Attualità

Un’altra canzone per l’estate

"La musica" dei romani Testaintasca, con tanta voglia di anni '60 e poca hipsteria. Consigli per l'estate

di Francesco Pacifico

La canzone

 

È arrivata la chiusura estiva e non mi sento di mandare nessuno in vacanza senza prima aver consigliato un altro gran pezzo da spiaggia dopo “Un ragazzo per l’estate” di Marcello e il mio amico Tommaso. Il pezzo si chiama “La musica” e anche stavolta fornisco testo e accordi a scopo falò. Il gruppo si chiama Testaintasca e ha una sezione ritmica romana e una coppia di fratelli pugliesi alle chitarre e voce. La prima persona che mi ha parlato di questo gruppo mi ha detto che erano un incrocio di Kinks e Edoardo Bennato. Dopo averli ascoltati dal vivo ho pensato che in Italia non c’è nessuno che arriva ai ritornelli col loro entusiasmo. Hanno inciso dodici pezzi ma solo due sono postati su Soundcloud. Il loro disco in attesa di etichetta mi sta impedendo di lavorare, lo ascolto sempre e faccio poco, ma non lo posso postare né qui né altrove perché ho giurato di non farlo. Dal vivo suonano benissimo, hanno delle belle chitarre, e i due fratelli Conte sembrano o due apostoli o Ray e Dave Davies dei Kinks. Si presentano venerdì 3 agosto al Circolo degli Artisti a Roma. Chi viene noterà con quanto entusiasmo affrontano i ritornelli, e quanto i loro anni Sessanta siano privi del garage patinato hipster che va oggi. Se non avessi fatto voto di non citarlo mai, direi che la loro vena civile allegra fa pensare a Rino Gaetano, ma non lo dirò mai. “La musica” ha un ritornello meta che misura il tuo rapporto con la musica: se non lo canti a squarciagola e senza cinismo vuol dire che non ti è mai piaciuta la musica, hai sempre fatto finta. Urlare: “E quindi sì, a me la musica mi piace tanto!” ti svolta qualunque giornata. Funziona molto bene in motorino.

 

“La musica” (Fabio Conte)

(DO) Ah io proprio non capisco perché mi (FA) fai questa tua strana domanda

(RE) Sembra proprio non mi conoscessi più dopo tre (SOL) anni che siamo chiusi in una stanza

(DO) Ah sprofondo in solitudine se (FA) ripenso a questa tua strana domanda

Non (RE) senti che il mio corpo va in libidine che si (SOL) tratti di Mozart o La Bamba

E quindi (DO) sì, a me la musica mi piace (FA) tanto, sono contento quando la (RE) suono o quando la ascolto per (DO) sbaglio (SOL)

(DO) Anche se è una situazione (FA) irritante la vivo bene se nella (RE) mente un suono mi accompagna (DO) lentamente (SOL)

DO FA RE SOL (x2)

(DO) Almeno una due tre o quattrocento sono le (FA) volte che ti ho detto mi accontento così

mi (RE) bastano le corde di metallo (SOL) attaccate ad un buon pezzo di legno così

ma (DO) poi come al solito va in ballo il fatto (FA) che io non sia maturo e tutto il resto noo

non (RE) ami che io sprema il mio cervello fino a (SOL) tarda notte per un ritornello

che dice (DO) sì, a me la musica mi piace (FA) tanto, sono contento quando la (RE) suono o quando la ascolto per (DO) sbaglio (SOL)

(DO) Anche se è una situazione (FA) irritante la vivo bene se nella (RE) mente un suono mi accompagna (DO) lentamente (SOL)

Se nella (RE) mente un suono mi accompagna (DO) lentamente

 

(La scena indie romana ha una qualità molto bella che spiegherò con due aneddoti: ho scoperto Cento lame, il pezzo dei Mostri di cui ho scritto tre volte mesi fa, perché a una festa a casa di amici il cantante dei Cani e Marcello Newman di Jacqueries e di Marcello e il mio amico Tommaso – responsabili dell’epica “Un ragazzo per l’estate” – l’avevano suonata con la chitarra e con molto sentimento, facendomi venir voglia di ascoltare i Mostri. L’altra sera in un locale sdrucito di Testaccio il cantante dei Mostri, Pietro Di Dionisio, gestiva una serata con chitarra e palco liberi per chi volesse salire a suonare quello che gli pareva, dai Beatles a Battisti agli Oasis. A un certo punto, Pietro ha preso il bassista dei Testaintasca e insieme hanno cantato e suonato La musica, con vari musicisti di vari gruppi che ascoltavano e cantavano. Essendo io storicamente un rosicone e una brutta persona e un mitomane, sono colpito da questo spirito collettivista non competitivo.)