Attualità

Confronto alla milanese

Sobrio, equilibrato, in linea col momento della città: siamo stati negli studi di SkyTg24 per il dibattito fra i candidati sindaco del capoluogo lombardo.

di Davide Piacenza

Il confronto di SkyTg24 che chiarirà le idee agli elettori delle elezioni comunali della settimana prossima inizia con Milano, e più precisamente con una serata negli studi del quartiere Rogoredo. Ci si accredita accanto a un ingresso stipato di fuggiaschi del maltempo che colpisce senza sosta da stamattina, e all’interno il premuroso staff Sky ha cura di dividere la stampa dai «supporter». Così, come da celebrato modello all’americana, è ribattezzato il seguito ufficiale di ognuno dei tre candidati partecipanti: Stefano Parisi per il centrodestra, Beppe Sala per il centrosinistra, Gianluca Corrado per il Movimento 5 stelle.

Varcata la soglia della zona security e attraversato un cortile che espone di nuovo brevemente alle intemperie, ci accomodiamo in una sala con tavolini circolari e un buffet a cui si servono supporter delle varie fazioni e giornalisti, già di nuovo insieme, riuniti in una scena dai benauguranti rimandi ecumenici. A un certo punto la produzione dello show inizia a manifestarsi in richiami via via più urgenti ai sostenitori presenti. Qualche collega della stampa intervista adepti di ogni credo, ma dopo pochi minuti è chiaro che bisogna prepararsi per la diretta; a un supporter grillino che indossa un’inspiegabile camicia a fantasie floreali viene chiesto di non attardarsi con la sua brioche salata, così obbedisce ed entra. Rimaniamo soltanto noi reporter con la schiena dritta e il piattino ormai vuoto, in attesa delle prossime istruzioni.

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Alla fine si avvicinano le 21 ed entriamo in una sala stampa dotata di un megaschermo per seguire quanto avviene sotto di noi. Al timone del dibattito c’è l’abile e rodato Gianluca Semprini, che d’altronde stasera non si troverà a fare i conti con ospiti propensi a usare toni trumpiani. Il primo brusio nel parterre media arriva a pochi minuti dall’inizio dello show, non troppo a sorpresa per una dichiarazione del M5s Corrado. L’argomento iniziale è pioggia e maltempo, forse per ricordare cosa attende tutti quanti alla fine della serata. «Sarebbe andata meglio con la sua Milano?», chiede Semprini al candidato di Grillo, riferendosi a problemi di traffico congestionato e disservizi in giorni di temporali come quello odierno. Lui inizia la sua risposta con un serafico «mi auguro di sì». Un uomo seduto accanto a me commenta ironico: «“Mi auguro di sì”? Me lo auguro anche io, se è per questo».

Il format funziona: ci sono due possibilità di replicare per ogni candidato, e un minuto a testa per risposta. L’ex ad di Fastweb Parisi comincia in sordina («c’è bisogno di pulire i tombini») ma poi è bravo a carburare col passare dei minuti; Sala appare tutto sommato sicuro di sé, e con piglio da manager alpha snocciola ormai consumatamente i successi ottenuti dall’esposizione che si ostina a pronunciare «Espo»; Corrado, dal canto suo, forse meno avvezzo ai palcoscenici, risponde con uno sguardo fisso che ricorda istintivamente quello di un liceale che ripete la lezione per un’interrogazione che prepara da mesi.

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Dopo la pioggia si parla in ordine di sicurezza, di questione immigrazione, di smog, di tasse, dell’eventualità di costruire una nuova moschea in città. Come è già stato notato durante la campagna elettorale, i punti di contatto tra i contendenti stasera paiono essere diversi, forse perché Milano vive un momento particolarmente fortunato: il confronto urlato e contrapposto potrebbe non giovare a nessuno. Certo, sulla sicurezza e la questione profughi Parisi e Corrado provano a distinguersi (Parisi dice che «Pisapia ha tolto i vigili di quartiere» e di pensare «soprattutto ad azioni di intelligence per perseguire i reati», Corrado sostiene che è «per demagogia» che non si riutilizzano gli spazi di Expo per accogliere i migranti), ma l’impressione è che l’atmosfera sia pacata. Nemmeno lo stratagemma pavloviano della questione moschea che tanto aveva acceso le amministrative del 2011 ottiene l’effetto intuitivo: al candidato del centrodestra basta sapere da chi arrivano i fondi per costruirla, dice; per Corrado va organizzato un referendum per decidere l’assetto e la dislocazione dei luoghi di preghiera islamici; Sala cita il diritto di culto e propaganda garantito dalla Costituzione.

