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Esattamente 20 anni fa usciva ‘…Baby One More Time’

Esattamente vent’anni fa veniva lanciata in radio per la prima volta “…Baby One More Time” di Britney Spears: era il 23 ottobre del 1998. Pochi giorni dopo, stava al primo posto della classifica delle canzoni più ascoltate al mondo, posizione dove sarebbe rimasta a lungo. Ancora oggi resta un classico dei tardi anni Novanta: al perché una scanzonata canzonetta pop sia diventata un classico irresistibile ha dato una spiegazione Lucy Jones sull’Independent.

Il fascino da Lolita della giovanissima Spears, che all’epoca non aveva ancora compiuto 17 anni, ha senz’altro avuto il suo peso. La sua “baby voice”, così diversa dalla sua vera voce, era perfetta per il brano: «un segno distintivo e immediatamente riconoscibile fin dal primo verso». Britney è brava a comunicare il lato emotivo di un testo, anche il più scontato. Eppure, scrive Jones, il merito dei milioni di dollari guadagnati da ‘…Baby One More Time’ è tutto di Max Martin, compositore e autore dei testi.

Martin è uno svedese cresciuto ascoltando Elton John e Vivaldi, aveva studiato musica alla scuola pubblica ed era stato il frontman di una band sconosciuta ai più. Un genio del pop i cui testi hanno riempito gli album di gruppi simbolo degli anni ’90 come i Backstreet Boys e i Westlife and Robyn. Ancora oggi scrive e compone per varie star del pop, incluse Katy Perry e Taylor Swift. Proprio grazie a ‘…Baby One More Time’ che Martin è diventato il compositore multimilionario che è oggi: la melodia gli è venuta in mente in piena notte e che l’ha registrata ancora in dormiveglia. Tratto distintivo di Martin, sottolinea la Jones, è «prendere un frammento melodico e ripeterlo dappertutto. Il che dà un senso di familiarità e sai immediatamente, nel giro di due secondi, di quale canzone si tratta».

Teorie affermano che Martin usi una formula matematica per comporre: un ritornello nei primi 50 secondi e poi non più di tre o quattro accordi per l’intera traccia. Da sole però tecnica e matematica non bastano, quel che rende Max Martin un genio, continua la Jones, è la sua capacità di immaginare con precisione il modo in cui una canzone debba essere cantata. Come ha raccontato lo storico di musica John Seabrook nel suo libro The Song Machine: Inside the Hit Factory, dopo aver ascoltato la demo di Martin ci si rende conto che «la versione dello svedese suona esattamente come quella della Spears». In altre parole, Britney, Katy Perry, Taylor Swift per cui lui scrive e compone non fanno altro che cover delle registrazioni originali di Max Martin.