Attualità

La vaccinazione, le pastorelle, le 5stelle

Breve storia del vaccino, di come abbia debellato molte malattie, fatto diventare innocue altre, di come funzionano i virus, di cosa c'entrano le mucche e del perché c'è chi vuole renderlo facoltativo. Benvenuti nella nuova rubrica "Scoperte".

di Timothy Small

Scoperte è una rubrica quindicinale che unisce scienza, storia, società e letteratura in senso generale; in quello specifico unisce invece mongolfiere, microbiologia, le isole del Pacifico, onde gravitazionali, poeti, esploratori, galassie lontane e l’origine della vita; è un tentativo forse romantico di cercare di parlare un po’ di tutto, a volte allo stesso tempo, a volte no.

*

1.
Il vaiolo è stato catastrofico per migliaia di anni. Ha causato milioni di morti, e cecità e lesioni disfiguranti sui volti dei sopravvissuti. Si dice che esista da dodicimila anni, che la prima prova fisica della sua esistenza risalga alle cicatrici trovate sulla mummia del faraone egizio Ramsete V, che sia stata la principale responsabile della decimazione delle popolazioni indigene d’America e del conseguente crollo degli imperi Aztechi e Inca, che abbia permesso la colonizzazione di quelli che sarebbero poi diventati gli Stati Uniti, che abbia ucciso un terzo della popolazione giapponese tra il 735 e il 737; nel 1967, secondo l’Oms, si registrarono dodici milioni di casi di vaiolo nel mondo, due milioni dei quali risultarono fatali.

2.
Secondo le basi dell’epidemiologia ci sono alcuni limiti per la sopravvivenza di un patogeno in un gruppo umano, o “gregge”. Primo: esiste una soglia del numero di “ospiti” suscettibili al di sotto del quale il microrganismo (che sia un virus, un fungo, un batterio) non può sopravvivere. Secondo: esiste un tasso di riproduzione di base (anche noto come R0) che è il numero medio di casi secondari prodotti da un’infezione primaria all’interno di una popolazione. In altre parole, è il numero medio di persone che possono essere infette da una singolo caso. Se R0 è meno di 1, l’infezione si estinguerà, se R0 è più di uno, si riprodurrà. Più il R0 è alto, e più questo accadrà in fretta: il vaiolo ha un R0 di 6. L’Hiv/Aids? Solo 2. Il morbillo, invece, ha un R0 tra il 12 e il 18, il che vuol dire che un caso di morbillo, se non trattato e contenuto, infetta in media altre 15 persone. Terzo: il corso di un’epidemia dipende dalla quota di contatti tra suscettibili ed infetti. Quarto: esiste l’immunità di gregge, cioè l’esistenza della resistenza di un gruppo all’attacco di un’infezione verso la quale una grande proporzione dei membri del gruppo è immune. Il numero di persone necessarie ad ottenere l’immunità di massa è chiamata la soglia d’immunità. La soglia d’immunità di una malattia con un R0 di 15, come il morbillo, è attorno al 90%, il che vuol dire che se  il 90% di persone in un gruppo è immune al morbillo, lo sono tutte. Appena quel numero scende sotto il 90%, allora tutte le persone non naturalmente immuni perdono l’immunità: e in questa percentuale includiamo i malati di malattie immunodeficienti, gli anziani, i bambini piccoli non ancora vaccinati, tutte le persone che, per una ragione o per un altra, non si possono vaccinare, o quelli che si sono fatti vaccinare ma che, per diverse ragioni, non hanno poi sviluppato l’immunità.

3.
La procura di Trani ha avviato, non meno di due mesi fa, un’indagine sulla connessione tra la vaccinazione da morbillo, parotite e rosolia (un vaccino combinato per le tre malattie, noto come MPR ) e l’autismo, sebbene Andrew Wakefield, il dottore che aveva connesso i vaccini e l’autismo, sia stato screditato in ogni maniera, talmente screditato che la sua pagina di Wikipedia non parla d’altro, che l’articolo in cui ha proposto questa tesi è stato ritirato (con scuse) da Lancet, la rivista che lo pubblicò. Il dibattito scientifico, in questo caso, semplicemente, non esiste.

