Attualità

Per chi se li fosse persi

La morte di Giulio Regeni, il post-apocalittico come genere letterario, il rebranding di Uber, e altre cose da leggere con calma.

di Redazione

Come ogni sabato, abbiamo raccolto alcune letture che ci sono sembrate degne di nota. Ovviamente l’omicidio di Giulio Regeni, il dottorando italiano trovato morto e con segni di tortura al Cairo, è centrale sia nel dibattito mediatico sia nell’attualità. Per il resto, affrontiamo anche temi più leggeri, come gli emoji che non usa più nessuno e il futuro della critica cinematografica.

 

Cultura, scrittori e dintorni

Dispatches from the ruins — Aeon
La fiction post-apocalittica è il genere letterario che più incarna lo spirito dei nostri tempi, in cui «siamo sempre più spaventati ma sempre meno capaci di indicare le fonti delle nostre paure», e in cui «abbiamo realizzato che siamo parte di qualcosa al di là del nostro controllo», scrive il travel writer Frank Bures. A dieci anni dalla pubblicazione de La Strada di Cormac McCarthy, Bures, che confessa di «abbuffarsi» di questo genere di letture, prova a riflettere sulla sua (e nostra) fascinazione.   

Everybody’s a Critic. And That’s How It Should Be — The New York Times
Mentre si avvicinano la notte degli Oscar, A.O. Scott, il chief film critic del New York Times, riconsidera l’utilità degli Academy Awards (nulla, secondo lui) e della critica in genere, in un’età in cui tutti possono dare un’opinione su Internet (una buona cosa, sempre secondo lui): il critico cinematografico è una specie di «conducente di diligenza nell’era di Uber»?

 

Media, giornali e dintorni 

Who Has the Time to Use All 24 Clock Emojis? Atlas Obscura
Avrete notato anche voi che il vostro smartphone è pieno di emoji, brutti, inutili e noiosissimi. C’è qualcuno che li usa veramente? Stando alla Unicode Consortium, organizzazione che si occupa di tenere un canone degli emoji, una dei requisiti per l’inclusione è un utilizzo frequente. La verità però è che alcuni emoji di fatto inutilizzati negli smartphone perché risalgono al font Wingdings.

Non, l’accent circonflexe ne va pas disparaître — Le Monde
Si era diffusa tra i media francesi la notizia di una presunta riforma ortografica che avrebbe abolito l’accento circonflesso. In realtà si tratta semplicemente dei testi scolastici che hanno deciso di applicare in massa una riforma del 1990 e applicata già frequentemente che elimina soltanto alcuni degli accenti circonflessi. Il blog Les décodeurs di Le Monde prova a fare luce su quali accenti saranno effettivamente eliminati e sul come si è diffusa la bufala.  

Watching Technology Trends Emerge In Africa — Tech Crunch
Dall’arrivo di Uber a Netflix alle startup che stanno facendo parlare di sé: una panoramica del crescente settore hitech e media africano, mentre il continente si appresta ad avere il suo primo “unicorno”, termine con cui si indica una società di software quotata a più di un miliardi di dollari.  

 

Attualità, politica e dintorni

Dove va MilanoIl Post
Nel weekend a Milano si tengono le primarie del Partito Democratico per scegliere il candidato a sindaco. Un punto sulla situazione scritto da Francesco Costa, vicedirettore de Il Post, in cui si analizza la situazione in cui il capoluogo lombardo si trova oggi (una situazione molto buona), il background politico e non solo dei tre principali candidati (Beppe Sala, Francesca Balzani, Pierfrancesco Majorino) e le loro proposte per il futuro di Milano.

Studente italiano morto in Egitto: risparmiateci verità di comodo  Il Sole 24 Ore
È stato ritrovato il corpo di Giulio Regeni, il dottorando ventottenne scomparso al Cairo lo scorso 5 gennaio, il quinto anniversario dell’inizio della rivolta studentesca di piazza Tahrir. «È forte il sospetto che sia stato ucciso dall’Egitto. Non dall’idea del più antico Paese del mondo ma dal “sistema”, dall’ apparato di sicurezza dell’incerto Egitto di oggi», scrive Ugo Tramballi, commentatore di cose mediorientali per il Sole. «È difficile pensare che i terroristi, i sostenitori dell’Isis nel Sinai, siano venuti al Cairo, scegliendo un giorno così per compiere una delle loro azioni criminali».

