Attualità

Neymar

di Davide Coppo

Dopo il ritratto di Eden Hazard, Giuseppe Rossi e Alexis Sanchez, continuiamo il nostro viaggio a scadenza variabile tra i protagonisti di quel bel “giochino” che è il calciomercato.

13.06 di ieri, Gazzetta.it, pagina dedicata agli aggiornamenti sul calciomercato “in presa diretta”. Le poche righe, stile Ansa, annunciano telegrafiche: «Neymar è un giocatore del Real Madrid: il brasiliano è il primo colpo di mercato del club allenato da Mourinho. Il Real lo prende per 32 milioni dal Santos». La notizia, quella principale, è vera, cioè Neymar Da Silva Santos Jùnior si è trasferito dal Brasile all’equipo del Rey, ieri martedì 14 giugno 2011. La notizia meno vera, se vogliamo leggere tra le righe (e dobbiamo leggere tra le righe, in questo caso), è che Neymar sia “il primo colpo”. Insomma, una squadra che ha già acquistato Nuri Sahin, uno dei centrocampisti più giovani e promettenti al mondo campione di Germania con il Borussia Dortmund, o Hamit Altintop, altro centrocampista turco non giovanissimo ma più che dignitoso e dal rendimento sicuro, è evidentemente una squadra che sta puntando ad acquisti mirati per colmare il gap con il Barcellona. Una squadra che punta a vincere tutto nel 2011-12, non solo la modesta Copa del Rey da buttare sotto le ruote del pullman scoperto che attraversa la Madrid in festa.

Come già appurato con Eden Hazard, anche in questo caso i filmati youtube che ritraggono Neymar sono compilation di numeri semplicemente allucinanti accompagnati da musica elettronica o simil-rap, e anche questa volta di azioni se ne vedono ben poche: la maggior parte del minutaggio si limita a zoomare sugli stinchi del ragazzo che fa passare la palla da un piede all’altro, entra ed esce dall’inquadratura un goffo difensore in scivolata, un doppio passo e… basta. Spesso, anzi, tutto questo meraviglioso circo funambolico finisce con un calcio d’angolo, o con un fallo nella trequarti offensiva. Cose belle da vedere, senza dubbio. Si potrebbe creare una categoria, i “giocatori youtube”, quelli che con i piedi in primissimo piano ti fanno agitare le mani e fare smorfie di ammirazione. Un giocatore youtube è il Robinho vecchia maniera, quello tutto fumo e pochissimo arrosto, che però ha saputo reinventarsi a Milanello come una delle seconde punte più forti al mondo. Un giocatore youtube è il Rivaldo visto al Milan, capace di saltare da fermo tre avversari per poi buttar via il pallone in maniera imbarazzante. O, rimanendo in rossonero, Ronaldinho fermo sulla linea del fallo laterale che si agita come un ossesso facendo passare la suola della scarpa più e più volte sul pallone senza riuscire a fare niente di davvero concreto. In questo (e in prospettiva europea) Neymar ricorda molti flop carioca. D’altro canto, stupisce la sua velocità in campo aperto, la difficoltà con cui i difensori che aspettano di fermarlo devono decidere l’esatto momento in cui scattare per poter centrare il momento della scivolata (non ci riescono quasi mai), la precisione del rasoterra a incrociare o del piatto sul primo palo a spiazzare il portiere.

In questo il diciannovenne con i capelli da Hamsik ricorda il più forte calciatore arrivato in Europa dal Brasile negli ultimi anni: Kakà. Rimanendo sul “fattore youtube”, le clip del giovanissimo Ricardo Izecson con la maglia del San Paolo fanno vedere un giocatore dai piedi eccellenti ma che non perde tempo in numeri ubriaca-avversari. Uno che pensa a segnare e passare la palla come prima cosa, a differenza di Neymar. Soprattutto, quello che preoccupa di quest’ultimo è il carattere: lo si vede nella spavalderia con cui, fermo davanti a un difensore, questo piegato sulle ginocchia con gli occhi fissi sul pallone, agita piede destro e sinistro sopra e a fianco alla sfera. Neymar in piedi, con le mani appoggiate sui fianchi. Inutile ribadire il concetto da bar “in Europa si beccherebbe un calcio subito, così impara”; in Europa probabilmente non avrebbe nemmeno il tempo di tenere la palla più di tre secondi. Sempre sul carattere, basti dire che al Santos ha fatto cacciare un allenatore perché l’aveva multato.

Insomma, un giocatore che in Spagna può fare bene (per i soliti luoghi comuni: in Spagna si difende largo, in Spagna ci sono praterie, in Spagna le partite finiscono 10 a 9), ma con molte riserve. Soprattutto è l’ennesimo “erede di Pelè” incoronato da Pelè stesso, che in quanto a lungimiranza ne indica cento per azzeccarne uno. Meglio per la Juventus, tutto sommato, che Neymar sia andato al Real Madrid: una squadra che ora dovrà sfoltire il parco attaccanti, e a Torino uno come Benzema farebbe molto comodo, così come un Higuain.