Attualità

Come si trasforma una dieta in un’ideologia

Con la sua setta macrobiotica Mario Pianesi ha convinto tante persone a seguire regole punitive, non solo in campo alimentare.

di Luca D'Ammando

HOKITIKA, NEW ZEALAND - MARCH 10: Snails in garlic butter are seen during the Hokitika Wildfoods Festival on March 10, 2018 in Hokitika, New Zealand. (Photo by Kai Schwoerer/Getty Images )

Se negli ultimi duecento anni l’umanità ha triplicato la sua aspettativa di vita il merito è della medicina scientifica. E allora perché ancora oggi la pseudoscienza e le pseudimedicine non si sono estinte? Anzi, perché presunte “terapie naturali” sono riemerse in modo così prepotente? Sono le domande che emergono leggendo le cronache sulla cosiddetta “setta macrobiotica” di Mario Pianesi. Passata la fase sensazionalistica, i titoli sui giornali, i servizi e i dibattiti in televisione e sui social, la questione è stata velocemente messa da parte, in attesa della prossima storia da cannibalizzare. Eppure mettere in fila le vicende personali e le testimonianze può aiutare a capire come si possa trasformare una dieta in un’ideologia. E come sia possibile affidare la propria salute a un cialtrone che porta avanti la bandiera dell’alimentazione alternativa. È una vicenda che corre parallela ai complottismi e alle teorie antiscientifiche no-vax, solo per fare un esempio. Distorsioni mentali spesso legate a paure.

Prima i fatti, ricordati in breve. Secondo le procure di Forlì e Ancona Mario Pianesi, 73 anni, fondatore l’associazione Un Punto Macrobiotico (Upm), presente in quindici regioni con alla rete di oltre 100 punti vendita e ristoranti e 90 mila associati, avrebbe messo in piedi un sistema che prometteva guarigioni miracolose attraverso la sua dieta macrobiotica Ma.Pi, ma che, in realtà, sarebbe stato studiato per assoggettare fisicamente e psicologicamente i suoi adepti costringendoli a consistenti elargizioni di denaro e in alcuni casi a prestazioni sessuali. Otto per ora le vittime accertate. I magistrati l’hanno definita «una vera e propria setta» cresciuta «schiavizzando gli adepti» che credevano nello stile alimentare e di vita imposto dal “maestro”. E poco importa che Pianesi avesse solo la terza media (a parte una laurea ad honorem in Mongolia). Dopo un’inchiesta durata cinque anni, adesso Pianesi è indagato per associazione per delinquere, riduzione in schiavitù, reati fiscali ed esercizio abusivo della professione medica. E con lui sono indagati la moglie, Loredana Volpi, e due componenti dello staff che guidava l’organizzazione, Giovanni Bargnesi e Karl Xaver Wolfsgruber.

Si legge sul sito di Ump che Pianesi ha iniziato a studiare la sua dieta Ma.Pi «nel 1970 da autodidatta», per contrastare «una malattia definita incurabile», testando su se stesso «l’effetto dei cibi». Si «inventa» così una dieta «composta da soli 4 cibi, crema di riso, semolino, cipolla e carota, il tutto senza sale, olio o altri ingredienti» e con essa decide di «aiutare tutta la popolazione». C’era una lista delle regole nel movimento di Pianesi, il «canone macrobiotico pianesiano». Mauro Garbuglia, un ragioniere di Macerata, ha seguito queste regole insieme alla moglie fino al 2012, quando hanno deciso di andarsene.

«Quando ho cominciato era il 1987 – ha raccontato – avevo 22 anni e pesavo 70 chili. Sono arrivato a pesarne 48». Il canone pianesiano recita così: «È vietato tagliarsi i capelli e le unghie di martedì e di giovedì. Bisogna dormire con la testa rivolta a Nord e scendere dal letto col piede sinistro. Le donne non si possono truccare, devono portare gonne lunghe, non devono lavorare e durante il ciclo non possono lavarsi. Gli uomini non possono indossare abiti viola o verdi. Le scuole non vanno frequentate, e so di molti ragazzi convinti da Pianesi a mollare gli studi. Vietato andare a pesca, vietato ballare, la musica è bandita. Ogni mattina è obbligatorio recitare un mantra buddista per un’ora per proteggere la salute del guru Mario Pianesi e della sua famiglia. Non si possono usare né i telefonini, né internet». Anche i medici erano vietati: «Per Pianesi sono il male. Chi lamentava dei sintomi veniva colpevolizzato dal capo e dagli altri adepti, col presupposto che il motivo era il non rispetto di qualche regola della Lista». E alle pressioni psicologiche a volte seguivano violenze fisiche da parte degli stessi membri della setta.

Per quanto riguarda il cibo era vietato mangiare qualsiasi cosa non fosse prodotta dai laboratori di Pianesi, «perché sosteneva che tutti gli altri alimenti fossero cancerogeni. I suoi invece potevano curare ogni malattia. Tumori, leucemie, tutto. Ogni boccone andava masticato duecento volte». Cinque le diete imposte. La più estrema era la ”Ma.Pi.2”, basata su tre cereali (riso, miglio e orzo), tre legumi (ceci, azuki e lenticchie) e sei tipi di verdure (cicoria, cavolo, prezzemolo, carote, cipolle e verza). Niente sale.

La prima domanda che sorge è: come ha fatto Pianesi a convincere tante persone a seguire regole così stupide e punitive? Sempre Garbuglia ha spiegato: «Dovete considerare lo stato di fragilità psicologica di chi si avvicinava alla setta. Ha creato il culto della personalità attraverso vacanze studio a pagamento, con cui faceva cassa. I viaggi costano in media 400 euro a persona e per due settimane ci bombardavano con i messaggi del guru. Alla fine ti spingevano ad allontanarti da tutti quelli che non condividevano la sua filosofia macrobiotica, compresi familiari e amici. Pianesi era il Dio in terra, si potevano leggere solo i suoi libri, gli altri bisognava bruciarli».

Allargando la visuale, c’è anche un altro livello di analisi, più strettamente legato al cibo. Noi mangiamo due o tre volte tutti i giorni per tutta la vita e questo fa sì che l’alimentazione sia una delle variabili determinanti della nostra esistenza. È quindi inevitabile che le diete estremiste diventino totalizzanti, senza dover per forza arrivare a casi estremi come quelli del movimento Un punto macrobiotico. Come ha spiegato il dietista Giacomo Astrua al Foglio, «la dieta Dukan o quelle dei pacchetti dimagranti o iperproteici ti dicono come organizzarti la giornata dall’inizio alla fine, quali prodotti acquistare. Se qualcuno controlla la tua dieta con regole estremiste o prodotti preconfezionati sta in qualche modo cambiando la tua vita, anche a livello sociale: uscirai di meno a cena con gli amici, acquisterai meno e solo quello che ti è consentito. Le diete estreme esercitano un controllo psicologico e sociale sulle persone».

A confermare questa tendenza ci sono i dati. Il ministero della Sanità fa sapere che in Italia oltre tre milioni di persone soffrono di disturbi alimentari e che le patologie si intrecciano e si moltiplicano: oggi 500mila italiani sono ortoressici, ovvero ossessionati dal cibo sano, naturale, necessariamente dietetico e dosato a tutti i costi; oltre 300mila visnoressici, ostaggio dello sport e degli integratori. Allo stesso tempo il 30 per cento delle vendite in libreria è rappresentato dai libri di cucina e oltre il 20 per cento dai manuali per perdere peso.