Attualità

Odd Future Wolf Gang Kill Them All

di Filippo Papetti

OFWGKTA, ovvero: Odd Future Wolf Gang Kill Them All, ovvero: l’hip hop ai tempi della post-discografia. Il momento cruciale è la puntata del Late Night with Jimmy Fallon del 16 febbraio 2011, quando durante lo show vengono invitati ad esibirsi due misconosciuti rapper di Los Angeles, Tyler The Creator e Hodgy Beats, alla loro prima apparizione televisiva. L’evento segna la definitiva consacrazione di uno dei più interessanti collettivi della nuova street culture statunitense, un fenomeno crossmediale che incorpora in sé musica, moda, skateboarding, e tecnologia. Sembra tutto creato a tavolino, e forse a tratti lo è. Fatto sta che siamo di fronte ad un grande momento di televisione. Jimmy Fallon che presenta il live tenendo in mano un gigantesco riquadro QR Code, Tyler e Hodgy che si presentano sul palco muniti di passamontagna vestiti Supreme da capo a piedi, ?uestlove dei The Roots che picchia metronomico sopra un sampling pad, per non parlare poi di Mos Def che a fine concerto letteralmente impazzisce. Il giorno dopo, o meglio, un paio d’ore dopo, il video fa il giro del mondo e la sensazione di aver assistito ad un evento importante è quantomeno palpabile, non tanto e non solo per il convergere degli elementi appena citati, ma anche e soprattutto per la voracità con cui questi due teenager afroamericani si sono mangiati il palcoscenico. Anagraficamente Tyler e Hodgy potrebbero essere benissimo i figli di Chuck D dei Public Enemy. Lo scarto è quindi generazionale.

Prima i blog su Tumblr, poi i mixtape in free-download, poi l’hype sui portali di streetwear e di sneakers, poi Kanye West che twitta “Yonkers” (nella foto in alto) di Tyler The Creator come il videoclip dell’anno, poi la copertina su Billboard, poi Terry Richardson che li fotografa in esclusiva per Vice. Il tutto, naturalmente, senza lo straccio di un contratto discografico, e qui torniamo dirimpetto alla questione della post-discografia. Già perché osservando attentamente l’exploit degli Odd Future si può incominciare ad intravedere un futuro per il music business, anche se ancora non si capisce bene quale. Non che io sia un fanatico dell’Internet a priori – a mio avviso nelle moderne democrazie occidentali Internet ha portato più che altro analfabetismo di ritorno e manicheismo culturale – tuttavia, è in casi come questo che ci si ricorda della potenza di uno strumento che come minimo ha rivoluzionato il nostro approccio alla conoscenza. Le major, seppur in colpevole ritardo, questo stanno cominciando a capirlo, e sanno bene che se vogliono continuare a vendere i loro prodotti devono per forza optare per un cambio di prospettiva. Vi pare un discorso troppo ampio dato che in fondo si sta parlando solo di una dozzina di ragazzetti benestanti nati e cresciuti nella solare L.A.? Forse. Fatto sta che OFWGKTA è una della cose più avvincenti accadute nel panorama musicale statunitense da almeno un lustro. Tyler The Creator, Hodgy Beats, Earl Sweetshirt, Domo Genesis, Mike G, Frank Ocean, Left Brain, Syd Tha Kyd, The Super 3, Jasper Dolphin, Taco Bennett: questi i membri della crew. Rime esplicite sopra scarni beat.

Ed il bello è che continua a funzionare. Prendiamo ad esempio “Yonkers”, il primo singolo tratto da “Goblin”, secondo attesissimo album di Tyler The Creator, che degli Odd Future è un po’ il leader carismatico, sempre agghindato con la sua ridicola camicetta hawaiana ed i calzini tirati su, tutto ovviamente targato Supreme. Il beat è semplicissimo: un boom-bap rallentato, un paio di note di basso, un sample ossessivo ed una linea di synth che si affaccia nel ritornello. Più di cinque milioni di views su Youtube in nemmeno due mesi, senza nessun tipo di promozione convenzionale. Per non parlare poi del rapping, con un flow in apparenza molto scandito che in realtà è tutto un rifrangersi di incastri, con liriche sempre in bilico tra nonsense, humour nero e misoginia/omofobia (anche se poi, all’atto pratico, Syd Tha Kid, l’unica donna della crew, è dichiaratamente omosessuale). Mentre state leggendo questo articolo l’album dovrebbe essere fuori ufficialmente, dato che l’etichetta indipendente londinese XL Recordings, del cui roster fanno parte artisti del calibro di Radiohead, The White Stripes, Vampire Weekend, M.I.A. sembra sia riuscita a strappargli un contratto. Ma non è stato facile, anzi. Tralasciando il fatto che Tyler è chiaramente un folle – immaginatevi l’incarnazione delle idiosincrasie di: a) un rapper, b) uno skater, c) un punk californiano –, la questione si sposta su un piano molto più complesso. I coetanei degli Odd Future non sanno neanche che cosa sia un’etichetta discografica. Ascoltano la musica direttamente su Youtube, magari addirittura da Facebook. I dischi non se li scaricano se non per trasferire i file sul cellulare. Masterizzarli sarebbe assurdo per il semplice fatto che molto spesso non hanno neppure uno stereo. Il concetto stesso di P2p, che appena un decennio fa ha rivoluzionato il mondo della musica, oggi non ha quasi più senso. In quest’ottica, i mixtape prodotti dalla crew – una decina nell’arco di due-tre anni – sono grandiosi appunto perché riescono ad intercettare un sentire comune. All’interno, sotto forma di rap esplicito e parossistico, vi si trova quella che è la visione del mondo della prima generazione di ragazzi formatasi autonomamente dentro ad Internet. E poco importa se il tempo per metabolizzare criticamente il fenomeno OFWGKTA ancora non è stato abbastanza, l’impatto nell’immediato è stato fortissimo.

Il loro suono colpisce soprattutto per l’assoluta e brutale semplicità. In pratica è un mix letale di horrorcore alla Gravediggaz, funk mutagenico in stile Flying Lotus e hip hop mainstream tipo Clipse. Il tutto però filtrato attraverso un linguaggio musicale che solo fino a pochi anni fa era inimmaginabile. Personalmente non so se gli Odd Future rivoluzioneranno in qualche modo il mondo della musica, non credo. Tuttavia oggi i riflettori sono tutti puntati su di loro, e per il 2011 sono state già preannunciate ben sei uscite discografiche. Inoltre la crew sta producendo un proprio programma televisivo per il network Adult Swim e si ha come l’impressione che OFWGKTA stia pian piano diventando un vero e proprio marchio sempre più spendibile sul mercato dei media. Per vendere, l’hip hop non ha neanche più bisogno del topos di una fantomatica streetlife: ora si fa tutto tramite Tumblr.

(dal numero 2 di Studio)