Oggi vi proponiamo una manciata di storie che vanno dagli sport estremi al comfort del vostro bagno, esplorando il passato (e il futuro del turismo in Italia) e i piani per farci vivere oltre i 100 anni. C’è anche il co-creatore dei Simpson che lotta contro la morte e vuole usare la sua fortuna a fin di bene e una rilettura delle gesta dei Vichinghi, popolo che abbiamo interpretato male, molto male.
E molto altro, ovviamente.
Buona lettura.
“The Crumbling and Abandoned Remains of Italy’s Once-Grand Discotheques” – Slate
Un progetto fotografico sulle discoteche abbandonate italiane, edifici spettrali che un tempo erano il massimo della vita.
“What Happens When We All Live to 100?” – The Atlantic
Che cos’è il Buck Institute, uno dei tanti enti che vuole allungare la vita umana rendendoci tutti centenari.
“Poop Like a Caveman” – Medium
Cosa fare nei nostri bagni, spiegato da Kevin Roose su solide basi scientifiche.
“Deep into Green” – The New York Review of Books
Una storia dell’uso del colore verde nell’arte, una questione molto più complicata di quel che potete pensare (per esempio, il verde è sempre esistito?).
“How the Vikings Saved Europe and Got a Terrible Reputation” – The Daily Beast
Tutta questa storia che i vichinghi fossero brutta gente intenta a distruggere e saccheggiare non fa giustizia al popolo nordico. Che ha distrutto e saccheggiato un sacco di posti, ma così facendo ha risollevato l’economia dell’Europa medievale. Così almeno sostiene un saggio di recente uscita.
“We Are A Camera” – The New Yorker
Come la telecamera GoPro ha rivoluzionato il nostro modo di vivere il mondo e rappresentarlo, trasformandoci tutti in obiettivi fotografici.
“Always Leave Them Laughing” – Vanity Fair
Sam Simon, figlio di una burrascosa famiglia californiana che conosceva i principali artisti del mondo, è uno dei creatori dei Simpson. Dal 2012 lotta con il cancro e ha deciso di spendere i suoi soldi facendo del bene.
“The Grand Tour, 2.0” – Aeon
Ripensare il Grand Tour, il tradizionale viaggio in Italia dei nobili inglese tra il Settecento e l’Ottocento, come il sacro Graal dei viaggi “formativi”. Ma è possibile riproporlo nel settore turistico odierno?