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L’Eurostar compie 25 anni ma per colpa di Brexit è in pericolo

Fin dall'inizio il collegamento ferroviario, attivato nel novembre del 1994, ha incarnato l'ideale di un'Europa senza confini.

di Studio

Un treno Eurostar viaggia attraverso la campagna del Kent, nel sud-est dell'Inghilterra, sulla strada per Londra, il 12 dicembre 2008 (Carl De Souza/Afp via Getty Images)

In occasione del venticinquesimo anniversario dell’Eurostar, a maggio di quest’anno, il Guardian ha raccolto gli articoli pubblicati in occasione della nascita del collegamento tra i due lati della Manica. Il canale è stato dichiarato dall’American Society of Civil Engineers una delle «sette meraviglie del mondo moderno». Con i suoi 50 chilometri, di cui 39 sotto il mare, a 45 metri di profondità, unisce il comune britannico di Cheriton, nel Kent, a quello francese di Coquelles, vicino a Calais.

«Da oggi non siamo più un’isola», annunciava nel 1994 il quotidiano britannico, entusiasta della novità. Per celebrare la nascita del treno e una nuova era di scambio culturale, un numero speciale di Libération venne distribuito in Francia con una versione in francese del Guardian e viceversa. Da quando è stato inaugurato, il treno ha incarnato l’ideale di un continente senza confini. È molto triste leggere queste notizie nel 2019: per colpa di Brexit, la Gran Bretagna rischia di tornare presto a essere un’isola lontana, e il mare una barriera che separa e allontana.

Il 18 novembre, in occasione del suo secondo venticinquesimo anniversario (il treno ha ufficialmente iniziato a trasportare passeggeri il 14 novembre 1994), il New York Times ha dedicato all’Eurostar un lungo approfondimento, arricchito dalle testimonianze di persone che per motivi professionali si spostano quotidianamente tra varie città europee. Che cosa cambierà nelle loro vite? Ironia della sorte: come sottolinea Matina Stevis-Gridneff, nell’articolo, molti di questi pendolari sono professionisti impegnati in questioni inerenti alla Brexit. Avvocati, economisti, esperti del commercio che si muovono tra Londra, Parigi e Bruxelles per organizzare la rottura tra Gran Bretagna e Unione Europea.

Negli ultimi anni la vendita dei biglietti non ha subito rallentamenti, anzi. Ad agosto è stato raggiunto un record di un milione di passeggeri. La società ha registrato profitti in crescita nel 2017 e nel 2018 e ha rafforzato il proprio marketing, rinsaldato da una crescente preferenza per i viaggi ecologici. Il treno ha continuato a consentire a chi abita a Londra di raggiungere in treno Parigi, Bruxelles e Amsterdam (e viceversa) con un viaggio veloce e relativamente conveniente.

La portavoce di Eurostar contattata dal New York Times si è mostrata rassicurante, sottolineando che la società sta lavorando a stretto contatto con i governi di entrambe le parti della Manica, compreso il Dipartimento dei trasporti, per garantire a tutti la possibilità di continuare a viaggiare: «Eurostar sta lavorando su entrambi i lati del canale per garantire che siano messi in atto piani solidi per proteggere i servizi e gestire efficacemente i flussi dei clienti». Al contrario, secondo quanto riportato da un documento condifenziale che il governo si è trovato costretto a rendere pubblico, un elenco di tutti i problemi che il no-deal causerebbe, i controlli di passaporto diventeranno molto più rigorosi e dispendiosi in termini di tempo (ora i controlli dei passaporti dell’Unione europea sono velocissimi), riempiendo St. Pancras, la principale stazione ferroviaria di Londra servita dall’Eurostar, con una coda di 15mila persone.