Attualità

Mark Darcy=IL MALE

È morto ma continuerà a fare danni. Il defunto marito di Bridget Jones ha rovinato la psiche femminile incarnando un archetipo deleterio.

di Anna Momigliano

«Per tutto questo tempo mi sono detta che non voleva sposarsi, ma la verità è che non voleva sposare me» è una delle mie linee preferite in Harry ti presento Sally: fa parte della scena, ribattezzata da una mia amica “buahhhh, lei si chiama Kimberly, in cui Sally racconta a Harry che il suo ex sta per impalmare un’altra fanciulla, cioè Kimberly. Ora, sul film con Billy Crystal e Meg Ryan potete pensarla un po’ come volete, ma su una cosa si dovrà convenire: la compianta Nora Ephron ci ha regalato alcuni utili corollari su uomini e donne. Per esempio: quando si parla di uomini, le donne si raccontano un sacco di balle.

E adesso parliamo un po’ di Bridget Jones.

Per chi si fosse perso la notizia, rimbalzata un po’ ovunque, ecco un recap. A brevissimo uscirà il nuovo libro di Bridget Jones, il terzo della nota serie che-più-chick-lit-di-così-non-si-può: Bridget Jones: Mad About the Boy, disponibile a partire dal 10 ottobre. Alcuni estratti sono stati pubblicati in anteprima sul Sunday Times lo scorso 29 settembre. Da questi si deduce che nel nuovo capitolo della saga Bridget Jones 1) è in età da menopausa, 2) ha due figli infestati di pidocchi nonché 3) un toy boy, 4) è vedova e 5) Mark Darcy è morto. Ovviamente i punti 4 e 5 sono direttamente collegati, dal momento che Bridget e Mark si erano sposati e riprodotti (vedere punto due). La notizia del decesso di Mr Darcy, avvenuto per ragioni che restano da chiarire nel gap temporale che intercorre tra il secondo e il terzo libro, ha gettato nel panico un po’ di fan, alcuni dei quali hanno dichiarato su Twitter il loro odio verso l’autrice Helen Fielding. Ah, BuzzFeed ci ha fatto questa cosa qui.

Jezebel, il blog femminil-femminista di Gawker media, ha invece colto lo spunto per analizzare Mark Darcy come archetipo. È una questione piuttosto seria, perché si tratta di un deleterio tropo letterario nato assai prima del Mark Darcy di Bridget Jones, nonché destinato a perdurare nel tempo, ovvero a fare danni, anche dopo la sua morte.

Facciamo un passo indietro. Mark Darcy, così come interpretato da Colin Firth, è un personaggio incredibilmente meta. Il nome, ovviamente, è un omaggio al protagonista di Orgoglio e PregiudizioMr Darcy. Colin Firth aveva interpretato proprio Mr Darcy nella serie televisiva tratta dal romanzo di Jane Austen trasmessa dalla Bbc negli anni Novanta, e Helen Fielding aveva pensato proprio a lui (nel senso: il Darcy vittoriano, così come interpretato da Colin Firth) per modellare il personaggio di Mark Darcy che appare nei suoi libri. Dunque, quando s’è deciso di adattare il romanzo in film, beh, Colin Firth era la prima scelta.

A parte Colin Firth, che cosa accomuna il Darcy di Orgoglio e Pregiudizio con quello di Bridget Jones? Come nota  Jezebel, s’inseriscono entrambi in un comune filone para-letterario di «algidi uomini stoici che trattano l’eroina del racconto con indifferenza o disprezzo finché il vero motivo della loro alterigia è finalmente svelato. Alla fine, si scopre, lui è follemente innamorato di lei ed essere uno stronzo era l’unico modo per contenere i suoi seeeeeeentimenti. Una volta che tutto è chiarito, lui smette di essere uno stronzo e inizia a essere il romanticone che è stato concepito per essere fin dall’inizio».

Ora, tutto questo può essere archiviato alla voce di “colossale sega mentale”, sia dal punto di vista narrativo che da quello sentimentale.

