Cose che succedono | Cronaca

Tutti stanno cercando di intervistare James Cameron, che il relitto del Titanic lo ha esplorato 33 volte

Una delle pochissime persone al mondo che in questi giorni non ha detto la sua sul Titan, il sottomarino di cui si sono perse le tracce mentre era impegnato in un “giro” turistico del relitto del Titanic (ne abbiamo scritto qui), è James Cameron. Che è anche una delle poche persone al mondo che il relitto del Titanic lo ha esplorato, certamente una delle pochissime persone – forse l’unica? C’è qualcuno, un professionista o un ente, che tiene il conto? – ad averlo esplorato per trentatré volte (il Washington Post ha pubblicato un bellissimo pezzo in cui si racconta che Cameron era impegnato in un’immersione durante gli attentati dell’11 settembre 2001). Tutti i giornali del mondo, ovviamente, stanno cercando di ottenere un’intervista con Cameron sulla questione. Per il momento, però, lui non ne vuole sapere. Il massimo che fin qui ha accettato di raccontare sono le sue esperienze di diver, nel tentativo di spiegare che cos’è che rende così affascinante e attraente un’esperienza ovviamente pericolosa come quella di un’immersione a quelle profondità.

Cameron, attraverso il suo ufficio stampa, ha raccontato alla Cnn di aver girato Titanic solo per avere una scusa per immergersi e vedere con i suoi occhi quel che resta del transatlantico. «Il Titanic era per le navi affondate quello che l’Everest è per le montagne. […] Quindi mi sono detto: farò un film hollywoodiano e così mi pagherò l’immersione. Dopo la prima volta, mi sono appassionato e non ho più smesso». Una passione che ha quasi trasformato in un mestiere: nel 2012 ha esplorato la Fossa delle Marianne a bordo di un sottomarino di sua creazione, nome di immersione Deepsea Challenger. «Non è, per me, una questione di ego, di ricchezza. […] Penso che sia la missione dell’esploratore quella di raggiungere gli estremi confini dell’esperienza umana, tornare e raccontare tutto agli altri».

Cameron ha raccontato tutta l’esperienza nella Fossa delle Marianne in un’intervista a National Geographic. Uno dei momenti più toccanti dell’intervista è quello in cui il regista racconta che cosa si prova a essere “testimoni” (così si è autodefinito) di uno «dei luoghi più inaccessibili della Terra». Ha detto, Cameron, che nell’oceano profondo, a bordo del suo sottomarino personale, si sentiva «l’uomo più solo del mondo, completamente separato dal resto dell’umanità, senza nessun possibilità di essere salvato, in un luogo sul quale nessun occhio umano ha mai posato lo sguardo».