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Il primo Keynote senza..

La presentazione di iPhone 4s di qualche giorno fa, vista col senno di poi

di Alberto Forni

Ad averlo saputo, il primo keynote dell’epoca post Jobs (che sarebbe comunque stato tale a prescindere dalla scomparsa del fondatore della Apple), lo si sarebbe guardato con maggiore condiscendenza. E adesso invece è probabile che si finirà per vederlo come la conferma che dopo di lui, niente sarà come prima.

Perché la presentazione del nuovo iPhone, inutile nasconderlo, è stata piuttosto deludente e si è trascinata stancamente nel riepilogo di tutta una serie di fatti di cui si era già abbondantemente parlato nei mesi scorsi: il successo dell’iPad, quello di Lion, le nuove funzioni dell’imminente iOs 5 fino ad arrivare al lancio del nuovo smarthone che tuttavia non è, né avrebbe potuto essere, un prodotto rivoluzionario. Di questo, di un prodotto rivoluzionario, avrebbero avuto bisogno Tim Cook e soci, fantastici uomini azienda nelle cui mani il futuro della Apple è probabilmente al sicuro, ma il cui livello di coolness sul palco è davvero basso.

Di una cosa di sicuro l’ex CEO sarebbe stato orgoglioso: questa volta Apple ha salvaguardato la sua proverbiale segretezza, non solo evitando che accadessero episodi disastrosi come lo smarrimento del prototipo dell’iPhone 4 dell’anno scorso, ma dando pure una buca clamorosa a tutti i produttori di cover cinesi che fino a oggi non avevano sbagliato un colpo. La colpa, si dice, è di un prototipo che Apple stava provando o che, così almeno dicono i maligni, ha fatto apparire ad arte per scompigliare le carte. Il risultato è che negli ultimi mesi sono comparse diverse custodie relative a un telefono dalla forma a goccia simile a quella dell’iPod Touch. Per quanto non ci fossero altri indizi a supportare questa tesi, la pista era così calda che qualche giorno fa le cover incriminate sono addirittura apparse in un negozio AT&T americano.

Riguardo alla questione della segretezza, qualche settimana fa un importante sviluppatore ha raccontato di come Apple gli abbia fatto provare in anteprima l’iPad portandoglielo a domicilio. Le condizioni erano: una stanza senza finestre e una serratura della porta che fosse sostituibile, la possibilità di fare un buco nel tavolo per assicurarvi il prodotto con una catena da bicicletta, tutti i dati delle persone ammesse alla prova. Aggiungete che il prodotto era inserito in una falsa cornice per cui si vedeva solo lo schermo e non si poteva capire che forma avesse e che gli uomini in nero della Apple hanno fotografato la texture dei tavoli in modo che fosse possibile risalire ai traditori nel caso che qualche foto finisse in rete e avrete un bel quadretto di quello che con un eufemismo potremmo definire “paranoia Apple”.

La presentazione dell’iPhone 4S ha ovviamente scontentato più di un fanboy di ultima generazione (quel genere di persone che se ogni sei mesi la Apple non presenta un prodotto rivoluzionario si sentono giù di corda) e offerto polvere da sparo ai detrattori dell’azienda di Cupertino (quel genere di persone che se ogni sei mesi la Apple non presenta un prodotto rivoluzionario dicono Ve l’avevo detto, Siete dei fighetti e cose del genere). E dal momento che non solo non è possibile presentare un prodotto rivoluzionario ogni sei mesi, ma non è possibile farlo neanche ogni anno, all’iPhone 4S, così come a suo tempo al 3GS, è stato affidato più che altro il compito di fare andare avanti le lancette dell’orologio rinnovando un prodotto che ha venduto, vende e venderà ancora. Può darsi però che Apple abbia già raggiunto il peak oil degli smartphone, perché a dispetto del fatto che Tim Cook affermi, dati alla mano, che c’è ancora molto mercato da conquistare, ci sono alcuni fattori da prendere in considerazione: il momento economico, il fatto che si tratti di un upgrade rinunciabile, la sensazione che si stia creando un solido fronte anti Apple (a cui contribuiscono senza dubbio deliri come questo), il fatto che il nuovo modello arrivi a un anno e mezzo di distanza dall’altro (cosa che renderà più difficile o comunque meno remunerativo switchare piazzando il vecchio telefono sul mercato).

Le novità dell’iPhone 4S girano tutte intorno alla solita muscle list di aggiornamenti hardware – il processore più potente, la fotocamera con più megapixel e qualche fronzolo aggiuntivo, il 1080p (che è puro marketing: chi ha bisogno di andare oltre i 720p dei video sempre trababallanti di un telefono?) – e una interessante novità, l’unica vera novità del keynote, che però rischia di diventare un’arma a doppio taglio anzi, non per essere pessimisti, ma rischia di essere per l’iPhone, quello che il riconoscimento della calligrafia è stato per il Newton (Pesca? Fresca? Vattelappesca?). Con tutto che le due cose hanno ovviamente pesi estremamente diversi: una rappresenta solo una funzione in più, mentre l’altra era la base intorno alla quale girava tutto il progetto.

La novità dell’iPhone 4S è Siri, un assistente vocale che la Apple ha perfezionato a partire dall’acquisizione di una società, Siri appunto, che lo stava sviluppando.

Si tratta di una funzione, per il momento disponibile solo in lingua inglese, francese e tedesca, che attraverso comandi vocali permette di scrivere mail, segnare note e appuntamenti, farsi leggere sms e rispondere a semplici domande come Che tempo farà oggi?, Qual è la quotazione della Microsoft in borsa?, Che appuntamenti ho giovedì? Siri, che tanto per togliere ogni dubbio viene bollata come in fase “beta”, è sicuramente molto affascinante ed è probabilmente il futuro dell’interazione con gli smartphone.

Chi frequenta i programmi di riconoscimento vocale, sa quanti passi in avanti abbiano fatto negli ultimi anni. Sa anche però che se il programma riconosce il 99% delle parole, la cosa rischia di essere frustrante perché implica sempre e comunque il fatto di mettere le mani sulla tastiera, di correggere continuamente.

Vedremo quindi se Siri rappresenterà il primo passo verso il futuro oppure se tutto alla fine si risolverà nell’ennesimo specchietto per le allodole.

Anche perché la funzione dell’iPhone 4 per chiamare un numero con la voce è, a ragione, una delle meno usata di tutte (Francesco Baccini? Carlo Cudicini? Franco Papini?).

Un keynote però non fa primavera. Ed è probabile che nei prossimi anni Apple prosegua con sicurezza sulla strada già tracciata. Il problema semmai è che in questo momento, dopo le voci sulla probabilità che Apple realizzasse un telefono e le voci sulla probabilità che realizzasse un tablet, le voci tacciono perché in questo momento è difficile immaginare un altro prodotto, un nuovo prodotto. Cosa può esistere oltre l’essenzialità estrema dell’iMac o dell’iPhone? Qual è il futuro dei computer e della tecnologia collegata? Forse lui l’avrebbe visto questo futuro. Forse lui, adesso, già lo vede questo futuro. Ed è sicuramente un futuro bellissimo. Semplice. Utile. E con un design mozzafiato.