Attualità

Mads Mikkelsen

Chi è il vincitore di Cannes, e perché un premio a Mikkelsen è un premio al buon cinema

di Federico Bernocchi

Sono stati in molti, tantissimi a stupirsi che il premio come miglior attore al Festival di Cannes non sia andato al grande Jean Louis Trintignant, tornato sul grande schermo dopo troppi anni di assenza. Ma c’è un perché. Trintignant è il protagonista, insieme alla bravissima Emmanuele Riva del film Amour di Michael Haneke che per la seconda volta nell’arco di quattro anni s’è portato a casa la palma d’Oro. Ecco, come direbbe la Settimana Enigmistica, “forse non tutti sanno che”, il film che vince la Palma d’Oro non può vincere altri premi. Semplicemente questa è una delle regole del Festival. Nessuna mancanza di rispetto, sia chiaro: semplicemente il nostro Nanni Moretti ha applicato il regolamento. Lo dico perché, come s’è appena detto, sono stati in tanti, il giorno dopo la premiazione, a lamentarsi di questa “leggerezza”. Ancora di più sono quelli che hanno liquidato Mads Mikkelsen, vincitore per la sua interpretazione in The Hunt di Thomas Vinteberg, come un attore qualunque, un semi sconosciuto. Parliamo in realtà di un grande attore danese, dotato di una delle facce più interessanti in circolazione che ha già lavorato in patria e fuori con alcuni dei più grandi registi al mondo. Un premio a Mikkelsen, e lo dico senza aver visto neanche il film The Hunt, è un bel premio e una grande soddisfazione per chiunque ami il cinema.

Nato a Copenaghen nel 1965, Mads Dittman Mikkelsen ha studiato recitazione presso la scuola di teatro di Aarhus, per poi esordire nel mondo del cinema nel 1996. L’occasione gliela offre un allora sconosciuto Nicolas Winding Refn che dirige il primo capitolo della straordinaria triologia Pusher. Nel film interpreta Tonny, un piccolo spacciatore non particolarmente brillante. Una piccola parte, ma che mette in luce un viso incredibilmente magnetico e una capacità attoriale non indifferente. Tonny compare in poche sequenze, ma lascia il segno. Se ne accorge ovviamente Nicolas Winding Refn che lo richiamo al suo fianco nel 1999 per Bleeder, in cui interpreta il commesso di una videoteca al limite dell’autismo, e che costruisce proprio attorno a lui Pusher II nel 2004. Mikkelsen sembra essere una sorta di alterego di Refn; non solo i due lavorano evidentemente bene insieme, ma la fisicità dell’attore sembra essere particolarmente in linea con il cinema del regista. InPusher II Tonny esce dal carcere e si ritrova in mezzo a un mondo orribile, in cui la cosa più piacevole che si vede è una festa di matrimonio in un sordido night club in cui la sposa pippa cocaina dal pavimento per non sprecarla, mentre il marito danza su hit da Eurofestival. Mads Mikkelsen interpreta un cocainomane impotente, imprigionato in un mondo che non lo vuole e che lo schifa. Impossibilitato ad esprimere le sue espressioni in una maschera fissa e spigolosa come poche altre, assorbe tutta la violenza che lo circonda fino ad un inevitabile implosione. L’anno successivo è tra gli interpreti principali del clamoroso Le Mele di Adamo. Qui è un pastore protestante che accoglie nella sua chiesa un neonazista appena scarcerato per accompagnarlo in un lungo percorso di riabilitazione. Mikkelsen è incredibile nell’apparire inizialmente come un piccolo prete di campagna pervaso da una bontà senza confini, per poi rivelarsi una sorta di pazzo schizofrenico. Ancora una volta a stupire è la sua capacità di esprimere un’incredibile gamma di emozioni muovendo il minor numero possibile di muscoli facciali.

Nel 2006 recita nel film Dopo il Matrimonio di Susan Bier, pellicola candidata all’Oscar per Miglior Film Straniero. Questa è la parte che gli apre definitivamente le porte del successo. Prende parte al rilancio del franchise di James Bond interpretando il villain Le Chiffre inCasino Royale. La partita a poker in cui il nostro, distrutto dalla tensione, comincia a lagrimare sangue da un occhio è uno dei momenti più alti di un ottimo film d’intrattenimento. Mikkelsen, sempre grazie alla sua fissità, riesce a rubare la scena al roccioso Daniel Craig e comincia a diventare un nome spendibile anche fuori dalla Danimarca. Nel 2009 torna alla corte di Nicolas Winding Refn per Valhalla Rising. Questa volta interpreta One-Eye, un guerriero muto che, accompagnato da un bambino, affronta un folle viaggio psichedelico dall’estremo Nord verso la Terra Santa. Valhalla Rising, che qui abbiamo già definito 2001: Odissea nello Spazio con i vichinghi, alterna vedute di paesaggi che sembrano uscite da una serie di cover di gruppi metal norvegesi, ai primi piani di Mikkelsen che guarda l’orizzonte con il solo occhio che gli rimane mentre brandisce un’accetta. Ancora una volta Refn sfrutta l’incredibile volto del suo attore per realizzare un film che proprio in quel mutismo e in quell’apparente calma ha i suoi lati più interessanti. One-Eye è un nuovo Straniero Senza Nome che attraversa un mondo e un’epoca che evidentemente non gli appartiene, uccidendo e trucidando tutti coloro che lo attaccano e procedendo senza pause verso la sua meta finale.

Sempre nel 2009, questa volta in Germania, prende parte a The Door, uno strano film tra la fantascienza e il thriller, sfortunatamente da noi poco visto. L’anno successivo lo ritroviamo nel cast di Clash of the Titans nella parte di Draco. Un’altra piccola parte per Mikkelsen, che però riesce comunque a farsi notare grazie alla sua ingombrante imponenza. Coccolato ormai dalle grandi produzioni giocattolose statunitense, lo si può vedere mettere in seria difficoltà tutto il cast dell’ultima versione cinematografica de i Tre Moschettieri di Paul W.S. Anderson. Nella parte del cattivissimo Conte di Rochefort, riesce ad apparire come un grande attore in un film (che il sottoscritto difenderà fino alla morte per altre ragioni) in cui Milla Jovovich è una Mylady che lancia coltelli al rallenti come una ninja della Francia del 1600. Il giorno dopo la sua vittoria al Festival di Cannes è arrivata la notizia che Mads Mikkelsen sarà il nuovo villain nel secondo film dedicato a Thor, il Vendicatore regnante di Asgaard e Dio del Tuono. Evidentemente ci ha preso gusto a fare delle parti di cattivo vestita in sfavillanti armature. Interprete di razza, capace di esprimersi al meglio in film da festival come in pellicole decisamente meno pretenziose, Mads Mikkelsen è un gigante del nostro cinema. Anzi, propongo una petizione e una raccolta di firme per imporre un primo piano di Mads Mikkelsen in tutti i film in questo momento in produzione in tutto il mondo.