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Quello che le ricerche su Google dicono sulle malattie mentali

L’inverno è molto più deprimente dell’estate: se ne sono accorti (casomai ci fosse bisogno di ulteriori conferme) alcuni ricercatori che hanno studiato la ricerca di alcune parole chiave su Google.

Uno studio pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine getta una nuova luce sulla ricerca nel campo delle malattie mentali. Analizzando i database di query di Google e isolando quelle relative alle psicopatologie, un team di esperti è riuscito a evidenziare come i trend di ricerca seguano trend di durata stagionale.

Il gruppo ha analizzato chiavi di ricerca inerenti alla salute mentale usate negli Stati Uniti e in Australia dal 2006 al 2010. Le keyword sono state raggruppate per categoria di malattia (fra le altre: ansia, bipolarismo, depressione, disturbi alimentari, schizofrenia).

Nel complesso, i ricercatori hanno scoperto che le ricerche in questi ambiti occorrono con molta più frequenza in inverno che in estate. I

In particolare, le query correlate ai disturbi di carattere alimentare d’estate diminuiscono di quasi il 40% negli Stati Uniti, e del 42% in Australia. Lo stesso discorso vale per la schizofrenia: -37% di ricerche in USA, -36% in Australia. «Internet è un fattore rivoluzionario, siamo in grado di comprendere lo schema delle patologie mentali della popolazione» ha dichiarato John Ayers, della Graduate School of Public Health dell’università di San Diego.

 

Nell’immagine: un Google Doodle per l’equinozio di primavera.

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