Partiamo dalle cose serie (l’aspetto narrativo) per poi scadere nella più becera psicologia pop. Quello del maschio-che-sembra-stronzo-e-invece-è-innamorato è peggio di un semplice cliché: è un cliché che non convince. Ok, lasciamo stare Orgoglio e Preguidizio, che è di due secoli fa. Il Mark Darcy contemporaneo è, molto banalmente, un personaggio che non sta in piedi. Una di quelle macchiette di cui lo spettatore/lettore si ritrova a pensare: ma gente così esiste soltanto nella testa degli sceneggiatori di Sex and the City!

E infatti Jezebel definisce il «complesso di Mark Darcy» come «il rovescio della medaglia della Manic Pixie Dream Girl», termine coniato dal critico di A.V. Club Nathan Rabin per descrivere quelle co-protagoniste femminili dal coefficiente caratteriale prossimo allo zero la cui unica funzione narrativa consiste nel salvare il protagonista maschile da se stesso. «La MPDG esiste unicamente nella fervida immaginazione dei registi-sceneggiatori sensibili, per insegnare a uomini profondi e pensierosi ad abbracciare la vita con i suoi infiniti misteri e le sue avventure», spiegava Rabin. Similmente, il Darcy-archetipo esiste soltanto nella fervida immaginazione delle scrittrici-sceneggiatrici desiderose di compiacere un pubblico femminile alla ricerca di un feticcio rassicurante.

Il Darcy-archetipo, variante altoborghese dello stronzo dal cuore d’oro, è quasi sempre più quadrato della protagonista, gradevolmente più anziano, meglio vestito e meglio socialmente adattato di lei.

La Manic Pixie Dream Girl è quasi sempre una svampita dai facili entusiasmi e dai gusti un po’ troppo infantili, il look indie è ricorrente, ma non d’obbligo (tropo meravigliosamente parodiato in Arrested Development tramite il personaggio di Rita Leeds, interpretato da Charlize Theron, fanciulla dai gusti bizzarri che dapprima sembra iniziare il protagonista alle piccole gioie della vita come i palloncini rossi, ma che poi si scopre avere soltanto il cervello di una poppante). Il Darcy-archetipo, variante altoborghese dello stronzo dal cuore d’oro, è quasi sempre più quadrato della protagonista, gradevolmente più anziano, meglio vestito e meglio socialmente adattato di lei. Parte della sua non credibilità sta nell’essere, quasi sotto ogni aspetto, migliore della protagonista, che non si capisce come possa costituire il suo interesse romantico.

Ma il danno, purtroppo, non è solo narrativo.

Il Darcy-archetipo è permeato nella vita reale: chi infatti non ha mai avuto un’amica che, davanti a un uomo che la ignora o la tratta a pesci in faccia, si è convinta che “lo fa solo perché gli piaccio”? Il fenomeno raggiunge la fase più acuta tra la fine delle elementari e la scuola media, ma nei casi più gravi perdura in età adulta. E cosa c’è di peggio di una donna respinta che si convince che lo stronzo al di là della sua portata in realtà è segretamente innamorato di lei? Probabilmente, solo l’amica che tenta di convincerla che lo stronzo al di là della sua portata in realtà è segretamente innamorato di lei. Le fan di Bridget Jones me le immagino un po’ così.

Mark Darcy incarna il lato peggiore del masochismo femminile, la tendenza di alcune donne a vedere soltanto quello che vogliono vedere nell’uomo per cui si sono prese una cotta: se lui mi ignora, è perché è segretamente innamorato; se  mi tratta male è perché ha paura dei suoi sentimenti; se non vuole fidanzarsi con me perché è allergico alle relazioni stabili.

Naturalmente la verità, come ricorda un altro noto film a metà strada tra il self-help e la chick lit, è molto più semplice: quando un uomo non ti si fila, è perché non gli piaci abbastanza. Se ti tratta male non è perché vuole nascondere il suo incondizionato amore, ma perché è uno stronzo. O, peggio ancora, perché è uno stronzo con te, e magari con un’altra sarebbe un principe azzurro. Infine, per tornare al discorso di Harry ti presento Sally, gli uomini allergici alle relazioni stabili non esistono, e se esistono sono molti meno di quanto non si dica: se un uomo non vuole fidanzarsi e/o sposarsi con te, è proprio perché non vuole farlo con te.

Alle donne, si diceva, piace raccontarsi tante balle sugli uomini che non le vogliono. Quando ci penso, mi sembra una cosa un po’ triste. Però cerco di guardare il lato positivo: possiamo sempre dare la colpa a Mark Darcy.