Un tema con insospettabili convergenze tra Pd e M5s è quello dell’ambiente e della mobilità sostenibile, con Corrado che vuole la «prima Ztl per auto elettriche d’Italia», nonché rendere lo scalo Farini «il Central Park milanese» (nessuno noterà differenze, con un po’ di buona volontà). Parisi decide di tornare al cavallo di battaglia della legalità sul tema delle occupazioni abitative, sostenendo en passant che «i centri sociali vanno mandati via, punto e basta», mentre il grillino sottolinea l’importanza di nuove politiche di social housing e Sala dichiara di voler chiedere l’aiuto del governo per rispondere all’emergenza abitativa delle periferie.

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Arriva, finalmente, il momento delle domande di tre supporter estratti a sorte agli avversari politici. A Sala, verrebbe da dire purtroppo per lui, tocca essere rappresentato da una sua sostenitrice che tenta un panegirico del candidato Pd, viene repentinamente interrotta dal conduttore e poi finisce per domandare a Corrado se sarebbe disponibile a comportarsi in maniera costruttiva per non dimenticare «gli ultimi». Mirabili dictu, il candidato pentastellato risponde che sì, sarebbe disponibile a comportarsi in maniera costruttiva per non dimenticare gli ultimi. Uno studente venticinquenne parisiano è invece il prescelto che incalza Sala: «Ci sono aziende che hanno lavorato con lei a Expo e le stanno finanziando la campagna elettorale?», chiede il ragazzo, a cui viene risposto che «per trasparenza» tutti i contributi sono online. Quindi, il grillino domanda a Parisi se ci starebbe, da sindaco, a «usare i software che rendono disponibile ai cittadini il bilancio pubblico comunale», cui segue una divagazione fatta di technicalities del candidato forzista. Momento vagamente sonnolento, ma le cose miglioreranno.

Parisi dimostra qualche timidezza quando deve elencare le sue proprietà immobiliari (ne conto sei; Sala è fermo a due, Corrado a metà di un appartamento «di 90 metri quadri»), ma sottolinea di aver speso meno della metà di Sala per la sua campagna elettorale (brusii dal pubblico, i quattrocentomila euro dichiarati sembrano a molti dei presenti un po’ pochini; forse però non sono al corrente della situazione del Milan). Tutti e tre gli aspiranti primi cittadini fanno centro al primo colpo quando sono chiamati a specificare la percentuale di bilancio spesa dal Comune di Milano in tre diversi settori, anche se il candidato della destra ascoltando il suo dato reale assume un’espressione da “è andata bene”. In sala stampa c’è chi twitta compulsivamente, chi scrive, chi obietta su alcune frasi, chi è già passato al nuovo catering gentilmente offerto dalla produzione. Arriva il momento del gran finale: la telecamera che stringe sul volto del candidato, un minuto e mezzo concesso da Semprini agli sfidanti per spiegare perché votare per loro. L’appello più riuscito è quello di Sala, in versione lirismo elettorale parla di una «Milano della speranza da contrapporre alla Milano della paura»; Parisi si limita a fare il suo sostenendo che «Milano ha bisogno di essere migliore»; Corrado ricorda, attingendo agli evergreen del suo non-partito, che il Movimento non ha finanziatori, «siamo liberi».

Il sondaggio finale di Sky, a testimonianza di un incontro senza colpi bassi o particolari clangori di spade incrociate, vede Sala, Parisi e Corrado abbastanza vicini a un terzo dei voti ciascuno. “Mr Expo” (pardon: «Espo») risulta primo, col 35% delle preferenze. Si è parlato tanto di periferie, durante questa serata, e chissà se il pensiero di qualcuno dei partecipanti è andato proprio a Rogoredo, la zona di sud-est che sorge attorno agli studi, ai supporter, alle tartine e ai dibattiti in prime time. Intanto ha spiovuto e la riattraverso di fretta in direzione della stazione, chiedendomi per gioco come potrebbe cambiare volto a seconda di quale candidato verrà eletto. Spero fino all’ultimo di vedere il possibile sindaco grillino risalire sulla sua utilitaria e sparire nella sera umida verso il suo appartamento di 90 metri quadri, ma non succede.