Attualità

L’evoluzione di Club to club

I cambiamenti di C2c, dalle serate Xplosiva a oggi, il suo legame con Torino, l'avant-pop: una chiacchierata con Sergio Ricciardone, direttore artistico del festival.

di Oscar Cini

Club to club è una delle realtà più solide in fatto di clubbing e sperimentazione nel panorama dei festival italiani. Sono 16 edizioni di continuo miglioramento, nella proposta, nel modo di selezionare l’enorme varietà musicale in cui quotidianamente cerchiamo di districarci. La capacità di C2c sta nel riuscire a riunire sotto la stessa etichetta tanto i pionieri visionari del suono elettronico quanto nuovi fenomeni: da Laurent Garnier a Tim Hecker passando per Arto Lindsay e DJ Shadow; fino ai territori globali in cui si muovono, tra gli altri, Elysia Crampton, Chino Amobi, Ghali e il romano Nan Kolè, deus ex machina e fondatore della Gqom Oh!. A Torino sarà presente anche Jonny Greenwood (Radiohead) con il progetto Junun, insieme al compositore israeliano Shye Ben Tzur e l’ensemble indiano di nove elementi Rajasthan Express. Con Sergio Ricciardone, direttore artistico del festival, abbiamo discusso di come è cambiato C2c nei suoi sedici anni di vita dalle serate Xplosiva a oggi, del rapporto con Torino, di avant-pop ed evoluzione continua.

ⓢ Dalla prima edizione del festival, nata dall’esperienza con Xplosiva, sono passati sedici anni. Facendo un resoconto di quanto fatto con Club2club fino a questo momento, che tipo di percorso credi sia stato il vostro?

Nel corso degli anni, l’esperienza accumulata con la clubnight di Xplosiva è stata riversata dapprima nella fondazione dell’associazione e in seguito nella creazione del festival. Questo percorso a tappe ci ha visti crescere da realtà locale a nazionale e infine internazionale, è stato un processo graduale, naturale conseguenza del fatto che ogni edizione è migliore della precedente sotto ogni aspetto.

ⓢ Guardando ancora un attimo al passato, nel documentario Sunshine in November traspare chiaramente il legame che il festival ha con la città di Torino. Un rapporto che si dipana su diversi livelli: come è cambiata la città in questi anni, sia nelle sue dinamiche sociali sia per quanto riguarda la scena musicale?

Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio Torino ha conosciuto un periodo d’oro in cui diverse realtà potevano progettare in maniera innovativa, grazie a un clima favorevole, rendendola una fucina di talenti unica in Italia. Nel corso degli ultimi anni, mentre il profilo e la solidità del festival si andavano cementando, sono comparse tante realtà, soprattutto i club sono praticamente spariti dalla città, anche se devo riconoscere che questo è un fenomeno globalmente diffuso e non prettamente torinese. I festival stanno prevalendo ovunque.

arto lindsey

ⓢ Dal 2000 a oggi qual è l’artista che maggiormente ha rappresentato per attitudine e suono lo spirito di C2c?

Ci sono una serie di artisti che hanno suonato più volte per noi: penso a Caribou che quest’anno si esibirà sul palco Red Bull Music Academy ed è al festival per la quarta volta (due volte come DJ, due volte live), Jon Hopkins che nonostante sia venuto da noi svariate volte è al suo esordio sul main stage quest’anno, Kode9 che certamente vanta il record di presenze, Jamie xx che suonò uno dei suoi primi solo show di sempre a Torino. Tendiamo a investire molto sugli artisti che ci piacciono e inevitabilmente questo li fa crescere assieme a noi.

ⓢ C’è un artista che avresti voluto vedere al festival e che per un motivo o un altro non siete ancora riusciti a far esibire?

Non li dico, per scaramanzia. Ho capito che tutto è possibile a Club To Club quando due anni fa siamo riusciti ad avere il maestro Franco Battiato che ha fatto uno speciale show in cui risuonava i lavori di elettronica sperimentale della sua prima parte di carriera.

ⓢ Vaghe Stelle, OOBE, One Circle, A:RA, Bienoise. Quella nata nei dintorni di Torino mi sembra l’unica o una delle poche scene musicali, con un taglio internazionale, coesa e realmente definibile come tale. Perché Torino riesce a generare un certo tipo di proposta artistica e quanto credi che C2c sia stato importante nel promuovere gli artisti che si muovono in città – come ad esempio il lavoro fatto con A great symphony nel 2013?

