Attualità

Mi faccio la villa

Volpi, Agnelli, Feltrinelli, e altre illustri dimore (scontate) in vendita. Punto della situazione estivo

di Michele Masneri

Nell’estate della grande crisi finiscono sul mercato molte residenze leggendarie. A prezzi anche ribassati. Da Christie’s è stato messo in vendita il castello di Castagneto Po, di proprietà Bruni-Tedeschi fino al 2009 e poi passato al principe saudita Al Waleel Bin Talal. I Bruni Tedeschi l’avevano acquistato nel 1953 dai Fé d’Ostiani, assecondando le fantasie di grandeur catastale di Alberto (padre della ex prima dama di Francia), che con l’aiuto dell’arredatore e antiquario Accorsi l’aveva stipato di Rubens, Canaletto, Cranach: tutto battuto poi in una famosa asta di Sotheby’s nel 2007. Tanto era affezionato alla residenza e alle sue pertinenze, il compositore dodecafonico, da dedicare un’opera a un cassettone (Il mobile rosso, ispirata a una commode Boulle, “impiallacciata in legno violetto, ornata di marqueterie e tartaruga”, che sarebbe stata donata da Luigi XIV al duca d’Angiò); e un’altra a un giardiniere (Paolino, la giusta causa e una buona ragione, presentata a Spoleto nel 1978).

Molto più a sud, A Sabaudia, è sceso di dieci milioni il prezzo richiesto per la metafisica villa Volpi, detta anche Volpaeum: sempre Christie’s chiede 20 milioni (contro i 30 di un anno fa) per la mastodontica residenza veneto-palladiana che si erge neoclassica sulle dune, a pochi metri dal bagnasciuga, verso Torre Paola: un grande avancorpo centrale che si staglia circondato da alte colonne doriche, con un pronao da Rossella O’ Hara e una maestosa scalinata di travertino che scende fino alla spiaggia. La committenza del resto fu chiara: all’architetto bizzarro Tomaso Buzzi la contessa Nathalie Volpi aveva richiesto “faites-moi une petite folie”. E l’archistar d’epoca aveva risposto con telegramma, finiti i lavori, 6 luglio 1957: “venez avec projet temlo greco palladien avec colonnes”, con refusi originali. Da anni in cerca di acquirenti, giace come un pezzo di scenografia-peplum spiaggiato sulla sabbia pontina.

Su altre spiagge italiane illustri, qualcosa si muove (ma poco). A Portofino l’ennesima asta per villa Altachiara, quella delle gesta Vacca-Agusta, è andata deserta nonostante il prezzo di partenza fosse sceso ulteriormente da 34 a 27 milioni. Non si sa se a spaventare possibili compratori siano le iettature araldiche del fondatore, quel quinto conte di Carnarvon che scoprì la mummia di Tutankamon e poi finì malissimo (mentre gli eredi invece non se la passano affatto male, essendo proprietari anche dell’avito Highchlere Castle, cioè poi la Downton Abbey televisiva, e stanno facendo molti soldi con merchandising e memorie e marmellate legate alla famosa serie).

Più giù sul Tirreno, è stata invece finalmente venduta la Cacciarella: storica proprietà dei Feltrinelli a Porto Santo Stefano, dove l’editore inquieto visse qualche anno insieme alla madre Giannalisa e all’inquieto di lei marito Luigi Barzini jr. Recentemente però la Cacciarella era diventata diversamente celebre per essere stata acquistata dall’effimero furbetto Stefano Ricucci che vi celebrò gli sposalizi con Anna Falchi. Pessimo investimento sia il matrimonio che l’acquisto: comprata all’epoca per 34 milioni, è stata venduta qualche giorno fa a un magnate del petrolio russo a 18. Sempre a Santo Stefano, ma qui pochissimo pubblicizzata, e non in saldo, è in vendita una casa Agnelli con resti romani in giardino, 900 metri quadri di superficie e spiaggia privata. Per i puristi si avverte che non è quella storica di Susanna, nume tutelare e sindaco anti-abusi dell’Argentario negli anni Settanta, bensì un’altra, adiacente, di proprietà dei figli Cristiano e Urbano Rattazzi, dove pure “Suni” passò le sue ultime estati.