Attualità

La rassegna di Studio per il weekend

Avete un momento libero per leggere qualche bella storia uscita questa settimana? Siamo qui apposta: si parla di Iran, Backstreet Boys, John Green, sci-fi e religione.

di Redazione

Un’artista di culto che dipinge dinosauri e cose strane, un lato nascosto del Monopoli, le cose peggiori viste da un medico. È stata una settimana molto ricca di spunti e non mancano spunti per le letture del fine settimane: ne abbiamo raccolti alcuni per voi, si va dall’Iran ai tweet “sbagliati”, dalla religione alla science fiction.

Buona lettura.

 

“Inside Monopoly’s secret war against the Third Reich” – Eurogamer

Durante la seconda guerra mondiale un piano segreto dei servizi britannici usava Monopoly per aiutare i prigionieri alleati a scappare dai campi di prigionia.

 

“What’s Like the Craziest Shit You’ve Ever Seen” – Gawker

Un dotto racconta cosa succede nella sua testa quando, durante una festa o una cena, qualcuno gli chiede incuriosito quali sono le cose più assurde che abbia mai visto a lavoro.

 

“Dinosauri contro la recessione” – Vice

Intervista a John Brosio, un’artista di culto che dipinge cose che forse non immaginereste mai.

 

“In Space, No One Will Hear Your Prayers” – The Toast

Facciamo finta di non vedere quanto religione e sci-fi siano strettamente collegate: è ora di smetterla e leggere questo articolo.

 

“The Neuroscience Guide to Negotiations With Iran” – The Atlantic

La neuroscienza può aiutarci a capire i negoziati sul nucleare iraniano.

 

“If a Time Traveller Saw a Smartphone” – The New Yorker

Come reagirebbe un uomo dei primi del Novecento vedendoci vivere con i nostri telefoni?

 

“The Green Movement” – mental_floss

Ritratto dello scrittore e video blogger e della incredibile comunità (“nerdfighteria”) dei suoi lettori.

 

“I Went On A Backstreet Boys Cruise” – BuzzFeed

Che cosa succede se 2000 fan di una boy band anni Novanta si incontrano su una nave, nel 2013?

 

Immagine: particolare della redazione parigina dell’International New York Times (Guillaume Belvèze)