Attualità

Prometheus e i ritardi

Uno dei film più attesi dell'anno esce da noi con quattro mesi di ritardo rispetto agli Usa. Altri casi esemplari

di Federico Bernocchi

Sto per parlare della mia famiglia. Importante avvertenza: tiro in ballo la mia famiglia non per suscitare nel lettore l’effetto Fabio Volo, ma per spiegare una cosa piuttosto semplice. Ora, sappiamo tutti che spesso i nostri genitori non hanno confidenza con le nuove tecnologie, giusto? Però è anche vero che “di necessità, virtù”. Mia madre, anni fa, vide sulla Rai la prima stagione di Lost. Questa visione le ha cambiato in parte la vita. Vi spiego per quale motivo. Finita subito nel tunnel della dipendenza dallo show di J.J. Abrams, mi chiese di spiegarle come vedere Lost in contemporanea con gli Stati Uniti. Non ce la faceva ad aspettare un anno rispetto alla programmazione ufficiale della serie, per cui l’ho introdotta nel “terribile” mondo del download matto, disperatissimo e illegale. Ho spiegato a mia madre come utilizzare torrent, le ho spiegato dove poter reperire i sottotitoli in italiano e le ho infine fatto vedere come associarli ai file video. Mia mamma, pur con qualche difficoltà, ha capito come fare e ha seguito Lost dalla seconda stagione in avanti praticamente alla pari con gli spettatori statunitensi. Grazie a queste sue nuove abilità ha cominciato a frequentare un famoso forum dedicato alla serie in questione e in poco tempo ne è diventata addirittura una delle amministratrici. S’è divertita per anni a cercare in rete informazioni e approfondimenti ai tanti temi filosofici e scientifici diligentemente sparsi dagli sceneggiatori. Questa sua nuova abitudine l’ha portata in primo luogo a sapere quasi tutto quello che c’è da sapere di David Hume, in seconda battuta è diventata molto più brava ad utilizzare il suo computer e ha stretto dei rapporti di amicizia telematica. Certo, non era contenta del fatto di scaricare illegalmente e, in cuor suo, temeva l’arrivo della cyber police pronta ad arrestarla, ma proprio non ce la faceva ad aspettare un anno o poco più prima di vedere come se la sarebbero passata i suoi idoli sulla misteriosa isoletta.

Mia mamma, come molti altri come lei, ha abbandonato la televisione generalista, scontenta della loro scelta di far passare così tanto tempo tra la programmazione ufficiale e quella italiana. Feci notare all’epoca questa “clamorosa” svolta a due miei amici che lavorano nel dorato mondo della televisione, tentando di spiegare loro che, per il bene del loro lavoro, bisognava prendere in considerazione un fatto del genere e che questo, un giorno, avrebbe forse poi influito sulle programmazioni dei loro canali. I miei amici, oltre a sorridere del mio racconto, mi spiegarono che quelli che scaricano illegalmente dalla rete erano (all’epoca) una nicchia numericamente non rilevante per l’audience italiana. Ora, non voglio certo stare qui a bullarmi del fatto che “io ve l’avevo detto”, ma mi permetto di far notare che per l’attesissima seconda stagione di Game of Thrones – Il Trono di Spade, Sky ha deciso di diminuire drasticamente il ritardo tra la messa in onda statunitense e quella italiana. La questione è una e una sola: non ci si può più permettere di far passare troppo tempo tra l’uscita di un prodotto culturale e la sua diffusione negli altri paesi. La velocità con cui al giorno d’oggi viaggiano le informazioni, le infinite possibilità che oggi abbiamo di reperire qualsiasi cosa alla velocità della luce ha inevitabilmente influito sulle scelte dei canali distributivi italiani. Per questo motivo suscita particolare scalpore la decisione della Fox Italia di distribuire il loro titolo più forte di quest’anno, Prometheus, con ben quattro mesi e mezzo di differenza rispetto alla gran parte del mondo. I tanti fan di Ridley Scott della famosa saga di Alien, di cui Prometheus è il prequel sui generis, non hanno preso molto bene il fatto e hanno deciso di far sentire la propria voce. In rete circola una petizione, una raccolta firme, per chiedere alla Fox di distribuire la pellicola il prima possibile. Non solo: la pagina Facebook della casa di distribuzione è stata presa d’assalto da spettatori che, con toni che vanno dall’infuriato al cortese, chiedono il perché di tale scelta. Difficile dar loro torto, anche in considerazione del fatto che da qui a metà ottobre Prometheus sarà già disponibile in Inghilterra e negli Stati Uniti in DVD e in Blu-ray. Il rischio, ventilato da molti, è quello che lo spettatore italiano possa poi decidere di boicottare la visione in sala del film a ottobre e che scelga nel frattempo di procurarsi il film in altri modi. Ora, ci dispiace prendere ad esempio l’affaire Prometheus e la Fox (che sicuramente avranno le loro buone ragioni), ma questa è un’abitudine decisamente fastidiosa e autolesionista della distribuzione italiana.

Volete un altro esempio? Reality, il film di Matteo Garrone vincitore a Cannes del Gran Premio della Giuria, vedrà il buio delle nostre sale solo il 28 settembre prossimo. In questo modo si decide di non sfruttare l’appeal di un film al momento decisamente caldo premiato a un festival prestigioso. Ancora: My Week With Marilyn, il biopic con la vincitrice del Golden Globe e candidata all’Oscar Michelle Williams, è uscito in sala in quasi tutto il mondo nell’ottobre del 2011. Il DVD e il Blu-ray è disponibile in Inghilterra e negli Stati Uniti da metà marzo. Da noi il film è arrivato in sala questo venerdì, 1 giugno 2012. Capite anche voi che si tratta di una forbice di tempo troppo ampia, che molto probabilmente ha diminuito il numero di possibili spettatori del film in Italia. Questo sempre per lo stesso motivo: c’è chi ha deciso di andare contro la legge e scaricare illegalmente il film, altri hanno acquistato il titolo in rete con un semplice clic per poi vederselo sul loro televisore di casa in totale comodità mesi fa, senza dover per forza di cose aspettare l’uscita italiana. Lo spettatore cinematografico medio di oggi è decisamente più smaliziato di un tempo, ci tiene ad essere aggiornato e alla pari con il resto del mondo e soprattutto ne ha la possibilità. Questo deve essere il punto di partenza della distribuzione italiana che deve coccolare il proprio pubblico, soprattutto visto che da ormai molto tempo ci si lamenta del fatto che le sale cinematografiche sono quasi sempre troppo vuote. Incrociamo le dita.