Attualità

Quote rosa: camerate, democristiane, sellerone

Appunti per probabili e improbabili futuri Presidenti della Repubblica in ordine sparso, visto che se ne parla. Quarta puntata in cui compaiono ex mogli di ex fascisti, attuali fidanzate molto espansive, democratiche/democristiane fiorentine.

di Michele Masneri

Continuano, e continueranno fino alla fine dell’anno, le quirinarie masneriane, schede e appunti su probabili e meno probabili aspiranti futuri Presidenti della Repubblica. Dichiarazione: è un classico totonomi, quello che tutti fanno dicendo di non fare, per carità, e come tale, nonostante si cerchi spesso di far credere il contrario, si nutre quasi mai di fatti e molto spesso di fantasia. E allora tanto vale non darsi regole: outsider, quote rosa, quote pop, quote camp, papabili, per nulla papabili, impresentabili. Verranno presentati a coppie, rigorosamente senza un criterio. Un divertissement, va da sé. E magari indoviniamo pure. (La prima parte è qui, la seconda qui, la terza qui).

*

Daniela Di Sotto, già Fini

Ah, se parlasse. Nell’ora delle cronache romane marziane, è l’intervista che tutti sognano e nessuno (probabilmente) avrà. Perché Daniela Di Sotto, già Fini, conserva un codice d’onore fascio-bon ton e mai ha parlato o parlerà dei camerati romani che sbagliano; lei però li conosceva bene, in quanto già addetta alla tipografia del Secolo d’Italia nella romana via del Boschetto, oltre che già fidanzata e sposa di uno Spartaco Mariani alias Folgorino.

Folgorino dirà poi all’Espresso di averla conosciuta alla sezione Msi del Quadraro, lei «tosta ma anche molto femminile; insomma una de bosco e de riviera». Folgorino poi sarà sostituito nel cuore nero di Daniela da Gianfranco Fini (nella descrizione del rivale, «vestiva in trench o in cappotti di pelle nera. Era emarginato, distaccato. Diceva di abitare a Torre Argentina e invece abitava a Monteverde. Pensavamo fosse una spia della polizia. Una sera volevamo dargli una lezione, lui scappò e si nascose in un sottoscala, mi dice: “che colpa ne ho se non ho il vostro coraggio?”» – ma forse Folgorino è accecato dalla gelosia).

Daniela Di Sotto gioca a calcio a cinque, è iscritta al Circolo Canottieri Lazio (quello di Gianfranco Funari alias Cesare Previti in Simpatici & Antipatici, film di Christian De Sica del 1998), mangia solo «cibo poco condito, pesce, verdura e frutta», secondo un’intervista del 2007. Segreto di bellezza? «Fumo poco e mi sottopongo a punturine di vitamine». Quanto vale il sesso per lei? «Il 45%”. Ray Ban a goccia, jeans e pelliccia all’Olimpico, abbronzatura da Lampados, Daniela (per tutti: Danielona) Fini ha conosciuto l’apoteosi in calessino da parata a Londra, quando il marito era ministro degli Esteri in missione presso la regina; «è sempre stata la nostra coatta preferita, è una vera, nel Msi e nella Lazio ci ha sempre creduto, e ora sull’ex marito è impeccabile, non dice una parola». (Maria Laura Rodotà).

Romano Prodi

Ciclista. Due volte presidente del Consiglio, ministro dell’Industria, presidente dell’Iri, presidente della Commissione europea. Ha prestigiosi incarichi internazionali, e ogni volta che dice d’essere definitivamente fuori dalla politica italiana qualcuno lo prende in parola.

Silvia Costa

Con quel curriculum può dire ciò che vuole. Già giornalista del Popolo, Consigliere comunale a Roma, dal 1976 al 1985, viene eletta alla Camera dei deputati per la Democrazia Cristiana in tre legislature, dal 1983 al 1994. Attiva in varie commissioni (Interni, Cultura e Vigilanza Rai). Con il Governo Ciampi è Sottosegretario all’Università, Ricerca Scientifica e Tecnologica. Presiede per diversi anni fino al 2000 la Commissione Pari opportunità del Consiglio dei ministri; parlamentare europeo dal 2009. Ha aderito al Pd nel 2007. Democristiana in purezza, è una politica con la faccia da presentatrice. È fiorentina, potrebbe contare qualcosa.

Salvatore Rossi

Intellettuale della Magna Grecia. Direttore generale della Banca d’Italia da un anno, dopo essere stato a capo del prestigioso Servizio Studi; una laurea in matematica all’Università di Bari, diversi libri poco polverosi pubblicati presso l’editore organico Laterza. Membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Giovanni Agnelli; ha fatto parte del Gruppo dei saggi in materia economico-sociale ed europea istituito nel 2013 da Napolitano. Uomo spiritoso, di forti letture; tendenza centrosinistra, non si sa se con trattino o senza. Probabilmente dalemiano. I suoi detrattori lo accusano d’essere troppo poco tecnico e molto immaginifico (però in definitiva Ciampi era laureato in Lettere). Sarebbe il primo presidente coi capelli dai tempi di Cossiga.

Chicco Testa

Diminutivo. Scuole dalle Orsoline, poi dai Salesiani, Enrico Testa da Bergamo è il Bel Ami calato dalla Macroregione che si è impossessato della Capitale a colpi di gin tonic. Ha battuto ogni record di presidenze: Enel, Assoelettrica, Roma Metropolitane (oltre che consigliere di amministrazione di decine di aziende). Giornalista, deputato (nel Pci-Pds), è stato promotore del no al nucleare nel referendum del 1987, oggi è nuclearista convinto. Ha inventato Legambiente, e contribuito alla diffusione della camicia bianca molto prima di Renzi. Laureato in filosofia alla Statale di Milano (come Claudio Martelli), nella Capitale sfiancata dalle inchieste ma soprattutto dalla fine di Maria Angiolillo il suo è probabilmente il salotto più importante. «Enrico Berlinguer si iscrisse giovanissimo alla direzione nazionale del Pci, diceva Giancarlo Pajetta, Chicco Testa si è iscritto giovanissimo alla classe dirigente italiana» secondo Giorgio Meletti. Fuma molte sigarette, come Donna Clio Napolitano. Dunque sarebbe una perfetta first lady nel segno della continuità, a fianco del vero presidente, la fidanzata sellerona ed espansiva Annalisa Chirico.
 

Nella foto, Daniela Fini con l’ex marito allo stadio Olimpico