Attualità

Alcatraz

La prima puntata della nuova serie prodotta da JJ Abrams, sul carcere più famoso del mondo

di Federico Bernocchi

A voi piace J.J. Abrams? Fate parte di quelli che ancora ce l’hanno con lui per il finale di Lost? O ingrossate le fila della gang rivale, quella che si vedrebbe anche il remake di Kiss Me Licia nel caso fosse firmato da Abrams? Con questo strano personaggio le cose vanno così: o lo si ama o lo si odia. Banale a dirlo, ma vero. Il problema con J.J. Abrams è che si ha sempre la sensazione di essere presi in giro. Ogni suo prodotto – dai film diretti a quelli prodotti, fino ovviamente alle serie televisive – sembra nascondere un segreto. Hai colto i riferimenti alla Dharma sulle televisioni nella sequenza del negozio di Cloverfield? Lo sai perché la locandina di Super 8 è ruotata di novanta gradi? E i misteri dietro gli universi paralleli di Fringe? E che dire dei viaggi nel tempo del reboot di Star Trek? Con J.J. Abrams c’è sempre qualcosa che ci sfugge. Bisogna essere in grado di leggere tra le righe, aguzzare la vista, mettere insieme gli indizi… O forse no.

L’altro ieri è andata in onda su Fox America la prima puntata di Alcatraz, la nuova serie prodotta dalla Bad Robot, la lungimirante casa di produzione di sua proprietà. Inutile dire, lo sapete anche voi, che c’era grossa attesa per questa sua nuova avventura televisiva. Che poi bisognerebbe capirsi: perché Alcatraz è vista da tutti come la nuova serie di J.J. Abrams? Ovvio che sbandierare il suo nome su locandine e nelle varie pubblicità faccia comodo, ma in realtà non ha scritto il soggetto della serie, non ha ne sceneggiato né diretto il pilota. Semplicemente, insieme a Jack Bender Bryan Burk Elizabeth Sarnoff, è uno tra i ben quattro produttori esecutivi. Ok, sia Bender che Burk hanno fatto parte del team di Lost, ma qui le cose stanno diversamente.

La storia di Alcatraz parte da uno spunto interessante. Quello che noi sappiamo essere successo, è falso. Il 21 marzo del 1963, per ordine del Procuratore generale degli Stati Uniti d’America Robert F. Kennedy, il più famoso penitenziario del mondo venne chiuso. Le cause erano le spese eccessive e il progressivo deterioramento della struttura, dovuto all’acqua marina. Tutti i prigionieri vennero dunque trasferiti in altre strutture. O almeno così ci hanno sempre raccontato. In realtà tutti i prigionieri di Alcatraz si sono semplicemente volatilizzati. Scomparsi nel nulla. Fino ad oggi. Dopo un interessante prologo ambientato proprio durante la ultima notte di attività di Alcatraz, ci si sposta ai giorni nostri. Inspiegabilmente oggi quei prigionieri, creduti morti da chiunque, sbucano dal passato senza essere invecchiati di un giorno e cominciano a fare quello i detenuti sanno fare meglio: uccidere. Sulle tracce di questi fantasmi rispuntati dal passato ci si metteranno in tre: una poliziotta bionda e simpatica con una lunga serie di parenti in qualche modo legati ad Alcatraz, un giornalista che ha scritto interi libri sulla storia dell’isola e un misterioso poliziotto di quelli che sembrano essere sempre sul punto di dirti: “se ti dicessi perché, dovrei poi ucciderti”. Le domande sono: perché quei detenuti sono scomparsi? Perché sono riapparsi oggi? Chi c’è dietro tutto questo?

I più attenti si ricorderanno di 4400, vecchia serie televisiva datata 2004, che partiva esattamente dallo stesso presupposto. 4400 persone scomparse anni addietro, ricomparivano di colpo senza essere invecchiati di un giorno. Certo, qui c’è il plus che si tratta di criminali e che c’è a quanto pare una specie di Squadra Speciale Operativa chiamata a risolvere il mistero, ma non è uno degli spunti più fantasiosi di sempre. In più, e questa è la cosa più sconvolgente, sembra essere tutto qui. Per tornare a quanto detto inizialmente: c’è J.J. Abrams di mezzo! Ci dev’essere qualcosa in più! Invece a quanto sembra non c’è niente di più rispetto a quanto già esposto. La fortuna di un prodotto come Lost è stata quella di rilanciare in continuazione i temi e i misteri della narrazione, creando un plot potenzialmente senza fine. Certo, è stata allo stesso tempo la sua condanna – nel senso che la carne al fuoco a un certo punto s’è fatta fin troppa – ma Alcatraz rischia di essere fin troppo esile. Nel frattempo spero che qualcuno ci faccia la cortesia di cambiare regista, visto che Danny Cannon, chiamato a dirigere il pilota, non ne esce benissimo. Ma d’altra parte parliamo di un uomo che ha diretto quel gigantesco fail che era Dredd: La Legge Sono Io. Non poteva essere altrimenti.

In conclusione, due parole sul cast. Le star sono due: da una parte il candidato al premio Oscar Robert Forster, già visto in tv grazie a quella tragedia che è stata Heroes. Dall’altra l’irlandese Sam Neill, ormai una presenza televisiva quasi fissa. Ritroviamo però qui anche Jorge Garcia, ovvero il simpatico Hurley di Lost, che avevamo un po’ perso di vista. La protagonista Sarah Jones invece, pur avendo qualche buona battuta di sceneggiatura, non sembra particolarmente azzeccata. Staremo a vedere come prosegue. Per ora siamo appena sopra la sufficienza.