Attualità

Le canzoni della settimana

Le canzoni della settimana secondo Studio, per commentare in musica i fatti degli ultimi 7 giorni

di Redazione

Come ogni domenica, ecco la playlist.

 

Isley Brothers – This Old Hearth Of Mine (Is Weak For You): Cominciamo, come al solito, con una scelta redazionale (e chiuderemo anche con lo stesso metodo). Loro sono uno dei gruppi più importanti della scena soul, ovviamente targati Tamla-Motown.

 

 

Badly Drawn Boy – Born Again: Un pezzo non conosciutissimo del cantautore inglese, ma questa settimana si adatta a due differenti usi: un po’ blasfemamente per salutare la Pasqua, e un po’ più umanamente per salutare il ritorno al goal di Amauri, che ha fatto un grosso regalo alla sua ex squadra condannando il Milan.

 

 

Franz Ferdinand – Take Me Out: Francois Hollande ha detto che spera nell’aiuto dell’Italia per uscire dalla crisi. Insomma, politicamente i rapporti sono molto meno tesi rispetto al versante calcistico. Buona scusa per rispolverare un singolone della metà dello scorso decennio.

 

 

Pale Saints – Throwing Back The Apple: Utilizziamo il pretesto della Settimana Santa (almeno lessicalmente) per consigliarvi questo gruppo britannico a cavallo tra anni ’80 e ’90. Tra shoegaze à la Jesus and Mary Chain e My Bloody Valentine ad atmosfere più “leggere” e sognanti.

 

 

Il Triangolo – Le Forbici: È uscito l’album d’esordio del terzetto del varesotto, già acclamato (da Nomfup, tra gli altri) come “nuovi Baustelle”. Questa è una delle tracce contenute in “Tutte Le Canzoni”, targato Ghost Records. Teneteli d’occhio.

 

 

Marvin Gaye – What’s Going On: Questa è dedicata al Senatur dimissionario Umberto Bossi e alla sua Lega Nord. Che succede ragazzi?

 

 

Thee Oh Sees – Ruby Go Home: Quel “Ruby” nel titolo non ha nulla a che fare con nipoti di Mubarak, ex primi ministri o scandali sessual-politici. Sono semplicemente uno dei gruppi annunciati nella line-up del Pitchfork Festival, che si svolgerà a giugno a Chicago.

 

 

Desmond Dekker – Get Up Little Suzie: E qui chiudiamo, con uno dei mostri sacri del rocksteady. Come avevamo annunciato, scelta redazionale anche questa. Se non conoscete Desmond Dekker, rimediate partendo da qui.