Attualità

I tormenti del giovane Soros

Il finanziere si risposa a 82 anni, e va bene. Ma sono i suoi ultimi investimenti a lasciare perplessi

di Michele Masneri

D’accordo, il matrimonio (il terzo), a ottantadue anni, con una fanciulla di 42 anni più giovane ci può stare. George Soros, come si è saputo, ha “fatto la proposta” a una tale Tamiko Bolton, quarantenne della Florida, anche lei al secondo matrimonio. Facile fare ironie: la Bolton, esperta di yoga e di diete, è farmacista, e lui stesso l’ha già definita sua badante speciale. La curiosità è che lei è una fervente repubblicana, mentre il finanziere di origine ungherese negli anni si è rivelato uno dei principali finanziatori non solo dei movimenti democratici in Ucraina, Georgia, Bielorussia e prima naturalmente di Solidarnosc. È anche uno dei principali finanziatori di Barack Obama e prima ancora forse il più strenuo oppositore di George W. Bush: famoso il suo intervento del 2003, in cui disse che cacciare il presidente era “l’obiettivo principale della sua vita” ed una “questione di vita o di morte” per la quale avrebbe volentieri sacrificato la sua intera fortuna. Negli anni Soros, secondo il Center for Responsive Politics, ha donato oltre 23 milioni di dollari a oltre 500 gruppi che si battevano contro la rielezione del presidente Bush (soldi buttati, quindi).

Ma a parte il dibattito politico in famiglia, a destare perplessità sono le ultime scelte di investimento del tycoon: il finanziere che il 16 settembre 1992 vendette allo scoperto 10 miliardi di sterline inglesi costringendo Londra a uscire dal Sistema monetario europeo è notoriamente un grande vecchio, insieme a Warren Buffett, a cui si ispirano migliaia di investitori. Il suo celeberrimo fondo Quantum ha reso per decenni, sia in salute che malattia, quasi il 40% annuo. Così ha sorpreso un po’ tutti (molto più del matrimonio tardivo) scoprire che negli ultimi tre mesi Soros ha acquistato 341 mila azioni Facebook, per un controvalore (all’epoca) di 10,6 milioni di dollari. Poca cosa rispetto a un patrimonio totale di oltre 20 miliardi, e però ci si interroga. Il fatto è che  a oggi il suo investimento si è svalutato di almeno del 30%, cioè di 3 milioni di dollari, e l’acquisto non è stato fatto al momento del trionfale collocamento, ma dopo, quando già circolavano i primi dubbi.

Certo, Soros non è il solo grande gestore ad aver acquistato azioni Fb: anche altri grandi money manager come Steven Cohen di Sac Capital Advisor e Moore Capital hanno comprato. Intanto si attende l’apertura di Wall Street di oggi, giorno in cui termina il “lock-up”, cioè il periodo in cui il management e i grandi investitori istituzionali che hanno comprato al momento del collocamento non possono vendere: il che potrebbe tradursi nei prossimi mesi in un ulteriore tonfo per un titolo che da maggio ha già perso il 46 per cento.

Gli analisti si chiedono allora se la strategia sorosiana rientri in uno scenario comprensibile di decadenza senile, anche dopo la bizzarra controversia legale dell’anno scorso con un’altra fidanzata, l’attrice brasiliana di soap Adriana Ferreyr, che reclamava un appartamento promesso e mai intestato. E se l’acquisto di azioni Facebook, per quanto con argent de poche, non sia parte del giovanilismo ultimo del personaggio. Oppure al contrario se ancora una volta il vecchio finanziere, alla cui figura si ispirò Oliver Stone per il suo Gordon Gekko, non abbia la vista più lunga degli altri. Forse Soros si dimostrerà ancora una volta controcorrente, e l’unico (ormai) a credere alle parole di Mark Zuckerberg, secondo cui la Borsa e la Silicon Valley danno troppa importanza ai risultati di breve periodo invece di guardare a orizzonti più lunghi. Del resto, anche alla sconfitta della Banca d’Inghilterra pochi avrebbero creduto, vent’anni fa.