Un film appena uscito nelle sale americane, The Space Between Us, racconta la storia di un’astronauta che scopre di essere incinta durante una missione spaziale diretta su Marte. La donna muore ma il figlio, Gardner, sopravvive e diventa il primo essere umano nato in una colonia sul Pianeta rosso. Quanto c’è di verosimile in questa fiction? Le regole interne della Nasa proibiscono espressamente alle donne in gravidanza di partecipare alle missioni, e ogni astronauta donna è sottoposto a un test di gravidanza dieci giorni prima della partenza. Ma se qualcuno riuscisse a eluderle?
Di sicuro, è stato dimostrato che l’esposizione a radiazioni e all’assenza di gravità riduce la fertilità degli spermatozoi e aumenta i rischi di contrarre il cancro uterino. Altri filoni di studi hanno dimostrato che, per quanto il concepimento sia teoricamente possibile, gli embrioni non si sviluppano come accade a terra. Anche perché, ha notato un paper, «un feto non può fare esercizio come un astronauta», e il bambino rischierebbe di avere muscoli delle gambe quasi assenti, ossa troppo lunghe e un cuore piccolo e congestionato. Sarebbe, insomma, perfetto per galleggiare nello spazio, ma incapace di vivere sulla Terra.