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La stazione più sfortunata d’Europa diventerà un hotel
La stazione di Canfranc, comune spagnolo che conta meno di mille abitanti situato nella comunità autonoma dell’Aragona e conosciuta da molti come la “Titanic delle montagne” per via della sua complicata storia, diventerà un hotel di lusso. La stazione, capolinea della linea che parte da Saragozza, oggi funziona solo come piccolo snodo locale, ma il progetto del nuovo hotel punta a rivalutare l’intera zona: l’albergo di 104 camere è stato infatti progettato dagli architetti Joaquín Magrazó e Fernando Used in collaborazione con il governo regionale dell’Aragona e la catena alberghiera Barceló. Il costo preventivato è di 27 milioni di euro, di cui il governo aragonese contribuirà con 12 milioni di euro per riparare i binari e sviluppare l’area circostante. La facciata originale sarà conservata, mentre è in costruzione una nuova stazione dietro già quella esistente e vi si accederà attraverso il vestibolo dell’hotel. Il complesso comprenderà un centro congressi da 200 posti, un museo ferroviario, diversi negozi e anche un rifugio per pellegrini, visto che Canfranc si trova su una delle strade per Santiago de Compostela.
Come ha raccontato al Guardian Alfonso Marco, autore di El Canfranc, historia de un tren de leyenda, sono tanti gli avvenimenti che, per quasi un secolo, hanno reso questa stazione – che in passato la stazione era di confine fra la rete spagnola e quella francese – un luogo quasi mitologico. Iniziata nel 1852, fu completata solo nel 1928: durante la cerimonia di apertura della linea, il re spagnolo Alfonso XIII disse grandiosamente: «I Pirenei ora non esistono più». In realtà, la sua storia è stata costellata da fallimenti, incidenti, corruzione e inefficienza. Ci sono molti miti e leggende che circondano la stazione, come quella che avrebbe cambiato il corso della seconda guerra mondiale. Ovviamente non è vero, ma di certo ha avuto un ruolo: dopo che i nazisti occuparono la Francia, il regime franchista spagnolo usò Canfranc per scambiare il tungsteno, elemento chimico vitale nella produzione di carri armati, con l’oro tedesco, inclusa una singola spedizione di 86 tonnellate, perché Franco voleva sì mantenere dei buoni rapporti con il Regno Unito e gli Stati Uniti ma allo stesso tempo non voleva rinunciare alle opportunità commerciali con la Germania.
Si è detto spesso che la stazione fosse un crocevia di spie, sia tedesche che degli Alleati, e anche che molti ebrei la utilizzarono per sfuggire al regime di Vichy (cosa vera, ma non avvenne in numeri massicci). Secondo Marco, c’è un po’ di verità in tutte queste storie, ma per la maggior parte sono grandemente esagerate, soprattutto quella secondo cui la bandiera nazista sventolasse a Canfranc: impossibile, visto che i nazisti non occuparono mai la cittadina. Nel 1970 un deragliamento danneggiò un ponte e da allora la stazione, con le sue 365 finestre e la banchina lunga 200 metri, fu lasciata decadere e diventò quello che Marco descrive come «un involontario mausoleo». Oggi Canfranc è meta degli appassionati di architetture abbandonate, ma il nuovo hotel promette di scrivere un altro capitolo nella sua storia.