Attualità

Romance Scam

Truffe sui siti per single: storie che ci piacciono perché ci fanno sentire superiori (o ci spaventano)

di Violetta Bellocchio

Un giorno avete ricevuto un messaggio da uno sconosciuto. Un uomo o donna, straniero, diceva di volervi conoscere. Gli eravate piaciuti.

Se quella persona era una ragazza giovane e bella, avete pensato a un annuncio-civetta per un portale di escort, o a una cosuccia che se cliccata vi avrebbe scaraventato in una miniera di materiale pornografico. Se nella foto c’era un uomo, avete pensato si trattasse di un tragico messaggio in bottiglia, mandato da una persona molto sola o molto furba, che stava contattando mille persone alla cieca sperando in una singola risposta.

Forse è andata così, e forse eravate i destinatari di un romance scam.

Con il termine romance scam – “imbroglio sentimentale” – si intende una truffa che parte dal costruire false pagine personali sui social network, soprattutto su quelli finalizzati a farvi conoscere gente. Si basa tutto sul meccanismo del Principe Nigeriano, a sua volta un aggiornamento del Prigioniero Spagnolo, in chiave Il Vero Amore È Arrivato: la persona ti aggancia, ti corteggia, ti chiede soldi con vari scopi apparenti (biglietti aerei per «incontrarsi finalmente», prestiti per investimenti sicuri o per pagare una parcella d’ospedale…). Dopo di che sparisce. Le vittime possono solo denunciare, aspettare, e unirsi in una nuova comunità al grido di Non Commettete i Nostri Stessi Errori. La più grossa, al momento, è Online Romance Scams. Lo scopo è doppio: ottenere l’attenzione degli amministratori di social network, colpevoli, per loro, di non controllare gli iscritti con abbastanza cura, e mettere in guardia voi, raccontandovi quanto è facile cascarci per davvero. Lì trovate, ad esempio, una galleria di foto rubate (di solito dai portfolio di agenzie pubblicitarie o dagli archivi di stock images, ma in certi casi sono stati razziati profili verissimi presenti su altri siti), corposi elenchi degli alias più usati e delle frasi ricorrenti quando si scrive o si chatta seguendo un copione, e anche, adesso arriva il bello, un elenco di “segnali d’allarme” da leggere attentamente.

Tra quelli che vengono considerati segnali d’allarme:

– La persona non dice quasi nulla di sé, ma fa moltissime domande a voi;

– La persona dice di essere cittadina americana o britannica, e di trovarsi all’estero per via di un lavoro qualificato, ma scrive in un inglese sconnesso, a volte chatspeak puro, zeppo di errori di grammatica;

– La persona comincia a dire «sei la mia anima gemella, voglio stare per sempre con te» entro due-tre messaggi che vi scambiate;

– La persona non vi chiama quasi mai per nome, preferisce babyamore, e a volte vi chiama col nome di un altro.

Forse è un pio desiderio da parte mia, però credo che se voi trovaste un soggetto simile su un portale di incontri non pensereste subito a un subdolo artista della truffa intercontinentale; pensereste di aver beccato il fenomeno paranormale, di nuovo, o di stare parlando con qualcuno che cerca di giostrare quaranta profili alla volta. Questo è il motivo per cui i romance scam vengono spesso archiviati alla voce “te la sei andata a cercare” (o, peggio, “creduloneria femminile”, mentre gli scammer si fingono regolarmente sia uomini sia donne). Alcune vittime hanno detto di aver abbassato un po’ la guardia perché il finto profilo era stato messo su un sito di annunci “puliti”, alla Single CristianiJDate, oppure frequentato da presunti ragazzi alla moda (ciao, OKCupid), non nella sezione Incontri Occasionali di Craigslist. Sapevano che là fuori è un brutto mondo, ma escludevano che potesse capitare tra persone carine.

E ora, a noi.

Queste sono storie che ci piacciono perché si aprono al ridicolo, ci fanno sentire inevitabilmente superiori, sul piano tecnologico, pratico e persino morale. Oppure perché ci incutono un terrore da servizio di Studio Aperto, destinato a essere rimosso appena si presenta una preoccupazione più immediata.

Qualcuno parteggerà per l’imbroglione – immaginato sempre come un brillante giovanotto con l’orecchino, padrone del suo destino su tutta la linea – e ne elogerà lo spirito imprenditoriale. Quindi vedrà questi fabbricanti d’amore come l’inevitabile castigo divino che bastona chi si macchia della colpa massima, essere ingenuo su Internet, e le vittime come un esercito di forever alone altrimenti destinati alla gogna di Encyclopedia Dramatica (o all’ennesima burla collettiva, vedi quella che a maggio si proponeva di creare un «flash mob involontario» attraverso falsi annunci per cuori solitari). Mentre la realtà pratica della truffa prevederebbe gruppi di lavoratori asserragliati in un call center dopo l’orario di chiusura, ogni ape operaia alle prese con sei/sette conversazioni alla volta e altrettante finestre aperte, altrettante identità in ballo. Come se stessero in una content farm qualsiasi, a buttare fuori un pezzo a caso ogni 10′ purché contenente le parole Lady GaGa, matrimonio, Parigi, io, te, lei, together.

Sui media tradizionali, intanto, queste storie funzioneranno perché rappresentano una variante adulta del pedofilo acquattato sulle chat per ragazzini. To Catch a Predator senza lieto fine, se volete. E vi permettono di versare fredde lacrime vicarie, che ne so, per la postina divorziata di Tulsa che si è giocata i risparmi di tutta la vita, o i fondi per l’università del figlio. E allora vi unite al coro: che cosa orribile, è proprio vero che Internet contiene Satana. (Potreste prendere contatto, già che ci siete, con idee quali persona ossessionata dall’amore come concetto, o anche lavaggio del cervello tramite film di Katherine Heigl.)

Di rado, comunque, si parla degli aspetti più violenti del sistema: non solo denaro spillato con argomenti pretestuosi, ma autentici ricatti – là dove lo scammer ti convince a spedirgli foto dove sei nudo, oppure a masturbarti davanti alla webcam, e poi minaccia di mettere tutto online e/o metterne a parte i tuoi colleghi e familiari se non lo paghi. (Come accade.) Circolano storie anche peggiori, donne che si sono lasciate convincere a volare in Nigeria per incontrare dal vivo l’uomo dietro la maschera, e sono finite in un sequestro di persona con stupro. Ma per ora nessuno sta uscendo allo scoperto, non più di così, almeno, e non è possibile stabilire se questi episodi corrispondano a una verità o se vengano utilizzati a mo’ di favole-con-ammonimento totalmente fuori controllo.

L’anno scorso Sarah Lacy era riuscita a intervistare due scammer, in Nigeria. Uno di loro si dichiarava a posto con la coscienza, dicendo che in fondo offriva un servizio emotivo ai suoi inconsapevoli clienti, e che dosava con estrema cura quanti soldi chiedere di volta in volta.