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I detenuti americani recensiscono le carceri su Yelp

«Lo staff di Sing Sing è il più maleducato e il meno professionale del mondo». «A Rikers Island se gli scarafaggi e i ratti non ti daranno fastidio, ci penseranno i secondini». Sono un paio di frasi estrapolate da alcune insolite recensioni presenti su Yelp, il celebre sito di recensioni curate dai consumatori, che passano in rassegna (e valutano) le carceri americane.

Uno degli “ospiti” di Rikers Island, oltre a valutare il centro di detenzione, si dilunga in qualche dritta per i nuovi arrivati, come se si trattasse di un campeggio maremmano: «Cose che devi ricordare: non importa di che credo religioso sei/non sei (davvero), dì che sei ebreo. Perché? Perché ti daranno una confezione di Matzoh (o crackers, come li chiamano altri), una bottiglia di succo d’uva (entrambi settimanalmente) e andrai a incontrare il rabbino (un uomo molto simpatico che ti lascia usare il suo telefono)». Una guida minima alla sopravvivenza nel carcere del Bronx, insomma.

Ma le recensioni su Yelp nascondono anche accuse serie: lo stesso recensore scrive del centro di detenzione di Manhattan che «è meglio avere il meno possibile a che fare con le guardie carcerarie. Se li fai incazzare… le carte del tuo processo possono scomparire. L’ho visto accadere.»

Vista la crescente popolarità del sito – che nell’ultimo quadrimestre ha ospitato 36 milioni di recensioni – gli avvocati e i familiari dei detenuti americani hanno iniziato ad appellarsi a Yelp per denunciare cibo di qualità pessima, maltrattamenti o condizioni di vita insoddisfacenti.

La pagina dedicata al carcere della contea di Arlington, in Virginia, ha un commento molto positivo, invece: «La guardia non ha mai violato i miei diritti costituzionali, e mi ha anche dato una confezione di succo dopo che ho detto di essere assetato. Perciò, se avete intenzione di farvi arrestare, fatelo nella contea di Arlington».

(via)

 

Nella foto: il carcere di massima sicurezza di Alcatraz, chiuso nel 1963.