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The Dirty

Il sito di "citizen paparazzi" che ha messo nei guai Anthony Weiner, e molti altri. Il pettegolezzo funziona di più se è hyperlocal, e raccolto su base volontaria.

di Alberto Mucci

Anthony Weiner, candidato democratico a sindaco di New York, è di nuovo nei guai. A pubblicare alcune sue conversazioni spinte,  corredate di una foto del suo pene è stato TheDirty, sito di gossip spinto, cult per una certa America amante del voyeurismo più becero . Weiner è l’ultimo di una serie di Vip vittime di TheDirty, diventato negli ultimi anni uno dei siti di gossip più influenti d’oltre Atlantico. Il boom per la piattaforma di Hooman Karamaian, nome d’arte Nik Richie («in onore a Paris Hilton», come ha dichiarato in un’intervista), 35 anni, sposato, due figlie, divorziato, è iniziato dopo un bisticcio nell’autunno del 2010 con Erin Andrews, bellissima presentatrice di Espn.

La storia è andata così: uno stalker l’ha seguita, si è appostato davanti alla sua camera d’albergo, ha aspettato che Andrews si cambiasse e ha scattato foto dal buco della serratura. Poi, senza esitazione, l’uomo ha spedito le foto a TheDirty. Un paio d’ore e le immagini sono diventate virali. Presa dal panico, la presentatrice ha chiamato il suo avvocato e minacciato una causa milionaria. Non è servito. Il sito ha continuato ha tenere le foto in apertura con l’aggiunta di una provocazione: «Erin Andrew, puoi chiedere al tuo avvocato se sono queste le fotografie che vuole che elimini? Sai, non ho ben capito». Oggi lo stalker è in galera, le foto nude della Andrew sono ancora sul sito e TheDirty raccoglie 181 milioni di visite all’anno.

Lo stalker che ha inseguito Erin Andrews non è un paparazzo, le conversazioni e le foto di Weiner, il direttore di TheDirty dice di averle ricevute da un membro del pubblico.

Gossip, scandali e nudi, soprattutto di Vip, attraggono utenti, nulla di nuovo. Quello che però sorprende del progetto di Richie è il suobusiness model. Lo stalker che ha inseguito Erin Andrews non è un paparazzo, le conversazioni e le foto di Weiner, il direttore di TheDirty dice di averle ricevute da un membro del pubblico, probabilmente la donna con cui il candidato sindaco di New York messaggiava. Il modello Nik Richie, con insperato successo, punta tutto sul volontarismo, sugli improvvisati citizen paparazzi, su tutte quelle persone attratte dall’idea di essere parte di una storia più grande di loro. Gente che non lo fa per soldi, ma per il puro gusto di essere protagonista, di spingersi dentro la privacy di altri.

Starlette come Erin Andrews non sono infatti il core business dell’imprenditore del gossip auto-definitosi “icona di Internet la cui realtà è la tua fantasia” (come ogni buon imprenditore Richie non ha però intenzione di rinunciare alla fanfara mediatica che deriva dall’esposizione di un Vip).

Il target di TheDirty è l’hyperlocal, il gossip e i nudi dei volti noti delle piccole città o dei college. A Richie interessano prima di tutto le foto sconce di quel ragazzo o quella ragazza di cui in città tutti sparlano, i video di chi in centro si fa notare perché è più rumoroso degli altri, si veste meglio, peggio o in maniera più provocatoria. Ed è facile intuire l’appeal di questo gossip di provincia.

Ogni città ha i suoi giri, ognuno frequenta un suo ambiente dove dopo un po’ comincia a riconoscere facce e persone. E a tutti piace sapere gli affari (zozzi) degli altri, soprattutto se sono di persone viste e riviste. TheDirty fornisce tutto questo. È un Facebook creato a uso esclusivo di voyeuristi, un Tumblr per amanti di vizi minori.

L’idea dietro a questa Novella Duemila in formato iper-locale è nata a Scottsdale in Arizona, dove Nik Richie è cresciuto. In un articolo apparso su Forbes l’ideatore racconta di come ai tempi fosse annoiato e di come fosse in cerca di un modo di raccontare come «i ragazzi più fighi di Scottsdale» si divertono in città.

Chiunque fosse in possesso di un cellulare e avesse voglia di sparlare della propria serata poteva scattare una foto e mandarla in redazione.

Pochi mesi dopo è nato il sito. Chiunque fosse in possesso di un cellulare e avesse voglia di sparlare della propria serata o di quella di qualcun’altro poteva scattare una foto e mandarla in redazione. Da lì alla pubblicazione i passaggi erano pochi. Richie l’approvava e inseriva sotto una didascalia al cui confronto i Do or Don’t di Vice sono gentili carezze.

Otto anni dopo TheDirty si è diffuso in quasi cento città e altrettanti college. Ogni location ha una sua apposita pagina e un proprio editor il cui compito è smistare il materiale inviatogli dagli improvvisati paparazzi. Ma l’avanzata di Richie non si ferma qui.

Secondo le ultime dichiarazione TheDirty sta pianificando un proprio social network la cui versione beta conta 5 mila iscritti circa disposti a pagare $9.95 al mese per farne parte. Se quest’idea riscuotesse lo stesso successo del sito, Facebook in cerca di un business model da quando ha lanciato il suo Ipo un anno fa avrebbe molto a cui pensare. Perbenismo e regole stringenti non vendono, culi e tette, dell’amico dell’amica conosciuto per caso una volta piuttosto di quelle del Vip, molto di più.

 

Nell’immagine: una scena dal film Blow Up (1966)