Attualità

La mia finta follower ed io

Diario di una schiappa su Twitter, che ha acquistato su eBay follower “davvero umani” (però bastardi)

di Alberto Mucci

Pare che smascherare follower finti (o presunti tale, aggiungiamo per garantismo e buona creanza) stia diventando di moda, e poco importa che si tratti di giornalisti o di aziende. Il nostro uomo a Chicago, Alberto Mucci, a comperarsi un po’ di follower ci ha provato: ha scoperto che gli interlocutori fake si comprano anche su eBay. E che sono una grande fregatura.

Ecco il diario semiserio di una schiappa su Twitter.

CHICAGO – Ho fatto l’iscrizione, ho inserito la foto, compilato la sezione about me e aggiunto anche un link al mio blog convinto che il resto sarebbe venuto da sé. Il mio primo giorno su Twitter 16 persone hanno cominciato a seguirmi. Un mese dopo i miei followers sono rimasti venti: amici, il mio vecchio collega Marco Pedersini che ri-twittandomi mi ha procurato un follower e tre altre persone che ho avuto la fortuna di intervistare. Anche i miei vecchi redattori, nonostante fossi speranzoso che una volta diventato loro follower mi avrebbero seguito, non ne hanno voluto sapere. Il mio nuovo account brancolava nel buio.

Dopo due mesi dal primo tweet i miei followers erano ventuno e le mie aspirazioni da twitterato regredivano verso pensieri di natura luddista.

Ho chiesto aiuto a Google e ho digitato: «Qual è il miglior modo di ottenere follower in poco tempo?». Sono apparsi decine e decine di risultati: tra questi intertwitter.com dove per dodici dollari si possono acquistare mille followers, per 21 ben 2.000, per 37 addirittura 5.000 e così via fino ai prezzi scontati per gli acquisti all’ingrosso. Scettico ho comunque pagato e in 48 ore mi sono ritrovato con mille follower in più (a questo punto 1021).

Sapendo di twittare per un’audience mi sono finalmente impegnato con decisione e costanza. Dopo qualche giorno però l’entusiasmo è svanito; era ovvio che qualcosa non quadrava. Le spiegazioni possibili erano due: o i miei nuovi followers erano zombie della rete o erano fasulli, patacche create da un qualche nerd chiuso in uno scantinato e che mentre io smaniavo rideva della mia ingenuità. Dei miei follower nessuno mai twittava e scandagliando i vari profili che adesso mi seguono paiono uno più inverosimile dell’altro.

Tra questi il mio preferito è quello di Bestow Adrian, ragazza che dichiara 18 anni, ma annette una foto in cui ne dimostra 40, ha 2 soli tweet tra cui uno che declama“mi sento così inutile” con in coda allegato una faccina triste, 0 follower e 33 persone che segue di cui tre, coincidenza, sono anche miei follower. Una delusione.

Ritorno su Google e scopro velocemente che la miglior piattaforma per la compravendita di follower è nientemeno che eBay, la madre del commercio on-line. Inserita la parola “Twitter” nella casella di ricerca appaiono centinaia di offerte di vendita di follower oltre che opportunità di acquistare singoli tweet a prezzi che vanno da 0.99 centesimi di dollaro fino ai 4.99 a seconda del numero di follower che l’utente ebay è in grado di mettere a disposizione. Tento con “cwswebsites” che per 3 dollari e 99 centesimi offre di mandare Settanta tweet ai suoi Settanta mila follower; tutti, come ci tiene a precisare, “100 per cento reali e garantiti”. Mi fido e mi convinco che almeno l’un per cento di questi vedrà il tweet, poi un ulteriore un per cento cliccherà sul link e deciderà di “seguirmi” (per chi si fosse perso la matematica ho calcolato di ottenere a fine operazione 70 nuovi follower). Passo la giornata davanti allo schermo e invece nulla: osservo i tweet commissionati che vengono sparati nel cyberspazio senza però che nessuno mi ri-twitti o mi apprezzi. In due giorni ho buttato 15 dollari e diverse ore di lavoro, ma rimango determinato a trovare una scorciatoia con la quale arrivare al tappeto rosso della Rete.

Di nuovo mi affido al web e ai suoi consigli. Il migliore me lo da il giornale americano Inc.com secondo cui ci sono persone che offrono, sempre su ebay, follower “davvero umani” e con “interessi simili ai tuoi”. Scrivo all’utente “themodlawrence” che mi chiede username e password. Non il più sicuro dei metodi ma ormai ho poco da perdere. Nel giro di qualche giorno inizio a essere seguito da decine di nuovi utenti. Di primo impatto paiono veri: twittano, conversano e dichiarano sui loro profili di essere giornalisti, ricercatori o specialisti di qualche campo.

Jackpot; se tutto va bene ho imboccato la strada maestra per diventare una tweetstar. Ma non faccio in tempo a gioire che molti smettono già di seguirmi. Scrivo a “themodlawrence” per avere una spiegazione ma non ottengo alcuna risposta. Un altro sfortunato internauta che ha già penato dietro alla ricerca di nuovi follower spiega su un forum che “con ogni probabilità è stato un algoritmo a calcolare le possibilità che un determinato utente cominci a seguirmi una volta che sono diventato suo seguace. Quando però questi si accorgono di seguire una persona che non gli interessa cessano il rapporto”.

Costo totale: 11 dollari. Comunque i migliori spesi in tre giorni di disperata ricerca visto che almeno una parte dei follower ottenuti da “themodlawrence” continua a seguirmi (ricapitolando ora i follower sono 1.142: 21 amici iniziali, 1000 fasulli e 121 ancora rimasti dall’ultimo acquisto).

Ah, dimenticavo: twitto in italiano e i follower acquistati comunicano inglese. A meno che non cambi lingua non servirà a molto.