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Si è ufficialmente aperta la caccia ai droni

Phillip Steel è originario di Deer Trail, un villaggio del Colorado che conta meno di 600 anime. Lo scorso giugno, esasperato dal dibattito sui droni che infiammava l’opinione pubblica nazionale, ha deciso di risolvere alla radice il problema: perché non istituire un’ordinanza comunale che permetta di abbattere gli strumenti dell’antiterrosimo dell’amministrazione Obama?

Steel, che vive in una casa interamente contornata da segnali di divieto d’accesso, aveva anche pensato a un bonus per chi fosse riuscito a produrre le prove di aver colpito un aereo senza pilota (100 dollari) e a un permesso da “cacciatore di droni” dal costo di 25 dollari.

Quando la sua proposta è finita sui media nazionali, a Deer Trail sono cominciate a giungere strane richieste: quelle di americani che, preoccupati dai nuovi strumenti di controllo governativo, hanno fatto appello all’avamposto della privacy del Colorado. In totale, spiega Slate, ai contabili del comune di Deer Trail sono giunte 983 richieste di licenza, per un totale di 19.000$ dollari raccolti per un permesso che non esiste.

Dal canto suo, la Federal Aviation Administration ha cercato di fare appello al buonsenso degli abitanti del Colorado. «Sparare a un veicolo senza pilota può portare a responsabilità civili o penali, esattamente come lo sarebbe sparare a un aereo pilotato». E poi – aggiunge l’agenzia nazionale dell’aviazione – pezzi di droni in caduta libera potrebbero causare danni a persone o proprietà.

Nel frattempo, in Iran il quotidiano riformista Etemaad ha rivelato un piano governativo per insegnare ai giovani ad abbattere i droni. Ali Fazli, il comandante in capo del Basij – il corpo paramilitare delle Guardie della rivoluzione, braccio armato dell’ayatollah – ha dichiarato che il corso di difesa dai droni sarà parte di un programma di «prontezza difensiva» in ambito scolastico.

Non è la prima volta che nel Paese si parla di “caccia al drone”: nel dicembre del 2011 annunciò la cattura di un drone stealth RQ-170. Il velivolo non venne abbattuto ma dirottato da un gruppo di hacker, riuscito a fornirgli coordinate GPS diverse rispetto a quelle originarie.

 

Due iniziative che non tengono conto dello scarso potere offensivo delle armi da fuoco nei confronti di questi velivoli che possono essere abbattuti facilmente solo con potentissimi raggi laser.

 

Nell’immagine: Il nuovo hobby del paese di Deer Trail (via Slate)