Il lavoro di scouting che svolgiamo sul territorio italiano ha l’obiettivo di permettere agli artisti coinvolti di accreditarsi come alcuni tra i migliori interpreti della sfaccettata scena (o non-scena) italiana presso pubblico e critica internazionali. Negli anni questi artisti hanno preso parte al programma dei palchi Red Bull Music Academy del festival, che oltre a ospitare spesso e volentieri artisti The Italian New Wave (come One Circle, il trio di Vaghe Stelle, Lorenzo Senni e A:RA), accolgono una selezione impeccabile di nomi nuovi al debutto nazionale: penso a Gaika, Amnesia Scanner, Fatima Yamaha. Anche A Great Symphony, un progetto realizzato per il British Council, ha dato la possibilità a tanti producer italiani e internazionali di confrontarsi con un gigante del panorama musicale contemporaneo come Kode9, nonché di amplificare la loro visibilità su scala europea.

ghali

ⓢ Rispetto alla nuova edizione colpisce abbastanza la scelta di inserire un live di Ghali. Probabilmente è uno degli artisti che sta avendo un tipo di approccio realmente interessante alla musica, per sua personale evoluzione, uso della lingua, attitudine. Come nasce la scelta di un artista del genere?

Club To Club è un festival di musica avant-pop; visto che spesso ci accusano di essere molto più avant che pop (non che la cosa ci dispiaccia) abbiamo pensato di chiamare Ghali, che in questo momento è primo in classifica in Italia. Ci tenevamo a fare un po’ di chiarezza.

 Parliamo del rapporto con Boiler Room e The Italian New Wave: credi che Club to Club possa proporsi come collettore artistico e propulsore di artisti italiani verso un pubblico più ampio?

La collaborazione con Boiler Room è lo step più recente – e tra i più significativi – del progetto The Italian New Wave: oltre ad aver presentato eventi dedicati a Londra (anche insieme a Barbican Centre) e aver toccato New York per la prima volta quest’anno collaborando con Unsound, ITNW ha pubblicato un sampler di inediti in collaborazione con Bleep e lanciato il suo primo Annual Summit alla Reggia di Venaria la scorsa estate. Gli strumenti e le risorse di Club To Club sono quindi messi a disposizione degli artisti ITNW per offrire loro la risonanza che meritano.

ⓢ Dopo il C2c a Istanbul dove vedremo ancora il festival? Che tipo di processo vi porta a cercare nuove venues in giro per l’Europa?

Club To Club Istanbul nasce da Club Europa, un progetto avveniristico che ha portato il festival a tenere eventi in diverse città europee, negli stessi giorni della manifestazione di Torino, con uno streaming reciproco tra la sala principale del Lingotto e il club straniero. Dopo essere approdati nella megalopoli turca, abbiamo deciso di creare un twin festival che riprendesse lo spirito originale del circuito di locali che in origine caratterizzava Club To Club a Torino. È in virtù di queste esperienze che consideriamo l’Europa il nostro campo di gioco; vogliamo portare Club To Club ovunque ce ne siano i presupposti, lavorando con partner esclusivi e mettendo a frutto le specificità dei rispettivi territori.

ⓢ Rispetto alla nuova edizione qual è il set a cui sei maggiormente legato o che credi sia maggiormente rappresentativo della vostra attuale visione?

Sono innamorato di ognuno degli artisti in cartellone, se proprio devo fare un nome dico Arca perchè incarna lo spirito avant-pop della nostra visione. Si tratta di un artista fortemente sperimentale che allo stesso tempo è produttore di Frank Ocean e Kanye West. Arca è il nostro modello di business.

ⓢ C2c è un festival che ha sempre cercato di guardare avanti, non dando mai l’idea di appiattirsi su tendenze del momento o idee stantie. Avete sempre anticipato le tendenze attraverso le vostre scelte artistiche. Come vedi il futuro di C2c?

È vero, Club To Club legge le tendenze quando sono ancora sotterranee e le intercetta prima che divengano fenomeni di massa, ma dal mio punto di vista se ci rifletto non vedo nessun anticipo di tendenze: vedo in Club To Club una testimonianza di contemporaneità, e credo che questa sia la nostra mission rispetto a ciò che il festival racconta e racconterà.

Immagini di testata e degli artisti Arto Lindsey e Ghali: Club to Club.