Cover story — The New Yorker
In concomitanza con il World hijab day, la giornata mondiale che invita le non-musulmane a indossare il velo per mostrare la solidarietà verso le donne islamiche, il New Yorker ha pubblicato una personal essay di Elif Batuman, giornalista e saggista americana di origine turca, sul suo rapporto con il velo e, in senso più ampio, con la sua identità di musulmana laica cresciuta in una famiglia dove «le donne non indossano mai il foulard, se non per i lavori in casa» e che a un certo punto si ritrova da giornalista in un Paese dove le altre donne le sorridono solo se ne indossa uno.  

The Waypoint — The Washington Post
Un «viaggio visuale verso Lesbo, la porta dell’Europa». In questo un ambizioso webdoc interattivo, il Washington Post racconta l’esperienza e il viaggio di profughi siriani e afghani nell’isola greca. Uno dei numerosi esperimenti, negli ultimi anni, di nuovi formati di storie digitali da parte dei grandi media.

 

Tv, cinema, pop e dintorni

Kung Fu Panda 3 performs better in China than U.S. — Los Angeles Times
Kung-Fu Panda 3 della DreamWorks ha debuttato al cinema lo scorso weekend, in contemporanea negli Usa e in Cina. In America ha scalzato The Revenant dal primo posto al botteghino, guadagnando 41 milioni di dollari. Ma ha incassato più nel Paese asiatico (58 milioni di dollari): da un lato uffici e scuole erano chiusi per le vacanze del capodanno cinese, dall’altro i cinesi non lo percepiscono come un “film straniero” per una serie di ragioni che spiega Julie Makinen. In Italia il film uscirà giovedì 17 marzo.

 

Stili di vita, costume e dintorni

From Berlin’s warehouses to London’s estates: how cities shape music scenes — The Guardian

Una breve ma interessantissima rassegna su come il contesto urbano di alcune città ha influenzato la nascita di alcune fondamentali scene musicali: i garage a Seattle per il grunge, i capannoni a Berlino per la techno, i palazzoni della periferia londinese per il grime, i community centre delle case popolari a New York per l’hip-hop. Una storia che dimostra come il contesto influenzi l’espressione artistica determinandone la forma.

The Inside Story of Uber’s Radical Rebranding — Wired
Uber ha cambiato il logo, e il look delle app nei paesi dove opera: l’obiettivo è creare un brand più flessibile che possa crescere insieme alla società, mentre questa sviluppa nuovi prodotti e si rivolge a nuove clientele. Non è solo un’operazione di rebranding, sostiene Jessi Hempel, ma la storia dell’ingresso nell’età adulta di una compagnia.

Andrew Rosen Talks Trouble in the Contemporary Market — Business of fashion
«Non è più solo l’abito che indossi e la borsa che porti: ora anche Instagram è la tua currency». Andrew Rosen, chief executive di Theory, discute il futuro e presente del mercato della moda in un momento critico per i brand contemporanei.

Fisherman Fashion – making waves in menswearGuardian
Coste larghe, beanies, forme più abbondanti e pesanti: non è la prima volta che la moda si approccia all’abbigliamento tipico di una certa fascia di lavoratori (ricordate le camicie di flanella?), ma il trend del 2015/16 sembra essere l’estetica da pescatore. Come ci siamo arrivati e, soprattutto, che ne pensano i veri pescatori?

 

Il video della settimana 

Zoolander 2 esce in anteprima mondiale a Roma venerdì 11 febbraio (nel resto del mondo il 12). Giovedì scorso è stato diffuso un nuovo trailer:
 

La gallery della settimana
Rebecca Storm è una fotografa canadese interessata da una condizione nota come sinestesia, cioè una “contaminazione” sensoriale per cui a uno stimolo corrisponde l’attivazione contemporanea di un altro senso. Recentemente è stata incuriosita dai video ASMR (quelli in cui donne sussurrano su YouTube) e ha registrato le sue percezioni in questa serie di fotografie pubblicate da Dazed.

Rebecca Storm, su Dazed, rebecca-storm.com
Rebecca Storm, su Dazed, rebecca-storm.com

 

In copertina e in testa: Piazza Tahrir al Cairo, il giorno del quinto anniversario  della Primavera Araba (Khaled Desouki/AFP/Getty Images).