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Quello che c’è da sapere (e da leggere) su Gilad Shalit

Questa mattina la notizia ha aperto i telegiornali: dopo cinque anni di prigionia, e molti tentativi falliti di negoziato, il soldato israeliano Gilad Shalit è libero. Hamas, movimento radicale palestinese costola dei Fratelli Musulmani nati in Egitto, ha accettato di liberarlo in cambio della scarcerazione di oltre mille militanti arabi detenuti nelle prigioni israeliane. Visto che Hamas e Israele non si parlano, l’accordo è stato raggiunto con una trattativa indiretta, avvenuta grazie alla mediazione dell’Egitto.

Al di là della notizia in sé, secondo molti analisti, il risultato della trattativa è indice di un cambiamento radicale negli assetti mediorientali. Per dirla in parole povere: Hamas ha scaricato la Siria e l’Iran e ha trovato una nuova protezione in Egitto.

Non è questa la sede per un’analisi approfondita di un argomento così complesso. Ma segnaliamo due letture interessanti a questo proposito. L’articolo di Daniele Raineri apparso oggi sul Foglio (qui), e quello dell’ex vicesegretario di Stato americano Martin Indyk su Foreign Policy (qui).