se solo avessero abbastanza denaro.

Con fondi sufficienti, i parchi naturali potrebbero persino quadruplicare il numero di leoni (Photo by Cameron Spencer/Getty Images)

Nella loro analisi, i ricercatori hanno stimato che i parchi dovrebbero investire dai 377 ai 783 dollari al miglio quadrato. In media, un parco oggi non ne spende più di 77. L’88 percento delle strutture lavora con un budget del 20 percento inferiore a quello necessario. Quel che servirebbe all’Africa per mantenere intatto il proprio ecosistema è un investimento annuo di almeno 1,2 miliardi di dollari. Se il miliardo non si trova, avvertono gli studiosi, numerose specie subiranno un declino innarestabile.

Anche gli abitanti dei paesi in questione finiranno per rimetterci. I parchi naturali sono il perno di un’industria che porta al continente 34 miliardi di dollari all’anno. Il turismo, in Africa, è indissolubilmente legato alla natura selvaggia. Lasciare che questa scompaia, equivale a far scomparire anche migliaia di posti di lavoro. «La comunità globale deve riconoscere che qui c’è uno squilibrio, e tutti devono fare la loro parte per correggerlo», afferma sul Nyt il direttore esecutivo di Africa Region at Wildlife Conservation Society Timothy Tear.