Attualità

Comedy Subs

Come tradurre e sottotitolare i migliori comici americani senza rovinarne la magia.

di Pietro Minto

«Sono usciti i sottotitoli?» è una domanda comune tra gli appassionati di cinema e serie televisive straniere. Per chi non ha una conoscenza dell’inglese di un certo livello, i subs sono oro colato, un elemento magico che ti permette di stare aggiornato con le gesta di Walter White senza aspettare che un network italiano trasmetta Breaking Bad. I sottotitoli (che coprono ormai qualsiasi genere: dall’anime giapponese all’ultimo blockbuster hollywoodiano; dalla serie più cool del momento al documentario austriaco di cui non sentirai mai parlare) sono dilagati nel web, arrivando a coprire anche alcune nicchie, grazie a siti specializzati.

È il caso di Comedy Subs. Fondato nel 2008, da allora il sito segue i migliori comici anglosassoni, quei stand-up comedian che sembrano quasi alieni se comparati al panorama italiano fatto di Colorado Café e Martufelli. Il sito è diventato presto il portale di riferimento per gli amanti della comicità e della satira d’oltreoceano, e ha contribuito a portare in Italia autori come Bill Hicks, George Carlin ed Emo Philips, di culto all’estero ma praticamente sconosciuti in Italia (non a Daniele Luttazzi, come si è poi scoperto). Il riferimento alla “Caccia al tesoro” luttazziana non è casuale: l’origine del sito è infatti strettamente collegata al comico romagnolo: nel 2008 fu scoperto un filmato di George Carlin sulla religione che era praticamente identico a un pezzo del comico romagnolo. Roberto, blogger animatore di ReRosso.it, decise di sottotitolarlo in italiano, per rendere visibile a più persone possibile.

«L’iniziativa piacque», ricorda, «allora insieme al mio amico Vasco “Vaz” Serafini decidemmo di aprire un blog dedicato al genere». Negli anni seguenti il team si è allargato, arrivando a comprendere sei membri assidui più molti collaboratori saltuari. Ed è arrivato anche il successo di critica, quanto meno tra gli appassionati del genere: perché se la traduzione di un filmato è già un’impresa ardua, quella di uno spettacolo comico è merce fragilissima. Sta tutto, spiega ReRosso, nella ricerca della «misura giusta» delle parole. «Nel caso della satira in particolare bisogna saper capire se è meglio perdere nella traduzione un riferimento culturale ostico per il pubblico italiano, trasformando la battuta, oppure se mantenerlo a tutti i costi per restare fedeli all’originale, magari anche spiegando il riferimento in una “nota” che appaia per qualche secondo sullo schermo». Cambiare una parola in una battuta può rompere l’incantesimo, spezzare il meccanismo nascosto che anima la comicità. E poi c’è il timing, ovvero la gestione delle scritte in sovraimpressione: deve essere calcolato al meglio, perché se la punchline appare prima o dopo il momento dovuto, il giocattolo si spezza. E il fantasma di Bill Hicks non la prende bene.

Un lavoro ingrato ma piacevole, se animato dalla passione. Attorno a Comedy Subs si è radunata col tempo una folla di adepti che grazie al lavoro dei misteriosi ReRosso, Vaz, Adrien Vaindoit, Faust VIII ecc., hanno potuto incontrare il compianto Robert Schimmel, il rossetto di Eddie Izzard, la ferrea logica del già citato Carlin. E tanti altri. Un’opera certosina che li ha portati recentemente a fare il grande passo, producendo i sottotitoli per un DVD in vendita in questi giorni. Si tratta di Christ on a Bike di Richard Herring, «uno spettacolo di un noto comico inglese che prende in giro cosucce come il Vangelo e Gesù», ci spiega Roberto. Materiale bollente: «siamo contenti di esordire su DVD proprio con uno show che potrebbe farci scomunicare per blasfemia. Così risparmiamo sui soldi della raccomandata del modulo di sbattezzo».

E l’Italia? Come sta il nostro Paese tra un Crozza, uno Zelig e l’ennesima riesumazione del Male? Comedy Subs segue la comicità nostrana ma sembra – non a caso – fuggire da quella mainstream: si interessa a qualche esperimento come il laboratorio di satira romano Satiriasi o la neonata casa editrice Sagoma. Nulla di più, almeno per ora. Non che il team abbia cercato la fama, d’altronde: il sito è nato come un hobby, una passione. Rimarrà tale («Siamo un gruppo di appassionati che fanno altro di mestiere e che tentano di dedicare un po’ di tempo a quest’hobby»), anche perché, nonostante tutto, è ancora la televisione a dominare il panorama culturale italiano.

Nel frattempo, lo staff dei subs continuerà a procurarci comicità d’altissima qualità, con cura e pazienza, perché è così che hanno sempre fatto e, confessa ReRosso, anche per pigrizia. «Però un giorno uscirò dalla mia proverbiale pigrizia e noi di Comedy Subs conquisteremo questo paese che sta disimparando a ridere».