4.
Esiste, tutt’oggi, un’espressione inglese, “as smooth as a milkmaid’s skin”, cioè: liscio come la pelle di una pastorella, che è, contro ogni logica di buon senso, legata direttamente all’invenzione dei vaccini. L’espressione nasce dal fatto che le pastorelle, nell’Inghilterra del 1800, avevano la pelle del viso liscia, non coperta di cicatrici come quella delle milioni di sopravvissute del vaiolo. Questa fascinazione con la saggezza popolare dell’epoca, che consigliava le pastorelle come potenziali mogli sane e grandi bellezze, aveva accompagnato il medico e ricercatore Edward Jenner fin dall’infanzia, nel Gloucestershire, dove nacque nel 1749. Fu questa fascinazione a spingerlo, dopo aver terminato gli studi in medicina a Londra, ad investigare la connessione tra il vaiolo bovino, o cowpox, e il vaiolo, o smallpox. Le pastorelle, infatti, lavorando a stretto contatto con le vacche, venivano contagiate dal vaiolo bovino, una zoonosi virale (cioè una malattia che può essere trasmessa dagli animali all’uomo) molto più lieve del vaiolo, che causava lesioni più piccole e limitate alle mani. Era per questo, dedusse Jenner, che le pastorelle erano note per la loro pelle liscia: la loro vicinanza ai bovini le aveva rese immuni al vaiolo (smallpox). Il 14 maggio del 1876 Jenner inoculò il figlio di otto anni di una coppia di amici con una dose di vaiolo bovino, infettandolo con il siero proveniente dalle pustole sulle mani di una pastorella. Qualche settimana dopo, lo inoculò con il vaiolo, verificandone l’immunità. Fu il primo caso di prevenzione attiva di una malattia, la prima vaccinazione.

5.
Oggi, il vaiolo non esiste più. È stata eradicato. La pagina Wikipedia del vaiolo ne parla al passato. Inizia così: Il vaiolo è stata una malattia infettiva causata da due varianti del virus Variola, la Variola minor e la Variola maior. «Il vaiolo è stato eradicato» vuol dire che non esiste più, sia chiaro: non puoi prenderlo. L’abbiamo sconfitto definitivamente nel 1979, grazie a una massiva campagna di vaccinazione durata vent’anni. L’assemblea mondiale della sanità ha dichiarato «solennemente», nel 1980, che «il mondo e i suoi popoli hanno ottenuto la libertà dal vaiolo.»

6.
Il morbillo, nella nostra concezione comune, non è una malattia letale, quindi possiamo pensare che i vaccini MPR, magari, non siano obbligatori, non siano, forse, necessari. La verità è che il morbillo, nel 2012, ha ucciso 122.000 persone. Nel 1990, quando la vaccinazione non era così comune, ne uccise 630.000. Da quando ha preso piede la moda di rifiutare la vaccinazione – moda basata su quella che è stata definita «la peggior bufala della storia della medicina degli ultimi 100 anni» – il processo di eradicazione del morbillo ha subito un rallentamento. Si parlava del 2013, poi di 2015. Oggi, di 2017.

7.
La parola vaccino l’ha inventata uno scienziato, Edward Jenner, un dottore inglese fissato con le donne dalla pelle liscia, che voleva debellare una delle peggiori malattie della storia dell’umanità, e che l’ha fatto, o meglio, l’abbiamo fatto noi, un secolo dopo di lui, eradicando una malattia che aveva ucciso quasi 500 milioni di persone nel ventesimo secolo, e l’abbiamo fatto basandoci sul suo lavoro, seguendo il metodo scientifico e ringraziando Pasteur, lui dovremmo ringraziarlo costantemente, ma tutto questo è nato dall’osservazione della liscia pelle delle pastorelle inglesi. È da lì che viene la parola vaccino. Viene dalla parola vacca.

8.
La “scelta” di non far vaccinare i propri figli per il morbillo, citando uno studio di uno scienziato screditato o appellandosi a voler vivere «uno stile di vita più naturale» non ci renderebbe solo colpevoli di alzare il naso verso uno dei più grandi colpi di genio della storia dell’umanità. Ci rende colpevoli — direttamente colpevoli — di mettere a serio rischio la vita di persone che non possono prendere quella scelta, persone che non possono vaccinarsi. È in mezzo a questo dibattito che il MS5, tramite il suo consigliere regionale in Lombardia, Dario Violi, ha presentato un progetto di legge il 10 febbraio del 2014 che sospenderebbe «l’obbligo vaccinale per l’età evolutiva», che vorrebbe in altre parole rendere la vaccinazione «facoltativa» perché tale pratica «ha sollevato non poche perplessità nel mondo accademico e scientifico che ravvisano un collegamento diretto tra alcune gravi malattie e la vaccinazione in età pediatrica» e che include anche riferimenti a «numerosi studi» che relazionerebbero la vaccinazione a patologie quali «allergie». E alle «morti improvvise in culla».

 

Nell’immagine in evidenza, un’illustrazione degli anni ’10 del 1900 sulla vaccinazione da vaiolo. Nel testo, il quadro “Il dottor Edward Jenner effettua la prima vaccinazione contro il vaiolo nel 1976” di Gaston Mélingue