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Blockbuster

Giovani o anziani: due strategie mettendo in atto le quali Blockbuster avrebbe potuto evitare di fallire

di Michele Boroni

Per tutti coloro che hanno vissuto intensamente gli anni novanta, la parola Blockbuster è spesso associata a un immaginario di efficienza e botton-down, furbizia markettara e rigore (leggi anche “zero-tolleranza-per-la-consegna-in-ritardo”). Ok, anche commessi mediamente antipatici e assortimento limitato (“scusa, ma gli horror sono davvero tutti qui?”).

Domanda: avete fatto recentemente visita a uno degli ultimi Blockbuster che stoicamente ancora resistono? Se sì, avrete sicuramente notato il clima post bellico che si respira o, più semplicemente, da svacco totale. Praticamente si sono trasformati in una sorta di bazaar, dove dvd e pelouche, videogiochi e accessori per auto, sono esposti tutti insieme per la svendita totale.

Lo sappiamo, Blockbuster è globalmente fallita (a fine gennaio è stato depositato al Tribunale di Milano il concordato fallimentare di Blockbuster Italia) e ne conosciamo anche i motivi: l’Internèt, il downloading selvaggio, un’offerta televisiva più ricca e l’arrivo di altre forme di intrattenimento domestico. Negli Usa tutto viene ricondotto principalmente a un nome, Netflix, il concorrente indie e smart che ha saputo meglio interpretare le nuove esigenze dei clienti. Ma non è di questo che voglio parlare.

Vorrei invece illustrarvi come Blockbuster Italia poteva salvarsi; cioè come, in tempi non sospetti (tipo cinque anni fa) avrebbe potuto leggermente virare il proprio modello di business e gli obiettivi strategici al fine di garantire la propria sopravvivenza.

Ecco quali sono, secondo me, i piani B che avrebbe potuto attivare.

Partiamo dal target: il problema e il limite di Blockbuster sono da sempre quello di rivolgersi unicamente al target famiglie, neanche fosse un’emanazione della DC dorotea. Bastava, banalmente, allontanarsi dallo strereotipo del nucleo unito e, viste le prime avvisaglie di crisi, focalizzarsi su un’unica tipologia di clienti: pischelli o anziani.

Partiamo dai pischelli: Blockbuster, forte della sua diffusione sul territorio (è arrivata ad avere 220 punti vendita in Italia) sarebbe potuta diventare una sorta di “oratorio laico dell’intrattenimento tech”, dove i ragazzini potevano andare per scambiarsi dritte sui videogame per console o pc, sviluppando un modello di business basato su noleggio di videogiochi (con vastissimo assortimento), ma anche noleggio di console e impianti home theatre per 15-30 giorni a prezzi modici (e unici). Essendo la metratura media dei negozi Blockbuster piuttosto vasta e mal sfruttata, avrebbero potuto ricavare due-tre salette dove creare un palinsesto di preview di nuovi titoli e contest, ricreando la miglior esperienza di gioco possibile. In questo modo si sarebbero venute a creare tante locali e reali community di appassionati di videogames (e che ora si spartiscono i vari siti specializzati come EveryEye o Multiplayer), con un prolungamento online sul sito di Blockbuster. Questo avrebbe quantomeno garantito un elevato traffic store e fidelizzazione al marchio.

L’altro piano B poteva essere quello di puntare tutto sulle persone più agée, un bacino di utenza vastissimo e bisognoso di prodotti e, soprattutto, servizi ad hoc. Continuando a noleggiare e vendere dvd – magari con titoli più in target – e trasformando una parte del punto vendita in una sorta di centro tutoring sul mondo video digitale: giovani e gentili commessi che dispensano aiuti e consigli sull’installazione e sulla risoluzioni di problematiche relative al digitale terrestre – che, diciamolo una volta per tutte (senza ironia), per molte persone anziane ha rappresentato e rappresenta tutt’ora un’odissea senza fine – o ad altri vari dispositivi di tv on demand, magari in partnership con i principali broadcaster come Sky o Telecom. E dotarsi di un team di giovani tecnici – neanche troppo specializzati – disponibili per un servizio a domicilio a prezzi concorrenziali. In alcune città  poteva essere parallelamente attivato anche un servizio di noleggio dvd a domicilio.

La condizione del “paese popolato da vecchi”, oltre ad essere una frase fatta per conversazioni in ascensore, può diventare anche un’opportunità per fare impresa, generare benessere, servizi e posti di lavoro.

E’ davvero un peccato aver scritto questo pezzo coniugandolo al condizionale passato; in fondo alla catena che fu di proprietà Viacom (in joint venture con Fininvest) si è voluto anche bene. Sicuramente gli anni novanta sarebbero stati diversi senza Blockbuster.

Intanto 78 punti vendita dei 100 Blockbuster ancora attivi saranno convertiti nei prossimi mesi in parafarmacie della catena Essere Benessere. Purtroppo soltanto un centinaio dei 780 lavoratori di Blockbuster saranno assunti dalla nuova catena; gli altri andranno in mobilità o in cassa integrazione.