Cose che succedono | Arte

È morto Claude Ruiz-Picasso, gestore dell’eredità di un padre che lo odiava

Giovedì 24 agosto, all’età di 76 anni, è morto Claude Ruiz-Picasso. La notizia della morte è stata confermata dall’avvocato di Ruiz-Picasso, che però non ha fornito nessun dettaglio sulle cause né sul luogo della morte: per il momento, come scrive Richard Sandomir sul New York Times, si sa soltanto che Ruiz-Picasso è morto in Svizzera. Per più di 30 anni, ha gestito il patrimonio lasciato da suo padre Pablo, un lavoro al quale si era dedicato abbandonando la sua carriera da fotografo – ammiratore di David Douglas Duncan, che gli aveva regalato la sua prima Nikon, assistente di Richard Avedon, sue fotografie sono state pubblicate suVogue, Saturday Review, Time e Life, tra gli altri – e vincendo una causa in tribunale per farsi riconoscere, assieme alla sorella minore Paloma, come legittimo erede dell’artista.

Claude e Paloma sono i figli di Picasso e della pittrice francese Françoise Gilot, che mise fine alla relazione nel 1953 e raccontò i suoi dieci anni con l’artista spagnolo nel memoir Vita con Picasso, pubblicato nel 1964. Permaloso come pochi altri uomini nella storia dell’umanità, Picasso se la prese moltissimo per quello che nel libro veniva detto di lui, al punto da decidere di interrompere qualsiasi rapporto con Gilot e con Claude e Paloma, di cui non aveva però mai negato di essere il padre. La decisione di Picasso costrinse i due a risolvere la questione dell’eredità per via giudiziaria: nel 1970 Claude e Paloma chiesero a un giudice francese di essere riconosciuti come i legittimi eredi di Picasso. Nel 1974, un anno dopo la morte del padre, il riconoscimento arrivò. Nella sentenza si diceva che il fatto che Picasso fosse davvero il padre di Claude e Paloma era dimostrato, tra le altre cose, dal fatto che lui avesse dedicato a loro diverse opere.

La storia, però, non era finita lì. Solo nel 1989, dopo sei anni di cause e controcause, Ruiz-Picasso riuscì a diventare, sempre previa sentenza di un giudice, il responsabile e gestore dell’eredità del padre. Fino a quel momento il ruolo era stato conteso tra lui e tutti gli altri eredi di Picasso, compresa Jacqueline Roque, la seconda moglie dell’artista. Risolta definitivamente la questione, Ruiz-Picasso cominciò a occuparsi di autenticazione di opere attribuite a suo padre, di accordi commerciali e di lotta a falsari e imitatori. Nel 1998 firmò un accordo con PSA Peugeot-Citroen che prevedeva la cessione, per venti milioni di dollari più le royalty, del nome e della firma di Picasso. Fu così che Ruiz-Picasso tornò in tribunale: Marina Picasso, figlia di Paulo e nipote di Pablo, aveva detto di non poter accettare che «il nome di mio nonno e di mio padre sia usato su una cosa triviale come un’automobile». Nello scorso luglio, dopo più di 30 anni nel ruolo, Ruiz-Picasso aveva ceduto il posto di amministratore del patrimonio di famiglia alla sorella Paloma, nel frattempo diventata un’importante designer di gioielli.