Cose che succedono | Attualità

In Cina parlare del crollo della borsa è reato

La polizia cinese ha arrestato quasi duecento persone accusate di «diffondere pettegolezzi» su Internet. In realtà però la loro colpa era commentare e diffondere informazioni sulla caduta della borsa di Shanghai e altre notizie poco lusinghiere per il governo di Pechino.

La borsa cinese ha subito duri colpi quest’estate, incluso il “lunedì nero” del 24 agosto. La vicenda ha ricevuto ampia copertura in tutta la stampa globale, preoccupata da una possibile contrazione della seconda economia del mondo. Ma, come ha notato tra gli altri l’emittente NPR, è stata praticamente ignorata dai media cinesi, su cui gravano forti restrizioni governative.

Recentemente 197 individui, tra giornalisti e blogger, sono stati arrestati dalle autorità, riporta Mashable che cita fonti locali, come l’agenzia di stampa Xinhua. L’accusa ufficiale è avere «causato panico, ingannando il pubblico con conseguenti disordini nella società e nel mondo degli affari». Oltre alla crisi delle borse, tra i fatti riportati “impropriamente” dagli arrestati ci sono anche le esplosioni a Tianjin, città portuale del nord est del Paese.