Attualità

Roma alla griglia

Abusiva, palazzinara, ricca di acronimi e centri commerciali e onomastica stradale dedicata a papi e attori morti: un libro mette a nudo la peggio Roma.

di Michele Masneri

È uscito da qualche giorno il libro di Francesco Erbani Roma, il tramonto della città pubblica (Laterza), sorta di aggiornamento ansiogeno 2013 di un classico che aveva invece un suo romanticismo come Roma moderna di Italo Insolera.

Lì si era già appreso che il consumo di suolo rimane il core business della città, e che da sempre sindaci e piani regolatori soccombono di fronte al richiamo del metro cubo e del cambio di destinazione d’uso. Erbani mette di fronte invece ai risultati spietati: una città in cui il 20 per cento del costruito (10 mila ettari) è ufficialmente abusivo, con uno sviluppo accelerato – gli abitanti passano dai 240 mila del 1870 ai 2 milioni e settecentomila di oggi – e un grande amore di questi abitanti soprattutto per le macchine: 1 a testa, il triplo che a Londra, e il triplo di incidenti, a causa anche di una manutenzione non esemplare (il libro di Erbani non lo certifica, ma a Roma gira da sempre una leggenda metropolitana per cui la Honda avrebbe abbandonato il deserto del Gobi per testare invece i suoi scooter ai Fori Imperiali, che vantano condizioni più estreme).

Anche le Porte della città sono cambiate: ormai non più quelle delle mura aureliane ma porte nuove di zecca, in gran parte centri commerciali a partire proprio da Porta di Roma, gigantesco agglomerato con la sua Ikea, il suo Decathlon, il suo Apple Store e il suo Roy Merlin. «Privatizzando gli spazi» questi centri «assumono anche funzioni di rappresentanza» scrive Erbani; e in effetti, in questi giorni, molti fortunati potranno assistere alla trasformazione di Porta di Roma in succursale del ministero della Difesa: da domani infatti si terrà la celebrazione per i Novant’anni dell’Aeronautica militare italiana (ma chi avrà scelto la location?), e – recita il comunicato – «si esibiranno le atlete della squadra di ginnastica ritmica del Centro Sportivo di Vigna di Valle». «Tre volte campionesse del mondo e medaglia di bronzo alle recenti Olimpiadi di Londra»  – si precisa – «le Farfalle Azzurre rappresentano il fiore all’occhiello della rappresentativa militare sportiva».

Lo Sdo è poi uno degli acronimi che punteggiano la storia delle periferie romane, amico dei PeepPiani di edilizia economica e popolare, e parente dei PruProgrammi di recupero urbano.

Non mancheranno i droni: “sul piazzale esterno sarà inoltre possibile visitare alcuni velivoli militari fra cui «una perfetta replica dello storico MC-205, un MB.339 PAN della Pattuglia Acrobatica Nazionale, un velivolo AMX e un velivolo a pilotaggio remoto Predator». Inconsciamente Porta di Roma ha assunto forse la funzione che si voleva dello Sdo, Sistema direzionale orientale, cioè poi l’idea mai realizzata «portare fuori dal centro ministeri, istituzioni, uffici pubblici, per snellire il traffico e preservare il centro storico». Lo Sdo è poi uno degli acronimi che punteggiano la storia delle periferie romane, amico dei PeepPiani di edilizia economica e popolare, e parente dei PruProgrammi di recupero urbano. Del resto l’onomastica espressionista è una costante dell’urbanistica romana anche recente: non solo stazioni e monumenti e gallerie velocemente intitolati a papi e attori morti, ma intere zone tematiche progettate da assessori molto informati nel settore spettacoli: vicino a Porta di Roma ecco un viale Carmelo Bene, che qui chiamano “il boulevard”, «uno stradone che dal centro commerciale scorre verso Serpentara e Castel Giubileo» e porta ad arterie che si chiamano: via Cesco Baseggio, via Alberto Lionello, via Lina Cavalieri, via Carlo Dapporto. E poi: via Wanda Osiris.

Ma Porta di Roma non è l’unica meraviglia a cingere la città: il suo simmetrico, a sud, verso la Pontina, è il centro commerciale Euroma2, il più grande d’Europa, con cupole simil-Lingotto o Santa Maria del Fiore e ottoni e cippi e marmi e lapidi tra Foscolo e Arabia Saudita; qui non si tengono ancora manifestazioni di Stato, però siamo ugualmente in un luogo simbolico; proprio sotto all’aggettante Eurosky Tower di Franco Purini, 120 metri di altezza molto ecosostenibili, con grande pannello solare soprastante che da lontano pare una grande piastra scalda-piadine da tavola calda, e che userà i raggi solari per climatizzare senza emettere Co2 i suoi abitanti, tra cui il Capitano Francesco Totti.

E la grigliata e il tema del barbecue saranno forse ricordati come cifra stilistica dell’aetas alemanniana; col suo richiamo anche nella centrale piazza San Silvestro restaurata, in total travertino, che con le temperature estive si arroventa come una vetroceramica. Mentre neanche il ponentino rinfresca più, impallato – altra leggenda metropolitana romana – dal celeberrimo Corviale, stecca d’abitazioni lunga un chilometro ispirata alle unités d’habitation corbuseriane che secondo il progettista, Mario Fiorentino, doveva essere a difesa di Roma “dalle palazzine, dall’abusivismo e dalla speculazione” mentre avrebbe soltanto complicato l’aerazione cittadina e creato problemi d’ordine pubblico. (E si sa peraltro che Le Corbusier non ebbe mai fortuna nel Lazio, come si è visto nella recente mostra al Maxxi, perché nonostante le suppliche e i curriculum e i progetti inviati con gran sussiego al Duce, lui non lo prese mai in considerazione fidandosi invece solo di Piacentini, unico capace di creare «quell’antico-moderno che è il segreto di Roma», come dice la prostituta Delia-Franca Valeri in Parigi o Cara).

 

Nell’immagine, una scena dal centro commerciale Euroma2