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X, Y, Glee e Dawson’s Creek: una lotta generazionale

Una volta era più facile: c’era la generazione che ha fatto il ’68, quella del ’77 e, più in generale, la categoria dei baby boomers, cresciuta durante il boom economico degli anni ’50 e i primi ’60. Ora non è più così: in tempi di incertezza economica (e non solo: anche culturale e sociale), i confini delle generazioni si sono fatti meno chiari e segnati. L’ultima di cui si ha un ricordo concreto è la Generazione X, non a caso direttamente successiva a quella dei baby boomer (raccoglie quelli nati dal 1965 e il 1980).

La generazione Y, successiva alla X, è invece frastagliata e divisa in fazioni, come sta dimostrando un dibattito nella stampa statunitense tra giornalisti under 45, divisi sulla generation in cui sentono di far parte. Dimenticatevi la MTV Generation: la scorsa settimana, la 27enne Noreen Malone del New York magazine ha spiegato come sia difficile fare parte della Millenian Generation (quella nata a cavallo con il nuovo millennio), fatta di gente sfortunata, il cui destino le costringe ad affrontare questa crisi senza precedenti – ed ereditata dal passato (leggi: generazione X) – rimanendo comunque certa di poterne uscire. E fare di meglio. Sì, anche di meglio della X o della Y.

Un articolo che ha provocato la stizzita replica di Matt Honan di Gizmodo, esponente della Generazione X particolarmente stanco della retorica de “la prima generazione che vivrà peggio dei suoi genitori dopo decenni di prosperità”. Bugie, risponde Honan dal suo blog, allegando pdf esemplificativi su come, dopo tutto, anche negli ’70 bisogna darsi da fare. Riassumendo in una frase, Honan risponde così al pezzo del New York:

La generazione X è stanca delle tue stronzate.

Anche Slate si è così accodato alla polemica proponendo delle micro-generazioni basate sugli show televisivi che più hanno segnato le adolescenze: si va dalla Generation Catalano (dal nome di un personaggio di My So-Called Life, andata in onda negli Usa nel biennio 1994-1995) alla Dawson’s Creek generation, per non dimenticare la Glee generation.

Si diceva all’inizio che i confini tra una generazione (o micro-generazione) e l’altra si fanno sempre più confusi. Pare che le serie televisive adolescenziali diventeranno un’ottime discriminante generazionale, anche se finirà per abbassare la durata di una generazione a circa un paio d’anni (a seconda anche dal successo della serie).