Attualità

La rassegna di Studio per il weekend

L'assassinio di Kennedy, la fase finale della lotta alla polio, gente che si sfida ridendo: cose belle da leggere con calma durante il fine settimana.

di Redazione

Cose belle da leggere durante il fine settimana: c’è un racconto sulla nuova fase della lotta alla polio, un piccolo speciale su JFK, i professionisti della risata e molto altro. In aggiunta alla nostra consueta rassegna del sabato, vi ricordiamo anche che Studio vi aspetta in edicola e libreria con un sacco di storie.

“The Surge” – Wired

La lotta contro la polio è stata un successo: lo scorso ce ne sono stati solo 223. Eppure, per molti motivi, la prossima fase sarà la più complicata e dispendiosa di tutte.

“Indelible Ink: The Deep History of Tattoo Removal” – The Appendix

La storia della rimozione dei tatuaggi, dagli inizi molto dolorosi ai giorni nostri.

“I, cockroach” – Aeon Magazine

Si chiama RoboRoach, costa 99 $ e consente di “comandare” via bluetooth uno scarafaggio. Si riapre un dibattito etico sulla sperimentazione su insetti e vermi.

“The Fall of the House of Moon
” – The New Republic

La controversa ascesa e l’attuale declino della chiesa del reverendo Moon che, passata in mano alla figlia, sta perdendo adepti alla velocità della luce.

“Inside the World of Competitive Laughing
” – The New Republic

Esiste una gara di risate. Ed esistono anche degli atleti del settore, ovviamente.

“My Man Jeremy” – The New Yorker

Michael Cera aveva un amico, “Jeremy Delano”, che ha “conosciuto” per caso quando ha ricevuto per caso dei messaggi da uno sconosciuto. Ecco la corrispondenza dello strano rapporto epistolare tra un divo di Hollywood e uno a cui non gliene frega granché di parlare con un divo di Hollywood.

“Il giorno che Johnson diventò presidente” – Il Post

Quello che è successo dopo il 22 novembre 1963, nell’ospedale Parkland di Dallas e nell’Air Force One all’aeroporto. La nascita del presidente Lyndon Johnson.
 
 
Qui trovate la rassegna in formato Readlist.

Immagine: particolare della redazione parigina dell’International New York Times (Guillaume Belvèze)